Nato
a Collegno (Torino) il 24 agosto 1927,
fucilato a Moncalieri (Torino) il 27 luglio
1944, apprendista meccanico,
Medaglia d'oro al
valor militare alla memoria.
Seguendo
l'esempio del fratello, si unì, cinque
giorni dopo l'armistizio, ai primi gruppi
partigiani sorti in Val Susa. Ben presto il
ragazzo, con il nome di battaglia di
"Falco", fu nominato capo squadra di una
formazione della 45a Brigata e nel maggio
del 1944 divenne comandante di distaccamento
della 48a "Garibaldi". Sempre in prima fila
nelle azioni più rischiose, Renzo Cattaneo
si distinse soprattutto nei combattimenti
che la Brigata sostenne nelle Valli di Lanzo
e in quelle di Rubiana. Inviato in missione
a Torino, "Falco" cadde (forse per
delazione), nelle mani della polizia
fascista. Nonostante le percosse negò ogni
addebito e i fascisti, tratti in inganno
dalla sua giovanissima età, lo rilasciarono.
Così il ragazzo riprese la strada della
montagna e, entrato nelle formazioni
"Giacomo Matteotti", combatté nella Brigata
"Tre confini", distinguendosi nei
combattimenti e nelle azioni di sabotaggio a
Mompellato, sul Colle del Lys e a Canale
d'Alba. Gli fu fatale il ritorno a Torino,
per una missione con altri compagni di
lotta. Catturato e rinchiuso nelle segrete
di via Asti, fu condannato a morte,
trasportato dai fascisti a Moncalieri e
fucilato. Questa la
motivazione della massima ricompensa al
valor militare alla sua memoria, che gli è
stata concessa con decreto del 10 luglio
1947: "Sedicenne,
rispose intrepido al richiamo della Patria
per la liberazione del popolo oppresso.
Partigiano valoroso, primo tra i primi,
partecipò a numerose azioni di guerriglia
infondendo a tutti coraggio, emergendo per
ardimento e guadagnandosi la stima dei
compagni che lo vollero comandante di
squadra. Arrestato, per delazione, dalla
polizia nazifascista e sottoposto a
snervanti interrogatori durante i quali
venne più volte percosso, mantenne sempre
fiero il silenzio, salvando così la vita a
numerosi compagni. Rilasciato per la sua
giovane età, risalì le valli tanto amate
riprendendo con maggiore ardore la dura
lotta e rifulgendo per indomito coraggio.
Inviato a Torino per una importante missione
veniva nuovamente arrestato con il suo
comandante ed un compagno. Per salvare i
fratelli di fede, si addossava la
responsabilità di azioni punitive contro
spie fasciste, accettando serenamente la
condanna a morte. Cadeva sotto il piombo
nazifascista, fiero di essere partigiano
della libertà. Fulgido esempio di cosciente
valore, dì altruismo e di piena dedizione
alla causa della libertà". Nel
suo paese natale, alle porte di Torino, non
hanno dimenticato il giovanissimo eroe della
Resistenza. La sezione dell'ANPI di Collegno
è intitolata a Renzo Cattaneo. Una strada
porta il nome del ragazzo, così come una
scuola elementare e la biblioteca comunale.
In piazza IV Novembre, dove "Falco" era
nato, lo ricorda una lapide.
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