Abe Simioli ricorda la fucilazione del padre Egisippo
Quanti anni aveva lei allora? Quattordici anni, andavo verso i quindici. Stavo dormendo quando è venuto mio padre con Bellettati e Venturello. Erano andati a prendere una mucca o un vitello per macellarlo e io e Giovanni Bellettati dovevamo portarlo in montagna con gli zaini. Invece in seguito alla spiata sono arrivati i fascisti. Sono venuti proprio in casa? Sono venuti in casa cercando “lo zoppo”. Sbagliavano persino a dire il nome di mio padre e mia madre ha detto: ”Grazie al Signore mio marito cammina bene, però non so, è una vita che è via.” Avevamo la luce della cantina accesa e non appena mia madre l’ ha spenta i fascisti hanno subito pensato che fossero lì dentro. Li hanno presi e portati alla Casa Littoria dove li hanno torturati. Alla Casa Littoria… E a mezzogiorno li hanno fucilati. Ah subito! Subito. Li hanno presi la notte, erano circa le due. Sono riuscito a scappare dal Tavolata dalla finestra e poi da lì attraversando un fosso sono andato verso i Tetti sotto gli spari della mitragliatrice. Volevo andare dai Macario ma avevano preso già anche loro. Cioè lei era andato per avvertire… Per avvertire di quello che stava succedendo, ma avevano già preso i Macario e i Neirotti. Li avevano portati alla Casa Littoria e poi a Druento dove li hanno fucilati. Allora sono scappato su in montagna ........
Bruno Simioli racconta come venne a conoscenza della fucilazione del padre Egisippo Abbiamo visto nella lapide che suo padre è morto… Quando c’è stato il rastrellamento mio padre, Bellettati e altri due sono riusciti a scappare a casa in via Luigi Gatti, che allora si chiamava via Castelrotto, dove c’è quel caseggiato grosso di Tavolata. Lì c’era uno che faceva la spia; gli hanno dato dieci lire e lui è andato a dire che si erano nascosti in cantina e così hanno cominciato a sparare finché li hanno presi e portati alla Casa Littoria in Via Piave. C’era anche un partigiano nostro amico, che era il fidanzato della Bellettati e che prima di essere fucilato ha chiesto di sposarla. Li hanno fucilati in Piazza Martiri. Hanno preso i miei fratelli piccoli e li hanno portati là a vedere fucilare il loro padre. Ma lei non c’era? Io ero già prigioniero, ero a Mauthausen. Quindi lei l’ ha saputo al ritorno? L’ ho saputo al ritorno. Mio padre, insieme ad altri, aveva preso dei tedeschi quando ero in prigione alle Nuove per fare il cambio, ma non sono riusciti a farmi uscire perché io ero vestito da tedesco. Don Luigi Morella ha potuto scambiare quattro tedeschi con quattro amici, anche loro partigiani. Come dicevo prima, da lì mi hanno portato alle carceri a Milano, che erano peggio di quelle di Torino, poi a Bolzano e infine a Mauthausen.
Da: www.Rivolidistoria.it Testimonianze di Abe Simioli e di Bruno Simioli Fucilazione di Giuseppe Venturello, Decimo Bellettati, Egisippo Simioli, Giuseppe Castagno e morte di Alvaro Bellettati. |