Figlio
di Ernesto e
di Luigia Pisceria, nato a
Torino il 21 luglio 1923 e lì
residente.
Era studente
universitario, iscritto all'Università di Torino
facoltà di Matematica; la sua famiglia
possedeva una bella casa a
Rivalta situata in via Giuseppe
Griva 49, usata per i periodi di
vacanza.
Tenente nel Regio Esercito,
dopo l'8 settembre
1943 entra nella Lotta di
Resistenza nella Banda
Cattolica del Marchese Felice
Cordero di Pamparato detto
"Campana", anche lui Tenente
dell'Esercito, con il quale
condivideva da tempo una
fraterna amicizia. Emilio viene
nominato Comandante di Brigata.
L'8 marzo '44, lui con
alcuni compagni, tentarono
un'azione al deposito della
stazione ferroviaria di None,
nel tentativo di sottrarre
automezzi ai militari tedeschi:
l'azione finì male in quanto
Emilio e il suo compagno Angelo
Cresti vennero colpiti a morte
da raffiche di mitra, mentre
Alfredo Serra gravemente ferito
morì il giorno successivo.
Luciano Storello, anche lui
ferito, riuscì a cavarsela,
mentre altri due partigiani,
Mattia Dealbera e Luciano
Ferretti, vennero catturati e
inviati al lavoro coatto in
Germania, da dove tornarono solo
a guerra finita.
Dopo lo scontro a fuoco i corpi
di Emilio e di Angelo vennero
lasciati a terra e nel fango per
molte ore come monito ai
cittadini. Il corpo di Emilio
venne poi sepolto nella tomba di
famiglia del Cimitero
Monumentale di Torino. Una
lapide alla stazione di None
ricorda il sacrificio dei
giovani partigiani.
A Emilio è stata intitolata
la piazzetta che si trova
davanti alla chiesa parrocchiale
dei Ss. Pietro e Andrea
Apostoli. |