Militare
sul fronte russo nel 1942 fu ferito e subì il congelamento di un
piede. In quella occasione fu aiutato e condotto al campo medico
da Marzorati (il padre del futuro giocatore nazionale di
basket), che gli prestò ogni attenzione e cura. Fu ricondotto in
Italia e curato a Cremona, quindi tornò a Rivoli.
Nella primavera del '44, appena
potè riprendersi dalle ferite, fuggì in montagna e si aggregò
alla 17^ Brigata d'Assalto "Felice Cima" Comando SAP di
Brione-Valdellatorre.
Ebbe un incaricodi capo squadra e
svolse attività soprattutto medica, curando i partigiani feriti,
poichè per le sue condizioni fisiche non poteva muoversi
facilmente. Assisteva i feriti con il Dott. Astrua di Brione. I
partigiani venivano curati in una cava, in montagna, il cui
accesso era opportunamente mimetizzato da fascine e cespugli.
Il 1^ maggio 1945, Luigi, con
altri suoi compagni (Oriente Richard, Giacomo Meinardi,
Valentino il "tedesco" e Vittorio Perotti, l'unico che si salvò)
per ordini superiori, si diresse a Robassomero lungo il percorso
di ritirata delle truppe tedesche.
Intercettarono, però, una squadra
di fascisti e tedeschi che riuscirono a mettere a fuoco
l'automezzo su cui viaggiavano ( un carroarmato).
Luigi ed i suoi amici morirono
bruciati vivi nel carroarmato.
Le sue spoglie furono riportate a
Rivoli e sepolte nel Cimitero.
|