La riorganizzazione del Cln
Il 18 febbraio 1944, la Rsi reitera il bando d’arruolamento per i nati nel 1925 e nel 1926, minacciando di morte i renitenti: su 180.000 giovani coinvolti, rispondono però solo in 87.000, addestrati successivamente in Germania ed inquadrati in quattro divisioni. Proprio il bando è, d’altro canto, la causa indiretta dello straordinario sviluppo delle bande partigiane, che alla fine dell’inverno giungono a contare circa 15.000 effettivi, oltre a migliaia di fiancheggiatori, tra staffette, informatori ed altri collaboratori. Proprio per governare la crescita tumultuosa delle bande e, contemporaneamente, sostenerle con maggior efficacia, creando un rapporto politico organico con la popolazione civile –necessario anche per preparare il dopoguerra-, all’inizio del 1944 il Cln si dà una capillare articolazione a livello regionale, provinciale e locale, dislocandola rispettivamente nelle città capoluogo, nei centri urbani di media dimensione e nei maggiori insediamenti rurali. In particolare, il Cln milanese si trasforma in Cln dell’Alta Italia (Clnai), riconosciuto dal governo Bonomi come “autorità coordinatrice di tutte le attività politiche e militari della Resistenza” nelle regioni settentrionali. |
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