Il percorso storico che i vostri docenti,
con la nostra associazione dell’A.N.P.I. e l’associazione
Colle del Lys, hanno inteso proporvi, è interessante perché
riguarda la storia contemporanea e il Novecento, di questo
proprio si tratta. Si tratta della storia contemporanea, del
territorio dove vive l’uomo, dove ci sono le fortune, i
dolori, le speranze, le fiducie anche nel futuro. Bene,
vedete, in questa zona qui ,dove ci troviamo in questo
momento, 60 anni fa , quando proprio è scoppiata la guerra il
10 giugno del 1940- avete studiato ‘sta parte storica- in
questi confini c’era un enorme conflitto perché Mussolini
aveva dichiarato guerra alla Francia. Il primo scontro è
stato lì sulle Alpi occidentali. Voi immaginate che Rivoli
era un percorso obbligato che andava da Corso Susa
direttamente al confine e vi passavano chiaramente i camion
che fornivano le armi ma anche portavano indietro, purtroppo,
molti feriti e anche dei morti, dei caduti. Questo avvenne
appunto nel 1940 , il 10 di giugno del 1940 . Ma in quell’anno,
comunque, qui c’era prosperità: la gente lavorava, stava
bene. Qui c’era la fabbrica di cioccolato, Graffi, e lì ,
dove c’è la COOP, c’era la fabbrica del cioccolato
Taglia, molto importante. C’erano molte lavoratrici -
essenzialmente le donne lavoravano nel settore cioccolata -, c’erano
i dolci, le caramelle, i cioccolatini e quelle cose lì. Era
un salario importante che entrava nelle famiglie allora,
mentre magari gli uomini, alcuni erano qui in guerra, a pochi
chilometri di distanza a lasciar la pelle, oppure qualcuno
rimaneva anche ferito e mutilato per tutta la vita. Così
avvenne purtroppo. Ecco, qui il campo di calcio allora c’era
già. Questa casa c’era anche, era la casa del Littorio ,
vedete è una buona costruzione urbanistica del regime
fascista di allora. È stata fatta negli anni 30, questa casa
qui era la casa del fascio, della gioventù fascista, che si
chiamava GIL . Era chiaramente quella che organizzava
la gioventù nella città, nelle varie manifestazioni e la
preparava, anche psicologicamente proprio, alla dittatura, al
regime, all’accettare la dittatura fascista. Cosa che poi
invece non è stata così per fortuna, perché anche dei
giovani come voi hanno reagito a questa imposizione, che il 28
ottobre o il 23 marzo occorreva andare in piazza a manifestare
vestiti in divisa da avanguardista o balilla. Chi l’ ha
detta questa che io devo andare? Io voglio andare in montagna,
voglio andare al cinema, voglio andare…In realtà questo è
un problema d’imposizione, mentre oggi, insomma , alla festa
del lavoro del 1° maggio s’invitano tutti a partecipare,
chi vuole andare va, chi non vuole andare non va e va a sciare
al Sestriere. Allora era imperativa la cosa, tu non potevi
andare dove volevi perché, se non andavi a quella cerimonia ,
eri segnato. Ora, se mancavi qualche volta alle adunate, eri
trattato come un sovversivo, eh cari miei, tu non eri più
nell’elenco dei buoni e probabilmente il papà che, aveva
bisogno di lavorare, non poteva lavorare più, anzi, quando
magari veniva Mussolini a visitare la FIAT Mirafiori, si
diceva: "Questo qui è pericoloso, bisogna metterlo in
guardina per alcuni giorni, prima che arrivi Mussolini e poi
anche dopo" Poi, se capitava, lo processavano e lo
mandavano a Ventotene, l’isola, al confino per alcuni anni
per stare al fresco. Ecco la città era questa: non c’era
sto’ palazzo, c’erano quelle case lì, questo non c’era,
come vedete e notate anche dalle strutture.
QUELLA, QUINDI, ERA UNA FABBRICA DI
CIOCCOLATA?
Graffi, da qui fino a là in fondo ,però
una parte era dedicata ad abitazione. Lì abitavano mio zio e
i miei cugini. Poi vi racconterò. Qui c’era il campo, qui c’erano
orti e lì non c’era l’USL allora. Là dietro, dove ci
sono quei palazzi là, c’era la fabbrica che produceva i
telai tessili, le macchine per le tecnografie, non c’erano
quei palazzi là verso Corso Susa.
MA COSA C’ERA AL POSTO DELLA USL?
C’era la campagna. Qui c’erano i campi
da gioco, di bocce lì. Sono tre campi. Ricordo dopo la
guerra, perché non ero qui in quel periodo.
Allora, cosa avvenne poi qui? Questo è un
punto storico .Voi sapete che Mussolini cadde, cioè il suo
governo si trovò in minoranza , nel 25 luglio del 1943.
Allora la gente cominciava ad essere stufa, perché dal 1940
al 1943 erano già circa tre anni di guerra . Avevamo già
pagato caro : arrivavano le cartoline che il figlio era morto
sul fronte greco o quello russo, chi non sapeva più nulla,
chi arrivava a casa ferito e gli mancava una gamba, a chi un
braccio, chi senza occhi e quelle mutilazioni le portavano per
tutta la vita. La gente cominciava ad essere stufa di portare
questa civiltà mussoliniana in altri paesi -che non era
proprio così- , portava morte e distruzione la guerra .
Allora, il giorno in cui cadde Mussolini la gente era felice e
contenta. Allora festosa la gente arriva, come in tutti i
paesi d’Italia , contenta e felice. La gente manifestava in
piazza, era contenta, sorrideva, si abbracciava. "E’
finita la guerra !" Invece la guerra è andata ancora
avanti. Vengono qui davanti alla casa del fascio, c’era un
signore qui che era custode di questa struttura . Tra i
cittadini c’era uno dei fratelli Piol, Severino, che era
anche militare nel corpo dell’aeronautica, in quei giorni
era a casa in licenza. Un altro giovanotto si chiamava
Neirotti, poi c’era un certo Meotto. Questi qui volevano
entrare per manifestare, tirare via le insegne del fascismo,
buttar via tutto perché dicevano: "E’ finita questa
dittatura, siamo liberi finalmente.!" Questo qui (il
custode) tira fuori la pistola, spara ,insomma, in sostanza ne
uccide due: Neirotti e Piol. Qui vedete, c’è la targhettina.
Allora cosa viene? Il tafferuglio… uno dei manifestanti,
Meotto, rimane ferito, è ancora vivente adesso. Poi comunque
niente, la guerra continua. Il custode rimase lì ,tant’è
che poi è stato contro Mussolini, poi è stato arrestato e se
ne è andato via da Rivoli.