fratelli PIOL  e  Eliodoro PIOL

 

 

PIOL Severino nato a Belluno il 27.08.1922.

Ferito a morte il 26 luglio 1943 davanti alla Casa Littoria di Via Piave.

A Rivoli, il mattino del giorno successivo alla caduta del fascismo (Mussolini arrestato e sostituito dal Maresciallo Badoglio), un gruppo di cittadini volle comunicare alla cittadinanza che il fascismo era caduto eliminando tutti i simboli fascisti presenti in città: alla Stazione del trenino, in Municipio, alla Casa del Fascio di Via Piave, simboli che avevano per anni significato distruzione, demagogico imperialismo e bastonature.

Una ventina di operai dello stabilimento FAST giunse in Via Piave con l’intento di occupare la Casa del Fascio, in cui durante il ventennio molti rivolesi erano stati rinchiusi, picchiati e torturati perché oppositori del regime. Alcuni dei manifestanti entrarono nella palazzina e il custode, di nome Borcic, che era dentro, sentitosi minacciato prese la pistola e sparò contro di loro.   Furono feriti gravemente Severino Piol, Giuseppe Neirotti e Giuseppe Meotto.

Arrivarono i carabinieri e un  plotone di fanteria di stanza al Castello, presero sotto scorta il Borcic e lo portarono via perché la gente voleva linciarlo. Con un motofurgone i feriti furono trasportati all’ospedale. Purtroppo Giuseppe Neirotti e Severino Piol  non sopravvissero. Furono i primi rivolesi caduti per la Libertà. Solo Giuseppe Meotto si salvò.

Da quel momento non si ebbe più notizia del Borcic. Si seppe solo che non subì condanne, perché si ritenne avesse agito per legittima difesa.

Biografia tratta da “ Testimonianze sulla Resistenza a Rivoli” Collana Pubblicazioni del Consiglio di Biblioteca Città di Rivoli – anno 1985

 (testimonianza di Corrado FILIPPINI)

PIOL Arduino nato a Belluno il 14.12.1925

Ferito a morte alla Mortera (Avigliana) il 6 aprile 1944.

Il gruppo che il 6 aprile 1944 cadde in un agguato tedesco nella frazione Mortera era formato da: Mario Neirotti di 28 anni, Mario Bogge di 25, i fratelli Augusto e Arduino Piol di 20 e 18, Emilio Lazzarotto di 19, Pierino Farca di 18, Sergio Bono di 16 e Meneghin; era parte di una banda partigiana quasi del tutto formata da giovani rivolesi.

Nata subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 per opporsi all’occupazione tedesca e alla risorta dittatura fascista, la banda si era dislocata nei dintorni di Valdellatorre. Guidata da Neirotti, contava su una trentina di uomini, tra cui Bogge, Lazzarotto e Meneghin, mentre Bono aveva contribuito ad armarla con alcuni fucili e mitragliatori recuperati in una caserma di Rivoli.

Furono sorpresi da una pattuglia di tedeschi in azione di rastrellamento nella frazione Mortera mentre si stavano riposando nel cortile di un’osteria, il gruppetto fu sorpreso da soldati tedeschi, allertati da una spia e provenienti dal presidio del Dinamitificio Nobel.

Neirotti, Bogge, Farca e Arduino Piol rimasero uccisi, così come la proprietaria dell’osteria, Agnese Cugno Maritano, uscita dal locale per mettere in salvo il nipotino.

Meneghin, ferito, fu invece catturato e condotto a Torino, ma scampò la morte grazie a uno scambio tra prigionieri. Augusto Piol, Lazzarotto (detto Fransa) e Bono, che pur colpito si nascose in un mucchio di letame, riuscirono infine a salvarsi fuggendo.

I partigiani della formazione " Carlo Carli" risposero a questa azione tedesca con una incursione a Valgioie dove vennero uccisi sei tedeschi.

Biografia tratta da “ Testimonianze sulla Resistenza a Rivoli” Collana Pubblicazioni del Consiglio di Biblioteca Città di Rivoli – anno 1985

(testimonianza di Giuseppe SAMPO')

  PIOL Augusto  (Gusto) – nato a Limana (Belluno) il 08.01.1924.

Meccanico negli Stabilimenti “Giustina” di Torino, venne chiamato alle armi, non ancora ventenne, nel maggio 1943. Assegnato al btg. “Exilles” del 3° rgt. alp., prestò servizio al deposito e qui si trovava alla dichiarazione dell’armistizio. Appartenente alla 43^ DIV DE VITIS. Comandante della squadra “Volante”. Gravemente ferito il 5 ottoobre 1944, decedeva quattro giorni dopo nell’ospedale di Giaveno. Gli venne conferita la medaglia d’oro al valor militare:

Rivalta fu teatro di un’imboscata fascista in cui persero la vita quattro partigiani e rimase gravemente ferito Agostino Piol che morì due giorni dopo

Elio Ferrero, anch’egli presente e scampato all’eccidio, ricorda l’avvenimento e il soccorso che prestò ad Augusto Piol:

 “Ai primi del mese di ottobre arrivò un messaggio da parte del partigiano Magnetti che ci informava che a Rivalta erano pronte per noi alcune casse di cibo da ritirare.

Partimmo con due macchine dal colle Braida col nostro comandante Augusto Piol ed entrammo in Rivalta verso le ore dodici del 5 ottobre e ci ricongiungemmo, presso l’osteria di piazza del Municipio, con gli amici partigiani che avevano compiuto l’attacco ad Orbassano il giorno prima.

A causa di alcune spie fasciste, fummo, però, circondati da un gruppo di brigate nere e da una ventina di elementi della squadra Antipartigiana in borghese (venimmo poi a sapere il giorno della Liberazione che l’informazione era stata data da un falso partigiano infiltratosi nella formazione di Magnetti).

Incominciò un duro combattimento ed usai tutte le bombe a mano che avevo a disposizione e quasi tutte le cartucce del mio mitragliatore. Poi vidi cadere di fronte a me un partigiano di origine sarda, di nome Raggio, i due cugini Ferrero di S. Martino. Giuseppe Piovano (89) rimase gravemente ferito, ma riuscì a non arrendersi. Fu poi ucciso anche Magnetti.

Nel tentativo di trovare rifugio all’esterno Augusto Piol fu colpito da una raffica di mitra allo stomaco e alla testa. Riuscii, con l’aiuto di un mio compagno e di un contadino, a trascinarlo  su un fienile per cercare di nasconderlo, affinché non cadesse nelle mani dei fascisti.

Mentre tentavo di uscire dall’accerchiamento assistetti alla cattura di Bruno Simioli. Riuscii dopo varie peripezie ad arrivare a Giaveno, dove incontrai il comandante Fassino che,  dopo aver radunato una ventina di partigiani, stava arrivando in nostro aiuto. Era tardi. Infatti, ritornati a Rivalta, non potemmo far atro che raccogliere i morti ed i feriti.

Portato d’urgenza all’ospedale, il nostro comandante Piol fu operato dal noto comandante partigiano Prof. Usseglio. Purtroppo però, pochi giorni dopo, cessava divivere (09/10/1944).

Il comando della ‘volante’ fu assunto allora da Giacomo Antonini”.

 Insignito di MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MLITARE con la seguente motivazione:

“Comandante di una squadra in perlustrazione nell’interno di un abitato, attaccato di sorpresa da un plotone nemico, non esitava ad aprire il fuoco su di esso con un ficile mitragliatore, ingaggiando impari lotta a distanza ravvicinata. Visti cadere tre suoi compagni e costretto dalla pressione di elementi avversari, balzava in piedi e da solo si lanciava all’assalto costringendo l’avversario stesso a ripiegare, ma nella fase finale della lotta, mortalmente colpito all’addome, doveva alcuni giorni dopo, purtroppo, soccombere. Magnifica figura di patriota e di valorosissimo combattente della Libertà. – Rivalta (Torino), 5 ottobre 1944”.

PIOL Vairo . Nato a Belluno il 02.10.1929

Inserito nella 43^ DIV DE VTIS.

Deceduto il 18 maggio 1945 in seguito alle ferite causate dallo scoppio di una bomba sul piazzale del Castello di Rivoli.

 

PIOL Eliodoro  -  nato a Limana (Belluno) il 21 settembre 1901

torturato nelle celle delle Casermette di Rivoli e ritrovato il 27 giugno 1944 in Strada Rivalta sotto il ponte del Rio Garos.

Eliodoro venne imprigionato e torturato per più di venti giorni. Volevano  sapere da lui dove erano i figli, era impossibile che il padre non sapesse. In tutto questo tempo alla moglie Brigida  non fu mai concesso di incontralo; lo rivide soltanto al Cimitero di Rivoli e stentò molto a riconoscerlo tanto l’avevano massacrato. Insignito della Croce al Merito di Guerra.

 
 
 
 

Biografia tratta da “ Testimonianze sulla Resistenza a Rivoli

 
 

 
 

 

 
 
 

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