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Altissima
figura di intellettuale liberale e antifascista, Piero Gobetti
nasce a Torino il 19 giugno 1901. Vissuto solo venticinque anni,
perché le aggressioni fasciste ne stroncano la giovane
esistenza, Piero Gobetti ha lasciato indubbiamente un segno
indelebile nella storia nazionale, come intellettuale e come
organizzatore di cultura.
Figlio di
genitori di origine contadina trasferitisi da pochi anni nel
capoluogo piemontese per iniziare un piccolo commercio, dopo una
brillantissima carriera scolastica, nel 1918 Piero si diploma al
liceo Gioberti.
Si iscrive
alla Facoltà di Giurisprudenza ma già nel novembre dello stesso
anno fa uscire il primo numero di "Energie Nove", rivista di
ispirazione salveminiana e crociana, di cui è fondatore e
direttore.
Nel 1919 è
animatore del gruppo torinese degli unitari, che rappresenta al
congresso fiorentino dell'aprile, ove nasce la Lega democratica
per il rinnovamento della politica nazionale.
La sua
collaborazione a numerosi giornali e periodici del tempo, tra
cui sono da annoverare "Conscientia", "Il Lavoro", "L'Educazione
nazionale", "Poesia ed arte", "L'Ora" di Palermo, "Il Popolo
romano" e "Il Resto del Carlino", è sempre intensissima.
Nel 1921
approda all"'Ordine Nuovo", organo della minoranza comunista
della sezione torinese del Psi. Sulle pagine del quotidiano
comunista Gobetti (che si firma con lo pseudonimo di Giuseppe
Baretti) scrive di letteratura e di teatro.
Nel 1922,
ricollegandosi idealmente all'esperienza di "Energie Nuove",
fonda il settimanale "Rivoluzione Liberale" che intende porsi
come voce di un'opera rinnovatrice, in cui siano protagoniste
sia le élites intellettuali della borghesia, sia le coscienze
più attive del proletariato. Sotto il fascismo la rivista
diviene organo dell'antifascismo militante e subisce una forte
repressione.
Nel settembre
1924 Gobetti viene selvaggiamente aggredito, tuttavia due mesi
dopo dà vita ad una nuova rivista, "Il Baretti", oltre ad nuova
casa editrice, la "Piero Gobetti editore", con la quale
pubblicherà, fra l'altro, la prima edizione della raccolta
poetica "Ossi di seppia" di Eugenio Montale. Con questa rivista
Gobetti mira a trasferire sul piano culturale e letterario
quella opposizione che sul piano politico è ormai impossibile.
Oltre
all'intenso impegno culturale svolto in campo pubblicistico,
Piero Gobetti si dedica anche agli studi su Vittorio Alfieri e a
un'interessante ricognizione sulla letteratura russa. Spiccato è
inoltre il suo interesse nei confronti della pittura, in
particolare dell'arte di Casorati.
Dopo una vita
svolta all'insegna di un impegno costantemente militante e di
un'assoluta integrità morale, accompagnata da una grande
sensibilità verso le più importanti problematiche sociali, e
dopo un ulteriore pestaggio fascista in cui
viene lasciato esanime sulla porta di casa, nel 1926 sceglie
l'esilio a Parigi. Mai più riavutosi dalle ferite,
una bronchite lo stronca nella notte del
15 febbraio.
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