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L’asse Roma-Tokyo-Berlino

Lo scontro diplomatico allontana l’Italia dalla Francia e dalla Gran Bretagna, sue storiche alleate, e l’avvicina alla Germania, dove il nazismo ha preso il potere nel 1933. Questo diverso posizionamento nel quadro internazionale, cui vanno addebitate azioni quali l’intervento nella guerra civile spagnola a favore di Francisco Franco (in Spagna, nel 1936, l’esercito guidato dal generale fascista Francisco Franco ha compiuto un colpo di Stato contro il governo repubblicano e, da quest’azione, è scaturita una guerra civile. A favore degli insorti intervengono l’Italia, che invia truppe, e la Germania, che fornisce armi e una squadriglia di aerei da combattimento; il governo è invece appoggiato solo moralmente dalle potenze liberali ed aiutato materialmente dall’Urss. La guerra si concluderà nel 1939, con la vittoria di Franco, che instaurerà una lunga dittatura nel Paese iberico) , l’uscita dalla Società delle nazioni e l’allargamento al Giappone dell’alleanza con la Germania, avvia il nostro Paese ad una politica estera sempre più aggressiva, destinata a sfociare nella rovinosa avventura della Seconda guerra mondiale.
L’alleanza con la Germania evidenzia la sostanziale identità tra fascismo e nazismo, del resto evidenziato dalla comunanza quanto a totalitarismo ed imperialismo politico, dirigismo economico e controllo sociale.

Vale in particolare la pena di ricordare come la politica razziale del nostro Paese, avviata nel 1933 e messa in pratica con la segregazione delle popolazioni indigene nelle colonie africane, sfoci nel 1938 in leggi che, sulla scorta di quelle di Norimberga del 1935, annientano le libertà e i diritti degli ebrei, sotto il profilo sia personale sia patrimoniale.