I bambini e il Ghetto di Varsavia

 
 

la storia del Ghetto

 
 
 

 La fulminea  espansione del nazismo, portò a molti ebrei sotto il dominio tedesco. I tedeschi progettarono perciò la soluzione finale della questione ebraica: lo sterminio complessivo. In Polonia, dove il numero di ebrei era alto, essi furono progressivamente chiusi in ghetti nelle due città che ne avevano un numero consistente, Varsavia e Lòdz. Gli ebrei furono costretti a risiedere all’interno dei ghetti, che erano del tutto isolati dal mondo esterno. Il ghetto di Lòdz ebbe una popolazione di 170.000 ebrei, quello di Varsavia 500.000. Trasformati in veri e propri campi di lavoro, nei quali la popolazione era costretta a vivere in un regime comunitario, i ghetti erano destinati a sparire. Progressivamente i ghetti vennero chiusi e i loro abitanti furono deportati nei campi di concentramento, dove trovarono la morte. Tutto quello che gli ebrei possedevano, (appartamenti, mobili, suppellettili) venivano liquidati o venduti a prezzo irrisorio ai “tedeschi etnici”. Le razioni di cibo vennero ridotte fino oltre il limite di sopravvivenza, per questo moltissimi morivano di fame o per le malattie dovute alle condizioni igieniche sfavorevoli e al sovraffollamento. Numerosi ebrei venivano arruolati per il lavoro obbligatorio; si trattava di lavoro di pulizia o raccolta dei rifiuti municipali, lavori a lungo termini nelle imprese private all’interno o all’esterno del ghetto. Quando i nazisti vollero chiudere il ghetto di Varsavia e deportare la popolazione ebrea, scoppiò una rivolta, che essi repressero distruggendo l’intero ghetto e provocando la morte di 56.000 ebrei.  Il ghetto di Varsavia era ridotto a 40.000 abitanti e 300.000 morti dopo l’insurrezione. Il ghetto fu una delle più gravi violazioni della libertà individuale operata contro gli ebrei. Ebbe ripercussioni sia nel campo economico-sociale, sia in quello psicologico.

 

 
 

I bambini

 

All'interno del ghetto, vi erano innumerevoli ragazzini. Se il soldato nazista si distraeva un attimo, correvano fuori dalle mura per cercare alla borsa nera cibo per i genitori. Con un po’ di pane e qualche patata gettata al di là del muro, nutrivano tutta la famiglia. Tutti gli ebrei erano costretti a portare la stella di Davide mentre  i ragazzini no, quindi erano agevolati nel contrabbandare cibo. Di solito la polizia polacca chiudeva tutti e due gli occhi, ma i guardiani tedeschi del ghetto no, infatti moltissimi bambini furono uccisi. Non tutte le sentinelle erano carnefici, ma purtroppo molti mettevano subito mano all'arma e sparavano ai bambini: ogni giorno venivano portati all'ospedale. In un libro c'era scritto che un uomo chiese ad una ragazzina, cosa voleva essere e la ragazzina rispose :"Un cane signore, perché le sentinelle vogliono bene ai cani". I bambini venivano rinchiusi nelle prigioni, per il contrabbando, e quando c’erano le rappresaglie venivano fucilati insieme agli adulti. Se un giorno si innalzerà un monumento ai morti si dovranno nominare prima i bambini e commemorarli con queste parole "Agli ignoti bambini contrabbandieri".

 
 

la Resistenza del Ghetto di Varsavia

 

In Polonia la situazione non era per nulla favorevole agli ebrei. Nella società polacca mancava la volontà di aiutare questo popolo. Eppure nacque lo stesso un comitato di aiuto, che raggruppava responsabili di partiti politici ebraici e polacchi. Questo comitato distribuì soldi, aiutò 8000 ebrei a nascondersi e circa 2500 bambini vennero ospitati nei conventi, e 1300 presso le famiglie polacche.  Gli ebrei cercarono di opporsi all’oppressione dei tedeschi prendendo parte ai grandi movimenti della Resistenza. Alcuni si batterono nei ghetti dove scoppiarono diverse rivolte. La più famosa è l’insurrezione del quartiere ebraico di Varsavia. Mordechai Anielewicz e Marek Edelman organizzarono la resistenza armata e crearono un’organizzazione ebraica di combattimento. L’8 gennaio del 1943 i tedeschi entrarono nel ghetto, decisi a deportare 8000 ebrei. Ma nella colonna di uomini diretti alla stazione cominciarono a esplodere dei colpi, parecchi tedeschi vennero uccisi o feriti. I partigiani avevano poche armi ed erano costretti a servirsi delle fognature per rifornirsi, fino a quando anche queste furono bloccate. Gli scontri proseguirono fino all’8 maggio del 1943 quando il generale delle SS fece esplodere la grande sinagoga di Varsavia e annunciò la liquidazione del quartiere ebraico. Dal punto di vista militare, l’insurrezione dei combattenti di Varsavia, non fu che un aneddoto in confronto alle grandi battaglie, ma dal punto di vista simbolico fu un buon esempio di Resistenza.