LA SCUOLA

 

Nel campo dell’educazione il fascismo esordì con la riforma della scuola promossa da Giovanni Gentile nel 1923, che Mussolini definì come la più fascista delle riforme. Essa mirava a ridare dignità al ruolo di maestro  e agli studi, assegnando alla scuola pubblica un’altra funzione di controllo.

I  principi fondamentali della Riforma Gentile sono i seguenti:

  •   la scuola è sottoposta al controllo statale, specie mediante gli esami per il passaggio da un grado di apprendimento a quello successivo

  • viene istituito un albo professionale degli insegnanti,i quali vengono selezionati per mezzo di concorsi pubblici;

  • viene rafforzata la gerarchia all’interno degli istituti: a capo di essi vengono posti direttori (per la scuola elementare), presidi (per la scuola media), e rettori (per l’università).

L’orientamento scolastico comprende:

  • scuole primarie ed elementari;

  • scuole complementari per l’avviamento al lavoro;

  •  scuole medie, distinte in tre indirizzi: istituto tecnico professionale, ginnasio/liceo classico o scientifico e istituto magistrale.

 La scuola complementare fu trasformata in "scuola secondaria di avviamento al lavoro" (leggi del 1929/30/31) e più tardi fu istituita la " scuola media unica" (Carta Bottai).

Nel 1926 fu creata l’Opera Nazionale Balilla e nel 1929 il ministero divenne " Ministero dell’Educazione Nazionale".

   

 

I professori antifascisti furono inesorabilmente eliminati e nel 1936 De Vecchi sollevò molti insegnanti.  Nel 1935 divenne ministro dell’Educazione Nazionale De Vecchi, uno dei quadrumviri. Egli non aveva nulla in comune con il mondo della scuola e della cultura, ma portò in essa lo stile militarista del "vero fascismo" attraverso la cosiddetta "bonifica”. I professori antifascisti furono inesorabilmente eliminati e nel 1936 De Vecchi sollevò molti insegnanti non iscritti al Partito. Il 1939 è l’anno decisivo per una seconda importante svolta scolastica: il ministro Giuseppe Bottai fa approvare dal Gran Consiglio del Fascismo la "Carta della Scuola", con la quale si stabiliscono principi, fini e metodi per la realizzazione integrale dello stato fascista che mira soprattutto alla formazione della "coscienza umana e politica delle nuove generazioni".

   

La "Carta" attraverso le sue 19 "dichiarazioni" indica ordinamenti, insegnamenti e orari che vanno dalla scuola materna al sistema universitario e stabilisce che nell’ "ordine fascista età scolastica ed età politica coincidono". Affiancati alla scuola nascono la G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio) e i G.U.F. (Gruppi Universitari Fascisti), con l’obbligo della frequenza dei "cittadini dalla prima età ai ventun’anni". Vengono istituite, accanto alla media unica, la scuola artigiana (per le campagne e i piccoli centri) e quella professionale (per le grandi città). Queste permettono ai più capaci l’accesso ai collegi fascisti, altamente militarizzati. La "Carta Bottai" tiene conto delle nuove realtà sociali; in particolare programma l’introduzione nella scuola degli strumenti di comunicazione di massa come la radio. La riforma non fu attuata per lo scoppio della guerra; l’unica disposizione adottata fu la scuola media unica istituita nel 1940.

 

Analizzando più specificamente il mondo della scuola, ci soffermiamo sulle materie d’insegnamento. Confrontandole con le odierne, ritroviamo materie particolari quali "Storia e cultura fascista", "Bella scrittura" e "Igiene e cura della persona", come emerge dalle pagelle di quegli anni. Per creare "l’italiano nuovo" la scuola fascista proponeva testi scolastici, quaderni, diari e pagelle in cui si esaltava il fascismo sia attraverso le immagini, strumento rapido ed efficace, che attraverso i contenuti. Prendendo ad esempio in esame il Libro della Seconda Classe Elementare, si trovano brani, filastrocche e storie in cui la vita militare e in particolare la figura del Duce e la storia del fascismo ricoprono grande spazio. Dal Libro della Terza classe emergono brani sempre più complessi sotto l’aspetto grammaticale, che hanno però lo stesso sfondo propagandistico. Passando alla Quinta Classe, risaltano per originalità problemi geometrici e aritmetici davvero singolari: calcolare la superficie complessiva  delle province italiane della Libia o calcolare le bombe sganciate da un aereo da guerra per esempio. In meccanica il moto uniforme era spiegato con l’esempio del passo dell’oca. La grammatica veniva insegnata proponendo l’analisi logica di frasi come "Io ho lavorato con piacere tutto il giorno" o "I nemici si affrontano con coraggio". Le letture infine trattavano svariati temi d’attualità, come "La razza latina", "Gli ebrei", "Parla il Duce" o "L’emigrazione".

 

 
 

La "meccanica" è la scienza che studia il movimento e le cause che lo producono.

didascalia immagine:

Il passo Romano di parata è un esempio di moto uniforme.

Raccolta di testimonianze

Libri e documenti