Via Piave ,davanti alla ASL

Testimonianza di Carlo Mastri

Il percorso storico che i vostri docenti, con la nostra associazione dell’A.N.P.I. e l’associazione Colle del Lys, hanno inteso proporvi, è interessante perché riguarda la storia contemporanea e il Novecento, di questo proprio si tratta. Si tratta della storia contemporanea, del territorio dove vive l’uomo, dove ci sono le fortune, i dolori, le speranze, le fiducie anche nel futuro. Bene, vedete, in questa zona qui ,dove ci troviamo in questo momento, 60 anni fa , quando proprio è scoppiata la guerra il 10 giugno del 1940- avete studiato ‘sta parte storica- in questi confini c’era un enorme conflitto perché Mussolini aveva dichiarato guerra alla Francia. Il primo scontro è stato lì sulle Alpi occidentali. Voi immaginate che Rivoli era un percorso obbligato che andava da Corso Susa direttamente al confine e vi passavano chiaramente i camion che fornivano le armi ma anche portavano indietro, purtroppo, molti feriti e anche dei morti, dei caduti. Questo avvenne appunto nel 1940 , il 10 di giugno del 1940 . Ma in quell’anno, comunque, qui c’era prosperità: la gente lavorava, stava bene. Qui c’era la fabbrica di cioccolato, Graffi, e lì , dove c’è la COOP, c’era la fabbrica del cioccolato Taglia, molto importante. C’erano molte lavoratrici - essenzialmente le donne lavoravano nel settore cioccolata -, c’erano i dolci, le caramelle, i cioccolatini e quelle cose lì. Era un salario importante che entrava nelle famiglie allora, mentre magari gli uomini, alcuni erano qui in guerra, a pochi chilometri di distanza a lasciar la pelle, oppure qualcuno rimaneva anche ferito e mutilato per tutta la vita. Così avvenne purtroppo. Ecco, qui il campo di calcio allora c’era già. Questa casa c’era anche, era la casa del Littorio , vedete è una buona costruzione urbanistica del regime fascista di allora. È stata fatta negli anni 30, questa casa qui era la casa del fascio, della gioventù fascista, che si chiamava GIL . Era chiaramente quella che organizzava la gioventù nella città, nelle varie manifestazioni e la preparava, anche psicologicamente proprio, alla dittatura, al regime, all’accettare la dittatura fascista. Cosa che poi invece non è stata così per fortuna, perché anche dei giovani come voi hanno reagito a questa imposizione, che il 28 ottobre o il 23 marzo occorreva andare in piazza a manifestare vestiti in divisa da avanguardista o balilla. Chi l’ ha detta questa che io devo andare? Io voglio andare in montagna, voglio andare al cinema, voglio andare…In realtà questo è un problema d’imposizione, mentre oggi, insomma , alla festa del lavoro del 1° maggio s’invitano tutti a partecipare, chi vuole andare va, chi non vuole andare non va e va a sciare al Sestriere. Allora era imperativa la cosa, tu non potevi andare dove volevi perché, se non andavi a quella cerimonia , eri segnato. Ora, se mancavi qualche volta alle adunate, eri trattato come un sovversivo, eh cari miei, tu non eri più nell’elenco dei buoni e probabilmente il papà che, aveva bisogno di lavorare, non poteva lavorare più, anzi, quando magari veniva Mussolini a visitare la FIAT Mirafiori, si diceva: "Questo qui è pericoloso, bisogna metterlo in guardina per alcuni giorni, prima che arrivi Mussolini e poi anche dopo" Poi, se capitava, lo processavano e lo mandavano a Ventotene, l’isola, al confino per alcuni anni per stare al fresco. Ecco la città era questa: non c’era sto’ palazzo, c’erano quelle case lì, questo non c’era, come vedete e notate anche dalle strutture.

QUELLA, QUINDI, ERA UNA FABBRICA DI CIOCCOLATA?

Graffi, da qui fino a là in fondo ,però una parte era dedicata ad abitazione. Lì abitavano mio zio e i miei cugini. Poi vi racconterò. Qui c’era il campo, qui c’erano orti e lì non c’era l’USL allora. Là dietro, dove ci sono quei palazzi là, c’era la fabbrica che produceva i telai tessili, le macchine per le tecnografie, non c’erano quei palazzi là verso Corso Susa.

MA COSA C’ERA AL POSTO DELLA USL?

C’era la campagna. Qui c’erano i campi da gioco, di bocce lì. Sono tre campi. Ricordo dopo la guerra, perché non ero qui in quel periodo.

Allora, cosa avvenne poi qui? Questo è un punto storico .Voi sapete che Mussolini cadde, cioè il suo governo si trovò in minoranza , nel 25 luglio del 1943. Allora la gente cominciava ad essere stufa, perché dal 1940 al 1943 erano già circa tre anni di guerra . Avevamo già pagato caro : arrivavano le cartoline che il figlio era morto sul fronte greco o quello russo, chi non sapeva più nulla, chi arrivava a casa ferito e gli mancava una gamba, a chi un braccio, chi senza occhi e quelle mutilazioni le portavano per tutta la vita. La gente cominciava ad essere stufa di portare questa civiltà mussoliniana in altri paesi -che non era proprio così- , portava morte e distruzione la guerra . Allora, il giorno in cui cadde Mussolini la gente era felice e contenta. Allora festosa la gente arriva, come in tutti i paesi d’Italia , contenta e felice. La gente manifestava in piazza, era contenta, sorrideva, si abbracciava. "E’ finita la guerra !" Invece la guerra è andata ancora avanti. Vengono qui davanti alla casa del fascio, c’era un signore qui che era custode di questa struttura . Tra i cittadini c’era uno dei fratelli Piol, Severino, che era anche militare nel corpo dell’aeronautica, in quei giorni era a casa in licenza. Un altro giovanotto si chiamava Neirotti, poi c’era un certo Meotto. Questi qui volevano entrare per manifestare, tirare via le insegne del fascismo, buttar via tutto perché dicevano: "E’ finita questa dittatura, siamo liberi finalmente.!" Questo qui (il custode) tira fuori la pistola, spara ,insomma, in sostanza ne uccide due: Neirotti e Piol. Qui vedete, c’è la targhettina. Allora cosa viene? Il tafferuglio… uno dei manifestanti, Meotto, rimane ferito, è ancora vivente adesso. Poi comunque niente, la guerra continua. Il custode rimase lì ,tant’è che poi è stato contro Mussolini, poi è stato arrestato e se ne è andato via da Rivoli.

 

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