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I
PARTIGIANI DI GERBOLE
Il 24 maggio 1944 fu un giorno
particolarmente tragico
per la lotta di
Resistenza in Valsangone, ma anche per la
comunità rivaltese.
Quel giorno i tedeschi
fucilarono per rappresaglia 41 partigiani
8 dei quali erano
rivaltesi e tutti
residenti in frazione
Gerbole. Appartenevano
alla 43^ Divisione
Sergio De Vitis e furono catturati l’11
maggio
1944 nel Vallone della
Roussa in Valsangone dopo
che i soldati tedeschi
il giorno precedente avevano attaccato
l’alpeggio Sellery
inferiore dove erano acquartierati.
Ecco i loro nomi:
Ugo
Marocco
di anni 19, fucilato in
località Bonaria,
Angelo
Ronco
di anni 19,
Mario Galetto
di anni 27 e
Terenzio
Nepote
di anni 21, fucilati a Valgioie;
Giorgio Marconetto
di anni 25,
Pietro Marconetto
di anni 23,
Giovanni Marocco
di anni 23 e
Andrea Moine
di anni
25, fucilati sulla piazza del
mercato di Giaveno.
Erano residenti in frazione
Gerbole anche altri due
partigiani caduti:
Antonio
Galetto,
nato a Rivalta il 26 luglio 1928, resi
dente a cascina
Pruccia, era uno studente e apparteneva
alla 45^ Divisione
Alpina. E' caduto a Perosa Argentina in
Val Chisone il 17
aprile 1944. Da quando Antonio era salito
in montagna con i
partigiani, i suoi familiari non avevano
più avuto sue notizie.
Conobbero la tragica realtà
solamente dopo la fine
della guerra, quando vennero
informati da un
cittadino di Perosa Argentina che poco
dopo la morte di
Antonio, ne aveva ricomposto il corpo
dandone poi sepoltura
nella propria tomba di famiglia.
Giuseppe Vottero,
caduto a Sangano (Torino) il 26
giugno 1944.
Il Comune di Rivalta ha voluto
intitolare a questi dieci
partigiani il giardino
pubblico di Gerbole situato in via Carignano,
angolo via Toti. Una via è stata
intitolata ai cugini Giovanni e Ugo Marocco,
un’altra ai fratelli Giorgio e Pietro
Marconetto.
Il 25 aprile 2015
l’Amministrazione Comunale ha intitolato una via
ai Partigiani di Gerbole.
Altri quattro
giovani residenti in frazione Gerbole hanno
preso parte attiva alla lotta di Resistenza:
Costa Damiano, Druetta Matteo, Galetto Lorenzo e
Ronco Francesco.
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