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L’avanzamento del fronte alla linea gotica

Dopo la liberazione di Roma, le armate alleate avanzano abbastanza velocemente verso Nord, fino a raggiungere la linea che congiunge Piombino alla foce del fiume Chienti, nelle Marche. Questo slancio è però destinato ad aver breve durata.

In conseguenza degli accordi di Yalta, gli Alleati reputano infatti prioritario procedere alla liberazione della Francia e, successivamente, all’invasione della Germania, cosicché scelgono di distogliere diverse divisioni dal fronte italiano, per poterne disporre in vista dei due sbarchi previsti in Normandia e in Provenza, rispettivamente il 6 giugno ed il 15 agosto 1944.

L’iniziativa delle formazioni partigiane, che scatenano l’insurrezione a Firenze tra il 3 e il 13 agosto, liberando la città tre giorni prima dell’arrivo degli Alleati, non vale a sveltire l’avanzata verso Nord. Così, i tedeschi ne approfittano per creare un micidiale sistema difensivo - forte di campi minati, fossati anticarro, reticolati di filo spinato, fortificazioni di cemento armato e postazioni d’artiglieria - lungo la cosiddetta linea gotica, tra La Spezia e Rimini.

La crescente consistenza delle formazioni e la sempre maggior efficacia delle azioni di disturbo compiute contro i tedeschi convincono gli Alleati ad un cambio di rotta nei rapporti con la Resistenza. Essi iniziano così ad attuare regolari missioni di collegamento, paracadutando ufficiali oltre le linee perché tengano i contatti tra le formazioni e il loro quartier generale ed organizzino gli aiuti.

Tali aiuti, consistenti in lanci aerei d’armi e altri materiali bellici, sono però insoddisfacenti per più ragioni: innanzi tutto, privilegiando i partigiani greci e jugoslavi che sostengono da soli il fronte nei Balcani, sono quantitativamente inferiori alla necessità e divengono intensi solo in Piemonte e in Liguria in coincidenza con lo sbarco in Provenza; inoltre, sono politicamente discriminati, mirando a premiare le formazioni autonome, gielliste e Matteotti, a detrimento di quelle garibaldine.