Il sabato fascista

 
 

BALBONI Ivo

Il sabato fascista per me c’è stato quando sono diventato avanguardista, perché mi pare che i balilla andassero..... solo in palestra, non nei campi di gioco. 

Dai dieci ai quattordici anni ho lavorato sempre con quell’artigiano e avevo preso l’abitudine di non fare il

sabato fascista perché lì le ore non contavano. 

Mi piaceva giocare al calcio, avevo cominciato ragazzino all’oratorio e quindi andare la domenica e il

sabato a fare ginnastica per me era un invito a nozze, l’ ho sempre fatto volentieri.

Avevamo dei moschetti fatti apposta, erano ridotti, non so se sparassero proiettili veri, forse erano solo per

fare figura.

 
 

 
 

BUROCCHI Lorenzo

Come tutti i miei amici sono nato sotto il fascismo e ricordo che abbiamo fatto tutti il balilla, l’avanguardista, il giovane fascista e il pre-militare. Come balilla non facevo ancora il sabato fascista, poi come

avanguardista andavo al campo sportivo in via Piave, dove c’era la Casa del Fascio.

 
 

 
 

CARBI Guido

Io se potevo non andavo a fare il premilitare, anche se poi avevo delle punizioni, anche a scuola.

Sono stato balilla, ma non iscritto al partito.

 
 

 
 

FILIPPINI Corrado

Non ho fatto il balilla ma a dodici anni circa Martigliun, il figlio del Capo Stazione delle ferrovie dello Stato

che era il gerarca che comandava a Collegno, m’ ha detto di andare negli avanguardisti ed io ci sono andato.

Avevo la divisa, ero ben vestito; per me era un divertimento, non sapevo cosa fosse il Fascismo, la libertà,

il socialismo.

 
 

 
 

LEONE Pierina

Tutti i sabati dovevamo andare in piazza, i ragazzi a fare il pre-militare e le ragazze le piccole

italiane. Sfilavamo in mezzo ai fratelli, agli avanguardisti; era una cosa che bisognava fare.

Non lo facevamo volentieri. I miei fratelli erano già antifascisti e si stavano ribellando, già prima della

caduta del Fascismo.

Un sabato hanno sfilato con i fratelli Piol e parecchi altri con gli zoccoli che usavano i montanari.

Li hanno lasciati fare, però poi li hanno portati dentro, gli hanno dato tante di quelle botte… Sono stati due

mesi dentro per quel motivo.

 
 

 
 
MACARIO Giovanni

Io sono andato a fare il sabato fascista quando frequentavo la scuola al S. Giuseppe, quando eravamo nei moschettieri, nel ’41. Non partecipavo alle adunate. I miei fratelli invece dovevano andare a fare il premilitare alla Casa Littoria di via Piave, erano obbligati.

 
 

 
 

MONDON Cesare

Devo dire che durante la mia gioventù, quando ero balilla –sono stato balilla, avanguardista e giovane

fascista- ci sono stati momenti anche belli, soprattutto perché quando si è giovani la vita è sempre bella.

Il sabato era anche piacevole andare a fare istruzione.

 
 

 
 

PARACCA Gina

Io avevo due fratelli che andavano a fare il sabato fascista. Il più grande  lavorava il sabato perché vedeva

che non c’era abbastanza da mangiare. Preferiva fare quelle quattro ore in più il sabato pomeriggio piuttosto

che andare alla Casa del Popolo. Ho la fotografia a casa, peccato che non gliel’ ho portata, in cui porta gli

zoccoli. È andato con altri in via Granda, hanno preso i sabot e poi sono andati dai fascisti alla Casa Littoria

per dare loro una bella lezione. 

Allora non c’era ancora la Resistenza, e loro preferivano lavorare e guadagnare qualche lira in più piuttosto

che andare a fare istruzione fascista. Un gerarca ha chiesto se fossero tutti figli di madre vedova e allora

mia madre, che era una persona decisa, è andata alla Casa Littoria a chiedere cosa significasse quella frase

e di lasciar stare i ragazzi e di non istruirli alla guerra.

 
 

 
 

SIMIOLI ABE

Del Fascismo ricordo quello che diceva mio padre. Non mi mandava alle prove. Noi non siamo mai andati a

fare i balilla, ma mio fratello lo venivano a prendere, se non andava, per fargli fare il sabato fascista alla

Casa del Popolo.

Si ritrovavano lì, oppure al Castello San Grato, dove adesso c’è l’acquedotto. Anche i militari andavano lì a

fare gli esercizi. Quando è venuto Mussolini hanno preso mio padre tre giorni prima e due giorni dopo l’ hanno rilasciato. Se arrivava qualche persona molto importante prendevano mio padre e lo mettevano dentro perché

era già segnalato.

 
 

 
 

SIMIOLI BRUNO

Il sabato fascista bisognava sempre andare a fare ginnastica, la marcia; ti insegnavano a usare il moschetto,

la mitraglia e se non andavi i carabinieri  venivano a prenderti la domenica mattina e ti portavano in

caserma dove rimanevi tutta la giornata. Ti facevano tagliere l’erba, o fare pulizia, lavare i vetri e poi la

sera ti rimandavano a casa.

Io, i Paracca, i Carassio, tutta la squadra che poi è andata in montagna, non andavamo al raduno e la

domenica mattina, sapendo  l’ora in cui venivano i carabinieri, ce ne andavamo.

 
   
 

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