SIMIOLI Egisippo

Nato a Ro (FE) il 19.12.1902 – residente a Rivoli  – inserito nella 43^ DIV. DE VITIS

 fucilato in Piazza Principe Eugenio (oggi Piazza Martiri della Liberta') il  29 dicembre 1944

 

Il 29 dicembre 1944 vengono fucilati in Piazza Principe Eugenio, oggi Piazza Martiri della Libertà: Giuseppe Venturello, Decimo Bellettati, Egisippo Simioli, Giuseppe Castagno.

Racconta Agostina BELLETTATI:

Era il 27 dicembre del ’44 alle ore 20,45 ora del coprifuoco.

Il gruppo era andato a Tetti a prendere un vitello con buono del CLN. Desiderosi di salutare la madre, i miei fratelli, insieme ai compagni, nella via del ritorno decisero di fare una breve sosta nella casa materna.

La loro visita fu subito notata da due fascisti. Dopo aver convenuto che il gruppo era troppo numeroso per intervenire, avvisarono la “Folgore” che dalla Casa del Fascio giunse a circondare l’abitazione quasi immediatamente.

Il gruppo dei partigiani non aveva armi e, alle richieste di spiegazioni sulla provenienza del vitello, affermarono che era stato acquistato alla borsa nera, poiché lo sfamarsi era, nonostante tutto, una insopprimibile necessità.

I miei fratelli cercarono di tranquillizzare mia madre, affermarono che non avevano mai avuto armi, e che pertanto i timori di una tragica soluzione della vicenda, erano infondati.

Simioli non ebbe neanche il tempo di salutare la moglie: li arrestarono tutti e cinque e li portarono alla Casa del Fascio.

Appena seppi della cattura dei miei fratelli recandomi da mia madre Zita che abitava in Via Luigi Gatti 5, corsi disperata alla Casa del Fascio ma non mi permisero di entrare.

Mi fermai dalla famiglia del Geom. Rosa Nicola che mi diede dei soldi per tentare di ricevere, dietro pagamento, il buono con cui i miei fratelli avevano acquistato il vitello e distruggere in tal modo la prova di condanna.

Trafelata giunsi alla cascina ma, mio malgrado, mi informarono che il buono era già stato preso dalle SS fasciste.

Il giorno 28 dicembre i fascisti fecero affiggere ai muri della città un manifesto che annunciava la condanna a morte per fucilazione di Decimo Bellettati, Egisippo Simioli, Giuseppe Castagno e Giuseppe Venturello.

Andai da don Luigi il quale mi disse che non poteva più fare niente per i condannati ed esclamò: “Hanno sete di sangue”.

Don Luigi celebrò il rito di matrimonio religioso unendomi a Giuseppe Venturello alle 11.30 del 29 dicembre 1944. Mezz’ora dopo sarebbe stato ucciso con i suoi compagni in piazza Martiri, davanti alla Chiesa di Sant’Agostino (ora Banca San Paolo). I fascisti risparmiarono mio fratello Giovanni, perché aveva solo 15 anni, e l’altro mio fratello Alvaro, graziato quale cognato di Venturello.

Alvaro lavorò per un po’ di tempo alla FIAT e successivamente, per evitare vessazioni, si trasferì a Riva del Garda con l’aiuto della famiglia Rosa che in più occasioni si prestò a favore dei partigiani.

Purtroppo il 28 aprile 1945 Alvaro venne ucciso durante una sparatoriaavvenuta a Riva del Garda mentre i fascisti si stavano ritirando.

 
 
 

Biografia tratta da “ Testimonianze sulla Resistenza a Rivoli” Collana Pubblicazioni del Consiglio di Biblioteca Città di Rivoli – anno 1985 (testimonianza di Agostina BELLETTATI vedova VENTURELLO)

 
 

 
 

 

 
 
 

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