Testimonianza di Corrado Filippini

La morte di Agostino Piol

Io ero insieme a Magnetti, che aveva un fratello che era guardia comunale a Rivoli, e dovevamo andare a prendere dei Russi che volevano scappare. Un giorno siamo venuti qui a Villarbasse e ci siamo fermati in un’osteria, dove si sapeva che davano un piatto di minestra ai partigiani. C’eravamo io, Mazzola di Buttigliera e Magnetti. Era pomeriggio. Dopo mezz’ora che eravamo lì, arriva un ragazzo e dice che era arrivato Piol con la sua squadra, tra cui c’era anche il nostro Presidente, Bruno Simioli. Ci ha chiesto di andare ad Orbassano dove c’erano una ventina di Russi armati che volevano scappare, ma non sapevano come fare. Erano stati fatti prigionieri in Russia e gli avevano fatto una proposta . O venite con noi e poi li mettevano come punte d’ariete durante i combattimenti, mandavano loro avanti per essere ammazzati. Loro si sono stufati di stare coi tedeschi, hanno capito che la guerra era agli sgoccioli, e hanno chiesto di andare su in montagna. Allora hanno chiamato perché dovevano mettersi d’accordo con Piol e tutti gli altri. Soltanto hanno fatto un errore: si sono messi in un’osteria che si trova sulla strada principale che va da Rivoli ad Orbassano. Magnetti prende il mitra e se ne va via. Dopo un quarto d’ora si sente sparare.Usciamo e andiamo a piedi prudenti sotto un ponte; non si sentiva più niente. Poi abbiamo sentito il rumore di un camion che se ne andava. Allora siamo andati avanti e abbiamo trovato i morti là per terra. A Magnetti, che aveva preso il mio mitra, gli avevano sfasciato una spalla con una mitragliata e il mitra non c’era più. Lui era morto lì. Quelli dell’albergo ci hanno riferito che lui era stato ferito e gli avevano detto :" Sali sopra il camion!" E lui aveva detto:" Io con i fascisti non salgo!" e ha sputato per terra. Allora quello che comandava, il sergente maggiore, gli ha sparato una raffica di mitra e lo ha preso in pieno. Poi c’erano i due Ferrero, Piol, che era riuscito a trascinarsi in un fosso, contro il muro e loro l’avevano creduto morto e lo hanno lasciato stare.Come ha sentito andar via il camion si è trascinato. Noi abbiamo fatto venir giù un furgoncino che i partigiani avevano preso ai tedeschi e l’abbiamo portato all’ospedale di Giaveno. I dottori lo hanno operato nella notte, ma aveva l’intestino bucato; in ogni caso era ancora vivo. Nella notte i partigiani , suoi amici, ( la brigata era comandata da Fassino) per festeggiare il fatto che era ancora vivo, si sono messi a sparare. Da dentro l’ospedale hanno pensato che fossero tornati i tedeschi, perché a volte i tedeschi venivano a vedere se riuscivano a fare un’imboscata, hanno preso Piol e lo hanno messo dentro una coperta per portarlo in cantina. Ma sono scivolati e lì si sono strappati i punti ed è morto. In tutti i casi, il dottore ci aveva già detto che difficilmente si sarebbe salvato perché aveva delle ferite gravissime. Così è morto Augusto Piol, medaglia d’oro. Era un ragazzo coraggioso. Alcuni mesi prima c’erano i tedeschi in via Maestra. Lui è arrivato con un gruppo, è andato giù per la via col mitra, così, ha visto un tedesco e l’ ha fulminato e poi un altro e poi è andato in fondo alla via; scappavano tutti. Gli hanno detto che dentro dal barbiere c’era un tedesco che si stava facendo la barba. E’ andato là e ha bucato la saracinesca…Ormai era esaltato perché gli avevano già ucciso due fratelli: uno alla Casa del Sole, alla casa fascista del Littorio, il padre glielo avevano ammazzato, torturato e buttato dentro nell’acqua in un fossato; quando è morto il dottore ha detto che è morto per via delle bastonate: avrà avuto venti, trenta fratture nel corpo..mi viene ancora il magone a ricordare…l’ hanno buttato dentro in una roggia. L’altro fratello Arduino è morto invece così. C’era stato un grosso rastrellamento al Colle del Lys. Ogni 15 giorni c’era un rastrellamento, ci davano la caccia perché noi facevamo degli attentati ai tedeschi, quando passavano delle colonne si sparava. Eravamo in mezzo alle piante in Corso Susa; non c’erano macchine che passavano. Quando uno vedeva arrivare i tedeschi da lontano faceva segno che arrivavano. Allora si sparava.

I tedeschi si fermavano e noi-alè- attraverso i boschi, andavamo fino alla Dora e saltavamo dentro nell’acqua. E loro ci correvano dietro. Ci odiavano perché davamo fastidio, inceppavamo la loro macchina da guerra; quelle divisioni che dovevano tenere qua perché c’erano i Resistenti in ogni paese, avrebbero potuto mandarle a combattere in Russia, invece noi li impegnavamo. In Piemonte, Lombardia, Veneto.

Allora, c’è stato questo rastrellamento: i partigiani si sono trasferiti dall’altra parte della Valle e son saliti alla Sacra di S.Michele. Prima di arrivare su, si sono fermati in una specie di bettola per mangiare un pezzo di pane e bere un bicchiere di vino. Qualcuno li ha visti ed ha fatto la spia.

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