Un altro nucleo di bimbi rinchiusi ad
Auschwitz è rappresentato dai bambini evacuati dal ghetto di
Theresienstadt.
L’idea iniziale era quella di costituire
un campo modello, da mostrare con orgoglio alle eventuali
commissioni straniere e agli inviati della Croce Rossa. Invece
in pochi mesi Theresienstadt diventò un ghetto dove
imperversavano la fame e il tifo, dove il lavoro massacrante di
80 o 100 ore settimanali estenuava la popolazione, dove morivano
ogni giorno centinaia di persone.
Ma uomini e donne deportati riuscirono,
fedeli alla sopravvivenza della dignità umana, a organizzare i
bambini, a farli studiare e lavorare.
Dal 1942 al 1944 a Theresienstadt furono
deportati 15 mila bambini dai sette ai tredici anni; a
scaglioni, poi, essi furono trasportati ad Auschwitz e qui,
avvelenati, bruciati e le loro ceneri disperse.
Quando Auschwitz fu liberato dai Russi,
il numero dei bambini era di 270
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