Le prime azioni
Le bande si dedicarono inizialmente all’organizzazione delle proprie basi e alla raccolta di armi, munizioni, equipaggiamento, vettovaglie e coperte, sottraendoli alle caserme del fondovalle. Contemporaneamente, iniziarono a stabilire contatti con gli antifascisti dei paesi e con la popolazione civile, che si trovò esposta alla rappresaglia dell’occupante tedesco; già il 17 settembre Valdellatorre fu sottoposta a un primo rastrellamento tedesco alla ricerca di giovani da inviare in Germania. Proprio questi primi rastrellamenti, con i loro strascichi di violenze, determinarono nei “ribelli” la consapevolezza che non ci si poteva limitare all’attesa, ma che occorreva contrastare attivamente la presenza nemica con sabotaggi e azioni di disturbo. Per quanto ancora senza
prospettive e linee operative precise, i vari gruppi iniziarono a manifestare
la propria presenza. Le prime operazioni furono dirette a sabotare le
centrali idroelettriche e le linee dell’alta tensione, nella prospettiva
di far mancare alle industrie di Torino e del fondovalle l’alimentazione
elettrica. Utilizzando granate contraeree, molti tralicci vennero abbattuti
nella zona di Villardora e Almese e alcune strutture delle numerose centrali
idroelettriche presenti nella valle furono danneggiate. Dato però
che l’alimentazione elettrica di Torino proveniva solo in piccola
parte dalla val di Susa, questi sabotaggi non ebbero l’effetto sperato
di rallentare la produzione delle industrie, provocando invece notevoli
disagi alla popolazione civile, e furono per questo interrotti. |
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