Nato
a Torino, ingegnere, generale di brigata del
Genio Ferrovieri,
Medaglia d'oro al valor militare alla
memoria.
Figlio di un
funzionario delle Ferrovie dello Stato,
ottenuta la licenza in fisica e matematica
all'Istituto tecnico, fu ammesso
all'Accademia militare di Artiglieria e
Genio di Torino.
Secondo del suo
corso di 79 allievi, Perotti ne uscì col
grado di sottotenente. Il primo conflitto
mondiale lo vede in prima linea con i
reparti minatori.
Durante la rotta
di Caporetto a lui è affidato il compito di
far saltare i ponti sul Piave e lo fa con
tale diligenza che, con un soldato, resta
bloccato sull'altra sponda.
Ciò gli vale una
Medaglia di bronzo e la promozione a
capitano per meriti di guerra. Nel
dopoguerra il giovane ufficiale è assegnato
come istruttore all'Accademia di Torino. Vi
resta tre anni, poi chiede l'aspettativa per
poter conseguire, al Politecnico di Torino,
la laurea in ingegneria civile.
Quando torna in
servizio, alla Direzione del Genio militare
di Corpo d'Armata, è nominato capo sezione
dei lavori di montagna e poi è addetto
all'Ufficio fortificazioni. Considerato un
tecnico di gran valore, gli è affidato
l'insegnamento di "costruzioni" alla Scuola
di applicazione di Artiglieria e Genio.
Promosso maggiore e poi tenente colonnello,
Perotti partecipa alla campagna in Etiopia,
dove dirige la costruzione di strade e
ponti. Nel 1938, quando rientra in Italia,
gli è affidato il comando dei 15.000 uomini
del Reggimento Ferrovieri. Nel luglio del
'42, quando è promosso generale di brigata,
è destinato a Roma presso lo Stato Maggiore.
All'armistizio
Perotti non ha esitazioni.
Entra subito nella Resistenza e si mette a
disposizione del CLNRP (Comitato di
liberazione nazionale regionale piemontese)
senza porre problemi di grado e di
mansioni da svolgere. Le sue capacità, la
sua modestia, i suoi sentimenti democratici
fanno sì che il CLN lo nomini coordinatore
del Comitato piemontese.
In pochi mesi
Perotti getta le basi dell'organizzazione e
della tattica della guerriglia in Piemonte
sino a che, per una delazione, il 1° aprile
1945 è arrestato con altri compagni di
lotta.
Processato dal
Tribunale speciale (che aveva avuto,
direttamente da Mussolini, l'ordine di
emettere la sentenza più dura), al momento
della condanna a morte si rivolse ai
coimputati e comandò: "Signori Ufficiali,
attenti: Viva l'Italia!".
Fu fucilato al
poligono del Martinetto con Franco Balbis,
Quinto Bevilacqua, Giulio Biglieri, Paolo
Braccini, Enrico Giachino, Eusebio Giambone
e Massimo Montano.
Alla Medaglia
d'oro Giuseppe Perotti è dedicata una sala
del Museo del Genio, a Roma, una Scuola
media a Torino, una piazza a Carrù. Nel
sessantesimo della Liberazione, la Sezione
ANPI "Dante Di Nanni" di Torino ha
inaugurato una targa in memoria del valoroso
generale.
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