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Strategie e tattiche della Resistenza

I partiti che formano il Cln non si differenziano soltanto per orientamento ideologico e prospettive politiche: pur condividendo il progetto di liberare l’Italia dal nazifascismo con le armi, hanno visioni strategiche e tattiche della Resistenza assai diverse.

L’idea di una Resistenza che, oltre a sviluppare azioni di guerriglia militare, agisca sul terreno civile accomuna il Pci, il Pd’a e lo Psiup.

In particolare, il Pci è il primo partito ad impegnarsi per un’efficace ed articolata struttura politico-militare delle proprie bande, teorizzando fin dal novembre del 1943 l’organizzazione delle formazioni intitolate a “Giuseppe Garibaldi” e, nelle aree urbane, dei Gruppi d’azione patriottica (Gap).

Dal canto suo, il Pd’a riesce a formare una vera e propria struttura politico-militare soltanto nel febbraio 1944, con le brigate “Giustizia e libertà” (Gl). Più tardiva ancora, infine, è la costituzione delle brigate “Giacomo Matteotti” da parte dello Psiup, nuovamente diviso tra i massimalisti, che premono per un immediato passaggio all’azione, e i riformisti, che invece propendono per attendere gli sviluppi della situazione.

Diversamente, il Pli, la Dc e, più in generale, coloro che fanno riferimento al governo Badoglio pensano alla Resistenza come ad una guerra vera e propria, da condurre con metodi tradizionali e in nome della fedeltà alle istituzioni monarchiche. .

 

Le bande partigiane che s’ispirano a queste forze politiche, le prime a costituirsi, sono generalmente definite come “Autonome” e, coerentemente con le indicazioni impartite dal governo Badoglio, si danno un inquadramento rigorosamente militare, operando in stretto collegamento con gli Alleati
Quanto agli Alleati, occorre chiarire come, sulla scorta del modello dei maquis francesi, preferirebbero uno sviluppo della Resistenza nel senso di rete di piccoli gruppi dediti all’informazione e al sabotaggio, anziché di movimento armato di massa. Non a caso, tra settembre e ottobre del ‘43, l’intelligence alleata punta, invece che a prendere contatti con le bande partigiane, ad impegnarsi nel favorire la fuga verso la Svizzera dei prigionieri di guerra inglesi e americani.