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Aurelio
Peccei trascorse a Torino la sua giovinezza e si laureò in
economia all'università del capoluogo piemontese nel 1930.
Successivamente, grazie ad una borsa di studio, si trasferì alla
Sorbona di Parigi, dove fu premiato con un viaggio gratuito in
Unione Sovietica. La conoscenza di molte lingue straniere gli
permise di entrare in Fiat, nonostante fosse sospetto di
anti-fascismo. Nel 1935 una sua fortunata spedizione in Cina per
conto della Fiat gli permise di affermare la sua figura
dirigenziale all'interno dell'azienda.
Durante la
Seconda guerra mondiale Peccei fu coinvolto nel movimento
anti-fascista e nella resistenza, dove fu membro delle "Brigate
Giustizia e Libertà". La sua lotta durò fino al 1944, quando fu
arrestato, incarcerato, torturato e giunse ad un passo
dall'esecuzione ma riuscì a resistere fino alla liberazione.
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