Continua la testimonianza di Carlo Mastri

Comunque, la guerra è continuata. C’è stato un altro governo che ha governato fino all’otto settembre, il governo Badoglio. Ma dopo Badoglio e il Re l’otto settembre andarono via. Ma intanto in quei mesi l’organizzazione antifascista e clandestina si è organizzata sempre meglio. La guerra continuava, occorreva farla terminare. Mentre le forze armate tedesche hanno incominciato ad occupare i punti importanti della nazione italiana, in Sicilia erano già sbarcati gli americani per liberare l’Italia. E qui era un fervore di iniziative, comunque clandestine, tra i giovani , che però non erano organizzati politicamente. Allora i partiti furono riorganizzati in quel periodo, il partito comunista, partito socialista, partito d’azione e i democristiani, ma pochi, insomma , questi erano i partiti che cercavano di organizzare le volontà di reazione alla dittatura fascista e farla terminare. Insomma avviene l’otto settembre il crollo dell’esercito italiano : il Re e Badoglio vanno giù verso il sud in una zona più tranquilla, ma intanto abbandonano tutto: l’esercito italiano, le caserme . Questi giovani soldati, che erano ad esempio, della Calabria erano tagliati fuori perché il fronte oramai…, non sapevano dove andare. Insomma c’è un fervore d’iniziative per organizzarci . Però c’erano anche quelli, poverini, che non sapevano cosa fare, dove andare. Intanto i tedeschi hanno occupato le caserme, le città e i punti importanti e qui a Rivoli hanno occupato la caserma degli alpini ,che c’era là, in Via Fratelli Piol i tedeschi hanno preso anche il comando della Vermach che era all’incrocio col vicolo di Via Capra, proprio lì, altri punti importanti come il Seminario..

Allora, qui comincia la guerra partigiana, perché allora chi era di qui si è organizzato e dice:

" Partiamo e andiamo su, l’unica è la montagna ,la nostra speranza, per organizzarci." Partono e vanno, così senza molti indirizzi. E qui occorrono anche le armi, dalle caserme portano via le armi. I contadini, la gente del luogo cercano di raccogliere armi per combattere i tedeschi. Quella lì diventa la casa anche della decima massa, la brigata nera. Era l’esercito fantoccio a servizio dei tedeschi , che ha organizzato Mussolini che poi è stato liberato sul monte del Gran Sasso. Voi immaginate che Rivoli era occupata da molte forze armate tedesche e dai fascisti, però c’erano anche quelli che organizzavano la clandestinità dei ragazzi come voi. A 14 anni i ragazzi già collaboravano con quei partigiani e già erano in montagna con loro.

Per arrivare al dunque, perché il tempo è tiranno, qui era diventata una casa anche che organizzava la tortura dei partigiani che venivano presi nei rastrellamenti. Infatti sotto quegli abbaini lì c’erano delle stanzette di sotto e al buio e lì venivano torturati. Chi abitava qui di fronte ,allora mia zia abitava lì, lì alla notte si metteva il cotone nelle orecchie per non sentire gridare questi giovani che venivano presi qua e là.. Per cui allora , dopo l’8 settembre , i giovani cosa dovevano fare? Per sfuggire all’arresto, per non essere mandato nei campi di concentramento e di sterminio , cercavano di fuggire e organizzarsi con chi già era su in montagna e ,quando questi venivano presi, venivano torturati per farli parlare. Allora li hanno presi appunto per farli parlare,… ma la maggioranza non ha parlato, anche se quando ti tolgono le unghie, ti tolgono un occhio, ti bruciano i testicoli, è terribile ragazzi! Non è che ti danno una puntura che non ti faccia male, come quando vai all’ospedale che ti operano, che ti fanno un intervento, c’è l’anestesia . Da loro non c’era mica, anzi, volevano proprio che tu sentissi il male, il problema è questo.

Questa appunto era l’organizzazione della decima massa ,della brigata nera : bloccare, ridurre e colpire la resistenza . In conclusione, questi giovani qui, molti di questi, venivano presi e poi impiccati alla stazione dei pullman in Piazza Martiri della Libertà infatti si chiama Piazza Martiri Libertà. Questo è quanto è avvenuto qui dentro in questa casa del Littorio, lì c’è la targhetta che ricorda i due caduti di quel luogo. Quest’area qui si è trasformata nel corso degli anni,. La vita democratica ha permesso all’uomo di poter essere una figura che conta nella società. Ma perché c’è il poliambulatorio? Nel fascismo non c’erano questi interventi sulla salute per le famiglie, per i bambini, per gli anziani. Non c’era questa cosa qui, le risorse venivano buttate nella guerra nell’arredarsi i carri armati, i fucili più potenti, come ha fatto Milosevic, che è stato arrestato stanotte , che ha finanziato le guerre, pensate un po’, ma come è possibile questo? Allora qui ci sono i fatti che sono avvenuti, ma oggi c’è il poliambulatorio la vita democratica ha consentito la vita libera. Questa casa qui che è dell’ex Fascio , poi dopo nel 1945 è stata occupata dai partiti antifascisti, dal sindacato che è l’organizzazione fondamentale dell’uomo per difendere il proprio salario, quando c’è, e quando non c’è occorre andare a prenderlo, acquistarlo con la lotta per il lavoro; e poi anche c’è l’organizzazione giovanile. Infatti poi in quei locali lì sotto si ballava, ci si divertiva dopo la guerra, la vita ha appena incominciato a prendere gradualmente il suo corso della vita democratica, per cui è stata anche una sede di organizzazione per conquiste, che il fascismo ci avevano tolte o non ce le ha date proprio, la conquista dei diritti. E qui avvenne l’accrescersi delle città. Infatti là dove c’era la fabbrica che dicevo prima io, adesso qui la fabbrica del cioccolato non c’è più , quella che ha consentito anche di mandare su un grande rimorchio di cioccolata in montagna ai partigiani allora. Alcuni hanno detto che gli è venuta persino la diarrea a mangiare solo il cioccolato, ti viene male al fegato. Però c’era la fame, ragazzi, si poteva mangiare mele e cioccolata ,ma lungo andare il fisico…. Oggi, al posto della fabbrica del cioccolato, ecco la trasformazione che è avvenuta, qui c’è un giardino bellissimo, qua c’è una scuola che non c’era e c’è un arredo di servizi sociali non indifferente, anche un arredo urbano L’organizzazione ha permesso all’industria di trasferirsi in periferia. Oggi c’è un centro commerciale, che è la Coop. Al posto di quel palazzo là c’era la fabbrica della Fass Nebbiolo, che durante la guerra ha avuto un grande ruolo per fare i caccia, ma il suo tipo di specializzazione non erano gli apparecchi, bensì i telai tessili, per fare la stoffa. In tempo di guerra c’era un reparto dove facevano i carrelli per gli apparecchi caccia CR42. Ma ha avuto un episodio importante quella fabbrica lì: Avvenne un fatto all’interno di un morto dentro la fabbrica, quando sono sfilate , finita la guerra, le divisioni di militari che erano ai confini della Francia, italiani della repubblica di Salò che venivano giù. Quando sono passati di qua gli operai, che erano dentro la fabbrica, festeggiavano. Hanno incominciato a gridare, poi qualcuno è andato anche a disarmare i soldati -, ormai i soldati erano contenti perché avevano capito che se ne andavano a casa anche loro- e qualcuno ha sparato un colpo per aria ,così per divertimento, per festeggiare . Soltanto che qualcuno dell’esercito l’ ha presa male: credeva che avessero sparato contro di loro e hanno incominciato a sparare. C’è stato un fuggi-fuggi generale e un operaio è stato colpito ed è morto, come si chiamava ? Maschiero

E’ avvenuto ancora un altro fatto lì dentro ,.lì però con un tedesco…I tedeschi misero in fila tutti gli operai fuori e anche il responsabile. In quel momento la clandestinità rivolese aveva rapporti anche con un maresciallo della Vermach, si chiamava Ernesto Schndler, che collaborò con noi clandestinamente col parroco Don Luigi, con Mauriletto, con Chiantore, con alcuni clandestini qui della città. Questo maresciallo ha saputo che lì s’era sparato….I tedeschi avevano detto:" Se qui non viene fuori il responsabile, noi prendiamo due o tre e li fuciliamo." Col suo sidecar allora arriva lì, ha capito il problema, prende uno di questi qua, dice a questo qua :" Vieni qua !" pim-pum gli dà due sberle e lo porto via . Se l’è caricato sul sidecar e poi, quando è stato all’angolo della Via, lo ha salvato .Questo è stato Ernesto Schndler , maresciallo della Vermacht, che collaborava con la clandestinità rivolese. La storia è molto lunga, ma la racconteremo quando andremo in via Viotti angolo vicolo Morra,dove c’era la casa dei Piol e alla cascina Giuliano ,dove ha avuto un ruolo notevole. Ernest Schndler abitava lì.

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