Comunque, la guerra è continuata. C’è
stato un altro governo che ha governato fino all’otto
settembre, il governo Badoglio. Ma dopo Badoglio e il Re l’otto
settembre andarono via. Ma intanto in quei mesi l’organizzazione
antifascista e clandestina si è organizzata sempre meglio. La
guerra continuava, occorreva farla terminare. Mentre le forze
armate tedesche hanno incominciato ad occupare i punti
importanti della nazione italiana, in Sicilia erano già
sbarcati gli americani per liberare l’Italia. E qui era un
fervore di iniziative, comunque clandestine, tra i giovani ,
che però non erano organizzati politicamente. Allora i
partiti furono riorganizzati in quel periodo, il partito
comunista, partito socialista, partito d’azione e i
democristiani, ma pochi, insomma , questi erano i partiti che
cercavano di organizzare le volontà di reazione alla
dittatura fascista e farla terminare. Insomma avviene l’otto
settembre il crollo dell’esercito italiano : il Re e
Badoglio vanno giù verso il sud in una zona più tranquilla,
ma intanto abbandonano tutto: l’esercito italiano, le
caserme . Questi giovani soldati, che erano ad esempio, della
Calabria erano tagliati fuori perché il fronte oramai…, non
sapevano dove andare. Insomma c’è un fervore d’iniziative
per organizzarci . Però c’erano anche quelli, poverini, che
non sapevano cosa fare, dove andare. Intanto i tedeschi hanno
occupato le caserme, le città e i punti importanti e qui a
Rivoli hanno occupato la caserma degli alpini ,che c’era
là, in Via Fratelli Piol i tedeschi hanno preso anche il
comando della Vermach che era all’incrocio col vicolo di Via
Capra, proprio lì, altri punti importanti come il Seminario..
Allora, qui comincia la guerra partigiana,
perché allora chi era di qui si è organizzato e dice:
" Partiamo e andiamo su, l’unica è
la montagna ,la nostra speranza, per organizzarci."
Partono e vanno, così senza molti indirizzi. E qui occorrono
anche le armi, dalle caserme portano via le armi. I contadini,
la gente del luogo cercano di raccogliere armi per combattere
i tedeschi. Quella lì diventa la casa anche della decima
massa, la brigata nera. Era l’esercito fantoccio a servizio
dei tedeschi , che ha organizzato Mussolini che poi è stato
liberato sul monte del Gran Sasso. Voi immaginate che Rivoli
era occupata da molte forze armate tedesche e dai fascisti,
però c’erano anche quelli che organizzavano la
clandestinità dei ragazzi come voi. A 14 anni i ragazzi già
collaboravano con quei partigiani e già erano in montagna con
loro.
Per arrivare al dunque, perché il tempo è
tiranno, qui era diventata una casa anche che organizzava la
tortura dei partigiani che venivano presi nei rastrellamenti.
Infatti sotto quegli abbaini lì c’erano delle stanzette di
sotto e al buio e lì venivano torturati. Chi abitava qui di
fronte ,allora mia zia abitava lì, lì alla notte si metteva
il cotone nelle orecchie per non sentire gridare questi
giovani che venivano presi qua e là.. Per cui allora , dopo l’8
settembre , i giovani cosa dovevano fare? Per sfuggire all’arresto,
per non essere mandato nei campi di concentramento e di
sterminio , cercavano di fuggire e organizzarsi con chi già
era su in montagna e ,quando questi venivano presi, venivano
torturati per farli parlare. Allora li hanno presi appunto per
farli parlare,… ma la maggioranza non ha parlato, anche se
quando ti tolgono le unghie, ti tolgono un occhio, ti bruciano
i testicoli, è terribile ragazzi! Non è che ti danno una
puntura che non ti faccia male, come quando vai all’ospedale
che ti operano, che ti fanno un intervento, c’è l’anestesia
. Da loro non c’era mica, anzi, volevano proprio che tu
sentissi il male, il problema è questo.
Questa appunto era l’organizzazione della
decima massa ,della brigata nera : bloccare, ridurre e colpire
la resistenza . In conclusione, questi giovani qui, molti di
questi, venivano presi e poi impiccati alla stazione dei
pullman in Piazza Martiri della Libertà infatti si chiama
Piazza Martiri Libertà. Questo è quanto è avvenuto qui
dentro in questa casa del Littorio, lì c’è la targhetta
che ricorda i due caduti di quel luogo. Quest’area qui si è
trasformata nel corso degli anni,. La vita democratica ha
permesso all’uomo di poter essere una figura che conta nella
società. Ma perché c’è il poliambulatorio? Nel fascismo
non c’erano questi interventi sulla salute per le famiglie,
per i bambini, per gli anziani. Non c’era questa cosa qui,
le risorse venivano buttate nella guerra nell’arredarsi i
carri armati, i fucili più potenti, come ha fatto Milosevic,
che è stato arrestato stanotte , che ha finanziato le guerre,
pensate un po’, ma come è possibile questo? Allora qui ci
sono i fatti che sono avvenuti, ma oggi c’è il
poliambulatorio la vita democratica ha consentito la vita
libera. Questa casa qui che è dell’ex Fascio , poi dopo nel
1945 è stata occupata dai partiti antifascisti, dal sindacato
che è l’organizzazione fondamentale dell’uomo per
difendere il proprio salario, quando c’è, e quando non c’è
occorre andare a prenderlo, acquistarlo con la lotta per il
lavoro; e poi anche c’è l’organizzazione giovanile.
Infatti poi in quei locali lì sotto si ballava, ci si
divertiva dopo la guerra, la vita ha appena incominciato a
prendere gradualmente il suo corso della vita democratica, per
cui è stata anche una sede di organizzazione per conquiste,
che il fascismo ci avevano tolte o non ce le ha date proprio,
la conquista dei diritti. E qui avvenne l’accrescersi delle
città. Infatti là dove c’era la fabbrica che dicevo prima
io, adesso qui la fabbrica del cioccolato non c’è più ,
quella che ha consentito anche di mandare su un grande
rimorchio di cioccolata in montagna ai partigiani allora.
Alcuni hanno detto che gli è venuta persino la diarrea a
mangiare solo il cioccolato, ti viene male al fegato. Però c’era
la fame, ragazzi, si poteva mangiare mele e cioccolata ,ma
lungo andare il fisico…. Oggi, al posto della fabbrica del
cioccolato, ecco la trasformazione che è avvenuta, qui c’è
un giardino bellissimo, qua c’è una scuola che non c’era
e c’è un arredo di servizi sociali non indifferente, anche
un arredo urbano L’organizzazione ha permesso all’industria
di trasferirsi in periferia. Oggi c’è un centro
commerciale, che è la Coop. Al posto di quel palazzo là c’era
la fabbrica della Fass Nebbiolo, che durante la guerra ha
avuto un grande ruolo per fare i caccia, ma il suo tipo di
specializzazione non erano gli apparecchi, bensì i telai
tessili, per fare la stoffa. In tempo di guerra c’era un
reparto dove facevano i carrelli per gli apparecchi caccia
CR42. Ma ha avuto un episodio importante quella fabbrica lì:
Avvenne un fatto all’interno di un morto dentro la fabbrica,
quando sono sfilate , finita la guerra, le divisioni di
militari che erano ai confini della Francia, italiani della
repubblica di Salò che venivano giù. Quando sono passati di
qua gli operai, che erano dentro la fabbrica, festeggiavano.
Hanno incominciato a gridare, poi qualcuno è andato anche a
disarmare i soldati -, ormai i soldati erano contenti perché
avevano capito che se ne andavano a casa anche loro- e
qualcuno ha sparato un colpo per aria ,così per divertimento,
per festeggiare . Soltanto che qualcuno dell’esercito l’
ha presa male: credeva che avessero sparato contro di loro e
hanno incominciato a sparare. C’è stato un fuggi-fuggi
generale e un operaio è stato colpito ed è morto, come si
chiamava ? Maschiero
E’ avvenuto ancora un altro fatto lì
dentro ,.lì però con un tedesco…I tedeschi misero in fila
tutti gli operai fuori e anche il responsabile. In quel
momento la clandestinità rivolese aveva rapporti anche con un
maresciallo della Vermach, si chiamava Ernesto Schndler, che
collaborò con noi clandestinamente col parroco Don Luigi, con
Mauriletto, con Chiantore, con alcuni clandestini qui della
città. Questo maresciallo ha saputo che lì s’era sparato….I
tedeschi avevano detto:" Se qui non viene fuori il
responsabile, noi prendiamo due o tre e li fuciliamo."
Col suo sidecar allora arriva lì, ha capito il problema,
prende uno di questi qua, dice a questo qua :" Vieni qua
!" pim-pum gli dà due sberle e lo porto via . Se l’è
caricato sul sidecar e poi, quando è stato all’angolo della
Via, lo ha salvato .Questo è stato Ernesto Schndler ,
maresciallo della Vermacht, che collaborava con la
clandestinità rivolese. La storia è molto lunga, ma la
racconteremo quando andremo in via Viotti angolo vicolo
Morra,dove c’era la casa dei Piol e alla cascina Giuliano
,dove ha avuto un ruolo notevole. Ernest Schndler abitava lì.