Dopo aver sistemato le proprie
difese lungo la linea gotica, tra la fine dell’estate
e l’autunno del 1944 i tedeschi, spalleggiati dai fascisti,
sviluppano un’intensa offensiva contro le repubbliche
partigiane. Montefiorino cade
ai primi d’agosto, la Carnia il 15 ottobre e l’Ossola
il 23 dello stesso mese, mentre le Langhe capitolano all’inizio
di novembre e l’Alto Monferrato il 2 dicembre.
Contemporaneamente, i nazifascisti moltiplicano le rappresaglie.
Dopo il massacro di 108 persone, avvenuto il 13 aprile a Vallucciole,
in provincia di Arezzo, e la fucilazione di 53 ostaggi, verificatasi
a Trieste il 23 dello stesso mese, il 13 giugno sono ammazzati a Niccioletta,
vicino a Grosseto, 93 minatori e 73 rastrellati nella provincia di
Massa; il 10 luglio, vicino a Verona, sono fucilati centinaia di rastrellati,
mentre il 12 dello stesso mese sono passati per le armi 68 internati
nel campo di concentramento di Fossoli, presso Modena; il 12 agosto,
sono trucidati 560 abitanti di Sant’Anna di Stazzema, in provincia
di Lucca, e nei giorni seguenti 185 civili nel pistoiese; il 26 settembre,
a Bassano del Grappa sono impiccati 31 uomini ed il 28 seguente Marzabotto,
un paese dell’Appennino bolognese, è raso al suolo e
1.836 suoi abitanti sono massacrati.
Alla fine della guerra,
le vittime civili delle rappresaglie – uomini adulti, ma anche
donne, anziani e bambini - saranno circa 10.000.

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