Indietro
Home
Avanti

Il conflitto tra il 1941 e il 1942

Nella prima metà del 1941, le sconfitte subite in Grecia, in Libia ed in Etiopia rendono evidente l’inadeguatezza dell’esercito italiano.

Queste disfatte non influiscono sull’andamento complessivo della guerra solo perché la Germania riequilibra prontamente la situazione con un diretto intervento sui fronti balcanico, dove la Grecia e la Jugoslavia sono costrette alla resa, e nordafricano, dove i britannici devono ritirarsi in Egitto.

A parte questi episodi, l’Asse Berlino-Roma-Tokyo non può che essere ottimista: le sue truppe controllano l’intera Europa ad eccezione della Gran Bretagna, che non si è piegata ai massicci bombardamenti subiti; la spedizione contro l’Urss, intrapresa nel giugno del 1941, è alle porte di Mosca; l’offensiva giapponese, scatenata tra la fine del 1941 e l’inizio del 1942, sfocia nell’occupazione di gran parte della Cina, dell’Indocina e delle isole del Pacifico.

Tuttavia, proprio nel corso del 1942 la guerra inizia a mutare le sue sorti: in primavera, gli Usa, superata la difficoltà dovuta alla tardiva entrata nel conflitto, organizzano una controffensiva in Asia, che inizia a erodere i domini giapponesi; in autunno, l’Armata rossa sovietica sferra un contrattacco che mette in rotta gli invasori tedeschi e italiani; nello stesso periodo, in Africa settentrionale gli inglesi recuperano il terreno perduto, mentre gli americani sbarcano truppe in Marocco e in Algeria.