
Come tanti meridionali, si era
arruolato nei Carabinieri nel 1939.
L'anno successivo, aggregato alla 608^ Sezione
dell'Aeronautica, era stato trasferito in Africa settentrionale.
Era tornato in Italia nel 1942 per seguire un
corso per sottufficiali a Firenze.
L'8 settembre 1943 lo colse a Roma, dove con il
grado di vicebrigadiere, fu assegnato alla caserma dei
carabinieri di Torre in Pietra.
In quella località, la sera del 22 settembre,
un'esplosione, avvenuta in una vicina caserma abbandonata dalle
Guardia di Finanza, uccise due militari tedeschi e ne ferì
alcuni altri che vi si erano acquartierati. Alcune bombe a mano,
dimenticate dalle "Fiamme gialle" in una cassa, erano esplose
quando i tedeschi vi si erano messi a curiosare.
Fu il pretesto per organizzare un rastrellamento
e il mattino i tedeschi si presentarono alla Stazione dei
carabinieri trascinandovi 22 civili, fermati casualmente nei
dintorni: per dare una sembianza di legalità a quello che si
proponevano di fare, chiesero la presenza del comandante della
Stazione. Il maresciallo non c'era e il vice brigadiere
D'Acquisto fu costretto a seguire i tedeschi con i loro
prigionieri sino a Palidoro.
Dopo un sommario interrogatorio, durante il quale
ciascuno professò la propria estraneità al fatto, l'ufficiale
che comandava il drappello tedesco ordinò che a tutti i 22
civili fosse data una pala perché si scavassero la fossa.
A questo punto il vice brigadiere, compreso che i
tedeschi avrebbero ucciso tutti i prigionieri, per salvare 22
innocenti si accusò del preteso attentato.
D'Acquisto fu fucilato sul posto. I civili
vennero tutti rilasciati.
Questa la motivazione della Medaglia d'Oro al VM:
"Esempio luminoso
d'altruismo, spinto fino alla suprema rinuncia della vita. Sul
luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era
stato condotto dalle orde naziste, insieme con 22 ostaggi civili
del territorio della sua stazione, pure essi innocenti, non
esitava a dichiararsi unico responsabile di un presunto
attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così - da
solo - impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi
stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di
purissimo eroismo nella storia gloriosa dell'Arma".
Medaglia d'Oro al valor militare
alla memoria. |