Nato a Novara il 18 settembre 1910, fucilato alle Casermette di Rivoli il 10 marzo 1945. Nel 1928 si iscrive al Partito nazionale fascista. Messo a capo del fascio giovanile di Teramo, è anche dirigente provinciale del G.U.F. (Gruppo universitario fascista), consultore della Scuola di Mistica fascista e caporedattore del giornale "Il Solco". Nel 1940 è chiamato alle armi e arruolato con il grado di capitano nel Battaglione alpino Val Pescara , dislocato in Grecia e Montenegro. L’esperienza della guerra lo porta a rivedere le sue posizioni, tanto che, dopo il rimpatrio (luglio 1943) e l’armistizio, egli non esita a collegarsi ai primi gruppi partigiani del Teramano. La sua attività in seno al movimento partigiano non rimane tuttavia segreta molto a lungo: convocato dal Comando militare provinciale, Molinari vi si presenta l’8 febbraio 1944, venendo immediatamente arrestato. Consegnato ai tedeschi, è dapprima inviato a Bolzano, quindi trasferito nel campo di internamento per ufficiali italiani di Vittel, in Francia. Riuscito a fuggire il 14 agosto successivo, si unisce al Maquis ed entra nelle fila del Gruppo Bourgogne in qualità di capitano delle Forces Françaises de l’Intérieur. Dopo aver preso parte a numerose azioni (tra cui la liberazione di Lione), rientra in Italia e, verso la fine di novembre, diventa l’ufficiale di collegamento con le Forze Alleate della IV Divisione alpina Canavesana. Inviato in missione a Noasca (TO), è tradito da una delazione e catturato dai tedeschi il 3 dicembre 1944, mentre si trova a Locana (TO). Trasportato alla caserma "Pinelli" di Cuorgné (TO), viene a lungo torturato e interrogato dai nazisti, che tentano di ottenere da lui informazioni sull’attività anglo-americana in Francia. Trasferito a Rivoli, viene rinchiuso nello scantinato (adibito a prigione) delle "Casermette" fino al 10 marzo 1945. Alle ore 18e45 infatti, Molinari è prelevato dalla cella e fucilato dai militi germanici per rappresaglia ad un attentato partigiano avvenuto a Bussoleno (TO). Con lui sono giustiziati anche Luciano Berton, Giuseppe Cassinelli, Luigi Lucco Borlera, Luigi Moschini, Francesco Novelli e Luigi Tartaglione. Alla memoria di Renato Molinari è stata concessa la medaglia d’argento al valor militare. |