CRONOLOGIE COMPARATE

1943

MARZO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

5. Gli operai torinesi reagiscono con lo sciopero ai bombardamenti ed alla mancanza di cibo e combustibile. Per primi, sono i lavoratori della Fiat Mirafiori a bloccare la produzione, con rivendicazioni che vanno dagli aumenti salariali contro il carovita all’uscita dell’Italia dal conflitto. Coordinato da non più di un centinaio di militanti comunisti, lo sciopero si estende a tutte le maggiori fabbriche cittadine, durando fino al, malgrado il regime arresti e deferisca 164 operai al Tribunale speciale

   
 

13. In valle di Susa, scendono in sciopero i lavoratori del Dinamitificio Nobel di Avigliana

 

24. Lo sciopero si estende a Milano

   

LUGLIO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

10. Gli Alleati sbarcano truppe in Sicilia: è l’ennesima prova di come la Seconda guerra mondiale stia volgendo al peggio per l’Asse, dopo l’inizio della controffensiva degli Alleati nel Pacifico (febbraio 1943), la capitolazione in Nord Africa (13 maggio 1943) ed il fallimento dell’invasione dell’Urss (luglio 1943)

   

25. Mussolini è messo in minoranza dal Gran consiglio del fascismo, su un ordine del giorno che prevede l’eliminazione delle strutture totalitarie ed il ripristino della legalità costituzionale.

E’ il primo atto del colpo di Stato attuato dal re, Vittorio Emanuele III di Savoia, con il sostegno dei vertici dell’esercito e di una parte dell’apparato di potere fascista.

Mussolini è arrestato, mentre primo ministro diventa il generale Pietro Badoglio, che pure ha condiviso tutte le scelte politiche e militari del regime.

Nulla di quanto ha caratterizzato il passato è messo in discussione: non l’alleanza con la Germania né la partecipazione alla guerra né la forma dittatoriale del potere

   

26. In tutt’Italia, si susseguono spontanee dimostrazioni di gioia, motivate dalla speranza che la guerra finisca presto.

Il generale Roatta, capo di Stato maggiore dell’esercito, proclama lo stato d’assedio

Nella valle, la popolazione festeggia pubblicamente, distrugge le sedi fasciste e cancella i simboli del regime

Nelle valli, la popolazione festeggia pubblicamente la fine della guerra

28. Un decreto governativo scioglie il Partito nazionale fascista (Pnf) e la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (Mvsn)

   

AGOSTO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

Le manifestazioni tendono ad attenuarsi nelle aree rurali e rimangono vive solo nelle grandi città del Nord, in Emilia e in Toscana, dove assumono un indirizzo politico, rivendicando l’epurazione dei fascisti, la liberazione dei prigionieri politici e la smilitarizzazione delle fabbriche. La repressione attuata dall’esercito provoca 83 morti e circa cinquecento feriti e duemila arresti.

Mentre il re e Badoglio lasciano le truppe italiane prive di indicazioni operative, i tedeschi attuano l’operazione Alarico, ammassando circa 400.000 uomini soprattutto nel Centro-Nord

   

17. Gli Alleati completano l’occupazione della Sicilia

   

23. Mussolini, sempre in stato d’arresto, è trasferito a Campo Imperatore, località montana dell’Abruzzo

   

SETTEMBRE

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

3. Gli Alleati sbarcano truppe in Calabria.

Dopo aver attivato contatti segreti con gli Alleati, il re e i vertici istituzionali firmano l’armistizio a Cassibile

   

8. Vittorio Emanuele III e il gruppo dirigente che ha appoggiato il colpo di Stato, dopo aver comunicato via radio l’armistizio al Paese, fuggono da Roma a Brindisi, ponendosi sotto la protezione degli Alleati.

L’esercito italiano riceve un solo, ambiguo, ordine: cessare di combattere gli Alleati, ma reagire agli attacchi “di qualsiasi altra provenienza”.

Dichiarata l’Italia “territorio di guerra” sottoposto alle leggi del Reich, i tedeschi attaccano i nostri militari non solo sulla penisola, ma anche in Francia, Grecia, Albania e Jugoslavia.

Dei circa due milioni di soldati italiani disarmati e messi di fronte all’alternativa tra arruolarsi nella Wehrmacht o essere deportati in Germania, meno di centomila accettano la prima opzione, mentre circa settecentomila subiscono la seconda

   

9. Gli Alleati sbarcano truppe a Salerno.

Il Partito comunista italiano (Pci), il Partito socialista italiano d’unità proletaria (Psiup), il Partito d’azione (Pd’a), la Democrazia cristiana (Dc), il Partito liberale italiano (Pli) e la Democrazia del lavoro (Dl) costituiscono il Comitato di liberazione nazionale (Cln), presieduto da Ivanoe Bonomi.

Pur uniti dall’intento di liberare l’Italia dal nazifascismo, questi partiti hanno prospettive politiche assai diverse: mentre la Dc ed il Pli sono fedeli alla monarchia e al governo Badoglio, il Pci, lo Psiup e il Pd’a perseguono un profondo rivolgimento sociale e politico del Paese.

I tedeschi iniziano ad arruolare italiani nelle Ss: in seguito a tale iniziativa, cui aderiranno circa ventimila uomini, nel giugno del 1944 si formerà una divisione di Ss italiane

La IV Armata alpina,già  incaricata di presidiare la Savoia, il Delfinato e la Provenza, è sciolta dal suo comandante; molti soldati, sbandati, rientrano in Italia, scontrandosi con i tedeschi a Modane ed al Moncenisio.

I militari di stanza nella valle abbandonano i forti e le caserme.

La popolazione assalta e saccheggia le caserme; gli antifascisti nascondono armi, viveri e materiali

 

10. I tedeschi occupano Roma

Agendo di propria iniziativa, un ufficiale della IV Armata alpina fa saltare un tratto della galleria ferroviaria del Fréjus, lungo circa duecento metri; per ripristinare la linea, considerata d’importanza strategica nell’ambito delle comunicazioni tra Italia e Francia, i tedeschi impegneranno l’organizzazione Todt per oltre un mese

I primi militari sbandati giungono nelle valli

11-22. La divisione Acqui, stanziata nelle isole greche di Cefalonia e Corfù, riceve dai tedeschi l’ultimatum con l’intimazione d’arrendersi. Dopo che un referendum tra i soldati ha respinto la resa, iniziano i combattimenti: 7.749 militari italiani sono uccisi in battaglia o fucilati dopo la cattura

   

12. I tedeschi allestiscono una barriera difensiva tra Ortona e Gaeta (linea Gustav).

Un commando di paracadutisti tedeschi libera Mussolini e lo conduce in Germania

Si formano le prime bande partigiane, composte da ex militari, studenti sfollati ed operai, tra Mompantero e Mattie, nel vallone del Gravio a monte di San Giorio, nella frazione Borella di Borgone e nella frazione Mocchie di Condove. Ad Avigliana si aggrega una banda che opererà in val Sangone

 
   

14. A Mezzenile nasce la prima banda partigiana delle valli, comandata da Vincenzo Geninatti Neni, sergente maggiore degli alpini. La banda assalta le caserme di Usseglio e Malciaussia, trafugando viveri, armi e munizioni

 

17. Valdellatorre è sottoposta a rastrellamento dai Tedeschi, in cerca di giovani da inviare a lavorare in Germania

 

18. In un discorso pronunciato alla radio a Monaco di Baviera, Mussolini afferma la volontà di sostituire la monarchia con la repubblica e di continuare la guerra accanto alla Germania.

Si forma il Partito fascista repubblicano (Pfr).

In tutta Italia, la Resistenza conta circa 1.500 combattenti

 

Nuclei di militari sbandati, organizzati da sottufficiali e ufficiali, si riuniscono a Chialamberto, Coassolo e Ceres

19. Per rappresaglia contro la cattura di due loro militari da parte di una banda partigiana, i tedeschi incendiano Boves, in provincia di Cuneo, ed uccidono a colpi di mitra 23 ostaggi civili, bruciandone poi i cadaveri. E’ il primo di una lunga serie di eccidi che colpiscono la popolazione italiana

   
 

20. Le bande partigiane stabiliscono collegamenti con gli antifascisti dei paesi e, con colpi di mano, recuperano armi ed equipaggiamento dalle caserme, pur sorvegliate da carabinieri e tedeschi.

In particolare, la banda del Gravio compie i primi attentati: nella zona di Chiomonte, interrompe la linea telegrafica, sabota la centrale elettrica ed abbatte un traliccio dell’alta tensione

 

23. Si costituisce la Repubblica sociale italiana (Rsi), con capitale a Milano, ma il cui governo è insediato a Salò, sul lago di Garda. Il Trentino Alto Adige e le province di Udine e Belluno sono annessi alla Germania

 

I nazifascisti operano a Corio (località Pesci Vivi) un primo rastrellamento, prelevando ostaggi tra i civili

   

25. L’ufficiale Aldo Giardino, con una squadra di militari, scende a Germagnano a prelevare armi dalle casermette della Guardia alla frontiera (Gaf)

27. Napoli insorge contro i tedeschi. Si tratta di una rivolta popolare spontanea, iniziata per reazione alla pubblicazione di un bando riguardante l’invio di 30.000 cittadini al lavoro coatto in Germania. I tedeschi sono colti di sprovvista e il I ottobre devono andarsene dalla città

Carlo Carli –sottotenente d’artiglieria alpina e studente universitario, la cui famiglia è sfollata a Bussoleno- prende il comando della banda del Gravio, alla quale fanno riferimento gruppi di partigiani insediati a Foresto, Chianocco, Bruzolo, Villarfocchiardo e Sant’Antonino.

Felice Cima –sottotenente dei bersaglieri e studente universitario- diviene comandante della banda di Mocchie, cui s’unisce un gruppo di partigiani allontanatosi dalla zona di Bagnolo per sfuggire ad un rastrellamento, guidato da Marcello Albertazzi –operaio bresciano già perseguitato per antifascismo-.

Giuseppe Garbagnati e Luigi Bobba –operai torinesi- restano al comando della banda di Borgone, mentre Vittorio Moroni e Giovanni Ghiano –sottotenente e sergente maggiore del III reggimento alpini “Susa”- continuano a guidare quella di Meana-Mompantero

 

29. A Malta, Badoglio stipula con gli Alleati il cosiddetto “armistizio lungo”, destinato a completare la resa militare negli aspetti economici e politici. In particolare, esso prevede che gli Alleati esercitino il completo controllo del territorio e delle risorse nella parte di penisola da essi occupata e che in cambio riconoscano il Regno d’Italia come il solo Stato italiano legittimo

La banda di Borgone respinge l’attacco di un manipolo di fascisti torinesi, uccidendone alcuni membri, tra cui un console della Gnr

Le prime bande partigiane sono composte di militari ed antifascisti locali e torinesi (militanti politici, operai, studenti, intellettuali ed ebrei, rifugiatisi nelle valli per sfuggire alle persecuzioni razziali avviate nel 1938), integrati da prigionieri di guerra alleati.

A Balangero, (località Cave), si insedia Nicola Grosa con una ventina di ex prigionieri inglesi.

A Corio (località Pian d’Audi), si rifugiano artiglieri del V reggimento di Venaria, con armi, automezzi ed equipaggiamento; la banda è diretta dal colonnello Mirti, dal maggiore Musso e dal cappellano don Squizzatto, mentre Giovanni Picat Re e il tenente Migliori si dedicano alla ricerca di militari e prigionieri di guerra alleati (inglesi, slavi e russi) sbandati nella zona.

A Coassolo, (frazione Vietti), Natale Rolando, con ufficiali e sottufficiali del battaglione Moncenisio; dà vita a una banda di una ventina di uomini; Tra Chiaves e Monastero di Lanzo si stabiliscono i gruppi dei tenenti Fugalli (frazione Mecca) e Conti (località Colombero), composti da sei ufficiali e una settantina di soldati.

A Germagnano c’è un gruppo di una trentina di partigiani, guidati da Armando Tessore.

Tra Traves e Mezzenile operano quattro gruppi che riuniscono circa un centinaio di uomini: uno formato da una trentina di militari e giovani della bassa valle (località Pugnetto); uno agli ordini di Vincenzo Geninatti Neni e Giulio Pocchiola (località la Consolata); uno comandato da Battista Gardoncini e da Giuseppe Rigola, inviati in valle dal Pci torinese, (frazione Rangiroldo); uno guidato da Felice Mautino, composto di militari, studenti, ebrei e giovani dell’Azione cattolica (località Monti).

A Ceres operano i gruppi comandati dal sottotenente  Ettore Ruocco (località Piano di Ceres) e dal capitano Elio Broganelli (frazione Bracchiello); quest’ultimo gruppo prenderà il nome di banda “Monviso”.

In val Grande, a Chialamberto (località Bonzo) ci sono le bande agli ordini di Giacomo Cordero.

 OTTOBRE

 

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

 
   

3. A Pian d’Audi, i tedeschi attaccano la banda del maggiore Musso, costringendola ad abbandonare il campo;. dallo scioglimento della banda si svilupperanno varie formazioni; la principale delle quali sarà la Monte Soglio (poi 47^ Brigata Garibaldi “Carlo Monzani”), operante nella zona di Forno Canavese

 

7. In località Fontana rossa di Valdellatorre, l’attacco tedesco ad un gruppo di partigiani causa otto morti

 
 

8. In località Garda di San Giorio, i principali organizzatori della Resistenza valsusina prestano solenne giuramento di lottare con tutte le forze contro l’invasore tedesco

Il colonnello Reisoli, incaricato dal Cln torinese di costituire un Comando militare unificato delle valli, convoca a Lanzo una riunione clandestina con i capi delle bande. Emergono le prime divergenze: i militari chiedono un rigido inquadramento, mentre i comunisti esaltano la natura popolare del movimento. In seguito alle discrepanze d’opinione, il tenente Fugalli e altri ufficiali abbandoneranno le valli con i loro uomini

   

10. Un reparto di Ss attacca la banda di Piani di Ceres, del sottotenente alpino Ettore Ruocco facendo quattro morti e alcuni feriti. Il giorno dopo minaccia di rappresaglia il capoluogo, ma il vicario, monsignor. Filippello, opera una mediazione con successo

13. Il Regno d’Italia dichiara guerra alla Germania; gli Alleati riconoscono al nostro Paese il ruolo di “cobelligerante”

   

16. I partiti del Cln, i cui rapporti sono improntati a principi di pariteticità e unitarietà, raggiungono un accordo sugli obiettivi di continuare la guerra a fianco degli Alleati, di assumere i poteri costituzionali evitando di compromettere la concordia nazionale e di indire una consultazione popolare per decidere la forma istituzionale del Paese alla fine della guerra

L’attività delle bande partigiane induce il comando tedesco di Torino a reagire con la repressione. A San Giorio, per suggerimento di due delatori, le Ss compiono un rastrellamento finalizzato ad arrestare partigiani ed a smantellare un deposito d’armi; l’intervento della banda Carli mette in fuga i nazisti

 

17. Il Cln regionale del Piemonte forma il proprio Comando militare, affidandone il coordinamento al generale Raffaello Operti

A Villardora si costituisce il Comando militare della valle, composto dal maggiore Egidio Liberti (comandante), dal tenente Giancarlo Ratti (vicecomandante), dall’ingegner Sergio Bellone (commissario politico) e dal tenente don Francesco Foglia (commissario politico).

Il Comando dovrà coordinare le bande quanto ad armamento, equipaggiamento, finanziamento, collegamento, informazione, propaganda, formazione politica, giustizia e sanità; inoltre, gestirà i rapporti con la popolazione civile.

La banda Carli attacca la Casa del fascio a Bussoleno ed uccide il cognato del federale del Pfr, uno dei delatori responsabili del rastrellamento di San Giorio

 
 

24. La banda Carli disarma un gruppo di fascisti torinesi diretti in camion a Bussoleno

 

Presso Trieste, entra in funzione la Risiera di San Sabba, l’unico campo di sterminio aperto dai tedeschi in Italia

 

A Mezzenile, la cooperativa del Sabbione diventa distretto di arruolamento dei partigiani.

Diversi civili antifascisti di Traves, Pessinetto e Mezzenile, convocati dai carabinieri di Lanzo e Ceres, sono arrestati e deportati in Germania

NOVEMBRE

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

Per iniziativa del Pci, si costituisce a Milano il I Comando delle Brigate d’assalto “Giuseppe Garibaldi”, destinate ad operare nelle aree rurali; nelle aree urbane, agiranno invece i Gruppi d’azione patriottica (Gap)

 

Il colonnello Reisoli è nominato dal Cln torinese Comandante militare delle valli, ma la sua autorità non è riconosciuta dalle bande

 

I. Il distaccamento di Chianocco della banda Carli respinge un rastrellamento nazifascisti alla borgata Pietrabianca di Bussoleno.

La banda Cima distrugge con la dinamite una tubazione della condotta forzata sottostante la centrale idroelettrica di Venaus

 
 

6. La banda Cima attacca le casermette a Borgone, mentre la Carli disarma alcuni tedeschi ad Avigliana e poi, a bordo del camion loro trafugato, sferra rapidi attacchi a Rivoli e a Valdellatorre.

Impressionati da quest’ultima azione, i tedeschi vietano la circolazione d’automezzi civili in tutta la valle, da Rivoli a Cesana.

 

9. La Rsi emana un bando d’arruolamento per i nati nel 1924 e nel 1925, con scadenza a metà del mese; sebbene per i renitenti alla leva sia prevista la pena di morte, si presenta ai distretti militari solo un numero esiguo di giovani, molti tra i quali disertano nell’arco di pochi giorni

   
 

10. Bruno Peirolo, vicecomandante del distaccamento di Chianocco-Bussoleno della banda Carli è il primo partigiano della valle ucciso in combattimento. Ai funerali partecipa tutta Bussoleno

 

11. Si forma la Guardia nazionale repubblicana (Gnr), apparato per l’ordine pubblico costituito da membri dell’ex Mvsn e da carabinieri. Accanto alla Gnr agiscono la X Mas, un nucleo militare autonomo alle dipendenze personali del principe Junio Valerio Borghese, ed unità irregolari specializzate nell’individuazione, nella cattura e nella tortura degli antifascisti, come quelle che fanno capo a Francesco Colombo (la Legione autonoma mobile “Ettore Muti”), Pietro Koch e Mario Carità

   

17. Ondata di scioperi tra gli operai a Torino, che si protrae fino al 24. Si chiedono aumenti salariali, distribuzioni di cibo, vestiario e combustibile, blocco dei licenziamenti e liberazione dei detenuti politici.

Dopo che, per tre settimane circa, la linea ferroviaria Torino-Modane è stata colpita dai partigiani con attentati effettuati con mezzi di fortuna, la banda Carli riesce finalmente ad impadronirsi di 3 tonnellate di TN4 plastico, depositate in un deposito del Dinamitificio Nobel d’Avigliana, presso la borgata Biancone di Villarfocchiardo. L’esplosivo è nascosto nella cascina di Villardora dove solitamente si riunisce il Comando militare della valle.

Scioperano le Officine di Moncenisio a Condove e le Officine Fiat a Bussoleno

Le bande partigiane sostengono gli scioperi nelle fabbriche della bassa valle e della pianura

 

25. La banda Cima attacca alcune autoblindo della Wehrmacht presso Condove.

I tedeschi impongono il coprifuoco dalle 18 alle 7, da Avigliana a Susa

 
 

27. Liberti, Cima, Albertazzi e Garbagnati si scontrano casualmente con i tedeschi a Caprie, mentre tornano da una riunione del Comando militare della valle di Susa. Cima muore subito per le ferite riportate; Albertazzi, sorpreso con la pistola addosso, è fucilato; Garbagnati è arrestato e tradotto in carcere a Torino; Liberti si salva gettandosi nella Dora, che attraversa a nuoto

 

28. Si apre la conferenza di Teheran tra gli Alleati e l’Urss. La Gran Bretagna, in cambio della rinuncia ad aprire un fronte nella penisola balcanica, ottiene dagli Usa di poter guidare le iniziative politiche e militari nell’area mediterranea; in particolare, per l’Italia ciò comporta la subordinazione del Cln al governo Badoglio

San Giorio è attaccato dai tedeschi, ma non occupato per l’intervento della banda Carli.

Guido Bobba prende il comando della banda di Borgone, al cui interno confluisce il gruppo di Albertazzi.

Alessio Maffiodo assume il comando della banda Cima.

Don Giuseppe Marabotto, insegnante ed economo parrocchiale a Thures di Cesana, fonda la banda Chabaud, cui aderiscono alcuni giovani contadini.

In tutta la valle, sono circa 500 i membri della Resistenza, tra partigiani e fiancheggiatori

 

DICEMBRE

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

     

6. Attacco partigiano alla polveriera di Lombardore, finalizzato all’approvvigionamento di armi. Il successivo rastrellamento nazifascista provoca uno scontro con i partigiani a Forno Canavese. Subìte importanti perdite, i partigiani superstiti si sbandano; alcuni si ricostituiscono in gruppo a Chiaves

     

9. La popolazione di Forno Canavese è costretta ad assistere alla fucilazione di diciotto partigiani

 

13. A Milano e Genova, gli operai scendono in sciopero fino al 20, con rivendicazioni che riguardano la diminuzione dei ritmi di lavoro, gli aumenti salariali e l’approvvigionamento di viveri

   
   

14. Su indicazione del Comando militare regionale del Piemonte, la squadra dei sabotatori, composta da Bellone (ingegnere e specialista in esplosivi), don Foglia e altri due partigiani, danneggia il ponte ferroviario della Perosa, tra Rosta e Alpignano, bloccando la linea per quindici giorni

 
   

16. I tedeschi schierano a protezione della linea ferroviaria il Battaglione russo, formato da circa 800 bielorussi, prigionieri di guerra arruolati nella Wehrmacht

 
 

18. Dopo una serie di micidiali attentati compiuti contro gerarchi fascisti di diverse città, i Gap riescono ad uccidere il commissario del Pfr milanese

 

Il Pci convoca riunioni organizzative a Pessinetto e Mezzenile, cui partecipano Battista Gardoncini, Mario Batistini, Giuseppe Rigola, Giuseppe Casana, Luigi Capriolo, Nicola Grosa, Vincenzo Geninatti Neni e altri esponenti di spicco della Resistenza locale

 

20. A Milano, i nazifascisti uccidono per rappresaglia otto prigionieri politici

Scatta il preannunciato rastrellamento nazifascista.

Tra Mocchie e Frassinere, i partigiani sono sorpresi mentre stanno abbandonando la zona: diversi di loro sono uccisi, molti civili presi in ostaggio, alcune case bruciate

 
   

24. San Giorio è rastrellato: un delatore provoca l’arresto, la tortura e l’assassinio di tre partigiani

Combattimento a Chiaves e rastrellamenti fino a Ceres

 

26. A Torino, il Cln piemontese destituisce il generale Raffaello Operti; coordinatore del Comando militare regionale diventa il generale Giuseppe Perotti

   
   

28. San Giorio è di nuovo rastrellato: è ucciso il partigiano Giordano Velino, appartenente alla banda Carli.

La squadra dei sabotatori, formata da Bellone, don Foglia e altri due partigiani, supportata da una ventina d’uomini del gruppo di Mompantero, fa saltare il viadotto dell’Arnodera, a monte di Meana: l’interruzione della linea ferroviaria durerà tre mesi

 

1944

GENNAIO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

2. Boves è nuovamente incendiato dai nazifascisti e 59 abitanti sono uccisi

I comandanti partigiani della valle si riuniscono per progettare la ricostituzione delle bande

 
   

6. I nazifascisti compiono il primo rastrellamento con mezzi blindati e corazzati nella valle. A Traves catturano numerosi ostaggi, tra cui la famiglia del gestore del ristorante della stazione ferroviaria e alcuni passeggeri del treno proveniente da Torino. I partigiani delle bande di Chiaves, Coassolo e Mezzenile reagiscono sviluppando la prima azione coordinata, ma sono respinti dai nazifascisti, che fucilano gli otto ostaggi e incendiano la frazione Biò

8. A Verona, la Rsi processa e condanna a morte i gerarchi fascisti che hanno votato contro Mussolini il 25 luglio 1943

Sopra Mocchie, i tedeschi sorprendono un gruppo di partigiani mentre sta ritornando alla propria base: sette di loro sono catturati e tradotti in carcere a Torino

 
 

9. I tedeschi, guidati da due delatori, trovano uno dei depositi d’armi della banda Carli ed incendiano la borgata Bonino di San Giorio

 
 

10. Liberti è arrestato dai tedeschi in val di Lanzo, dove si è recato con Carli per sondare la possibilità di trasferire le bande in quella zona, vista la situazione d’estremo pericolo della valle di Susa; pur rilasciato, deve lasciare il Comando militare della valle, dove è sostituito dal maggiore Edoardo Franzini

Il maggiore Egidio Liberti, responsabile del Comando unificato della val di Susa, è arrestato dai tedeschi in val di Lanzo, dove si è recato per sondare la possibilità di trasferire le bande in quella zona, vista la situazione d’estremo pericolo della valle di Susa

 

11. Mentre sta per incontrare un esponente del Comando militare regionale del Piemonte, don Foglia è arrestato a Torino; interrogato, si dichiara partigiano ed è deportato a Mauthausen.

A Borgone, un delatore guida i tedeschi in un rastrellamento: un partigiano è ucciso, altri devono fuggire

 
   

18. Un’autoblindo e tre camion di nazifascisti raggiungono Balme per evacuare un gruppo della Gnr, minacciato dalla banda “Monviso”. Al ritorno, il convoglio è attaccato dalle bande di Traves e Mezzenile presso il Roc Berton e subisce varie perdite

   

19. La spedizione punitiva nazifascista incendia le case di Traves (frazione Rozello), Mezzenile (frazione Catelli), Chiaves e Monastero di Lanzo

 

21. Carli, denunciato da una spia, è arrestato ad Avigliana dalla Gnr e fucilato

 

22. Gli Alleati sbarcano truppe ad Anzio, sulla costa del Lazio

Bellone sfugge fortunosamente alla cattura, ma deve lasciare la valle e il Comando militare

 
 

23. Il comando della banda Carli è assunto da Walter Fontan, un bussolenese reduce dalla Jugoslavia e, per questo, profondo conoscitore delle tecniche di guerriglia partigiana

 
 

24. Al casello ferroviario di Bruzolo, Fontan incontra un gruppo di bielorussi della Wehrmacht, da cui è stato contattato per trattare il passaggio nella Resistenza; l’appuntamento si rivela però una trappola e Fontan è ucciso con il suo luogotenente

 

31. Nel congresso di Bari, il Cln si dà un’articolazione regionale, provinciale e locale, dislocata tra le città capoluogo, i centri urbani di media dimensione ed i maggiori insediamenti rurali. Il Cln milanese assume il nome di Cln dell’Alta Italia (Clnai), “autorità coordinatrice di tutte le attività politiche e militari della Resistenza” nelle regioni settentrionali

   

FEBBRAIO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

Il Pd’a e lo Psiup organizzano le proprie strutture politico-militari, denominandole rispettivamente Brigate “Giustizia e libertà” (Gl) e “Matteotti”

   

11. Con il riconoscimento degli Alleati della sovranità del “Regno del Sud” sulla Sicilia e sul territorio peninsulare liberato, il governo Badoglio si trasferisce a Salerno

   

12. I massimi esponenti politici degli Usa, della Gran Bretagna e dell’Urss raggiungono a Yalta, una località sul mar Nero, un accordo circa l’assetto che l’Europa dovrà avere alla fine della guerra: il continente dovrà essere diviso in blocchi d’influenza distinti -uno democratico e capitalista, l’altro socialista-, coincidenti con i territori rispettivamente occupati dagli Alleati e dai sovietici

   

18. La Rsi rinnova il bando d’arruolamento riguardante i nati nel 1924 e nel 1925, che punisce i renitenti con la pena di morte: su 180.000 giovani coinvolti, rispondono solo 87.000, addestrati in Germania ed inquadrati in quattro divisioni: la Italia (bersaglieri), la Littorio (granatieri), la San Marco (fanteria di marina) e la Monterosa (alpini)

   
   

23. Vincenzo Geninatti Neni e Battista Gardoncini organizzano un prelievo di grano ai magazzini dell’ammasso di Vischie di Caluso

Le bande partigiane contano circa 15.000 effettivi, oltre a migliaia di fiancheggiatori, tra staffette, informatori ed altri collaboratori

 

Mentre le bande partigiane sono ingrossate dai renitenti al bando di arruolamento della Rsi, il precipitare della situazione nell’Italia meridionale costringe i nazifascisti ad abbandonare ogni presidio militare a monte di Lanzo

MARZO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

1. Nell’intento di ampliare il fronte di lotta contro i nazifascisti, saldando l’iniziativa dei gruppi armati con quella delle masse popolari, il Clnai dichiara lo sciopero generale; fino all’8, l’agitazione coinvolge centinaia di migliaia di lavoratori del triangolo industriale, ma anche dell’Emilia, della Toscana e del Veneto, con gli obiettivi di ottenere miglioramenti salariali, sospendere la produzione bellica e difendere gli impianti contro le minacce di smantellamento. Contemporaneamente, i Gap compiono attentati nelle città, mentre le bande effettuano rapide incursioni nei centri minori e sabotano le linee di comunicazione.

I tedeschi rispondono con una repressione che provoca migliaia di licenziamenti e deportazioni al lavoro coatto in Germania.

Il Clnai dà l’indicazione di formare, in tutti gli stabilimenti in cui ve n’è la possibilità, le Squadre d’azione patriottica (Sap), cui affida il compito di organizzare la lotta contro i nazifascisti nei luoghi di lavoro

 

In appoggio agli scioperi operai, il coordinamento delle bande decide azioni di propaganda con comizi davanti alle fabbriche, sui treni e nelle piazze dei paesi. I ferrovieri bloccano i convogli che giungono da Ceres e Torino; le comunicazioni telefoniche sono interrotte

   

2. Un folto commando partigiano, comandato da Giuseppe Rigola, compie un’incursione a Ciriè, sede di un presidio tedesco; a Nole Canavese, si verifica uno scontro con i nazifascisti, in seguito al quale quattro partigiani muoiono e numerosi sono feriti

   

3. Il rastrellamento nazifascista provoca la cattura dei partigiani feriti, ricoverati all’ospedale di Lanzo

   

4. I nazifascisti rafforzano il presidio di Lanzo con l’invio di migliaia di uomini.

Il capitano Gustavo Ribet, nominato dal Cln piemontese comandante militare delle valli in sostituzione del colonnello Reisoli, cerca di organizzare la reazione partigiana, coordinando l’azione delle formazioni delle valli con quelle del Canavese

   

5. I nazifascisti occupano le zone di Monastero e di Coassolo, sparando sulla popolazione civile: undici morti. L’ulteriore avanzata del rastrellamento verso Ceres è rallentata dalle mine, poste dai partigiani sulla strada provinciale a Funghera e a Roc Berton

   

6. I nazifascisti obbligano la popolazione di Traves a sgomberare la sede stradale e a costruire un ponte provvisorio in luogo di quello sabotato dai partigiani

   

7. I nazifascisti attaccano Pessinetto e Mezzenile. Arrestano don Formica, parroco di Pessinetto.

Assaltano la frazione Rangiroldo, sede del comando partigiano e prigione dei nazifascisti catturati

 

8. La zona del colle del Lys è sottoposta a rastrellamento dai nazifascisti

I nazifascisti attaccano Ceres e Ala di Stura. Bruciano numerose case a Ceres e Bracchiello; fucilano tre partigiani in località Cesale. In val di Viù, dove è catturato il capitano Ribet, le bande si ritirano verso Lemie e Usseglio

   

9-10. Da Ceres, i nazifascisti concludono il rastrellamento attaccando la val Grande.

500 partigiani, dei quali 200 appena armati, non sono riusciti ad impedire che i 3000 nemici incendiassero intere borgate, uccidendo decine di persone e facendo centinaia di prigionieri

   

15. I nazifascisti si ritirano a Lanzo

   

18. A Viù, si tiene una riunione dei comandanti delle bande locali con esponenti del Comando militare piemontese del Cln. Viene deciso un nuovo assetto militare, con il comando di Mario Batistini al posto del capitano Ribet, prevedendo una suddivisione in nuclei e distaccamenti di valle, i cui responsabili sono affiancati da delegati civili. Inoltre, si delibera di stabilire nuovi rapporti con la popolazione locale, affidandone in particolare la cura al commissario politico Giuseppe Rigola. Si promuove infine la formazione di un Consiglio generale della valle, formato dai comandanti e dai commissari politici delle bande e da un gruppo di civili, in rappresentanza dei Cln locali. Per ottenere la fiducia della popolazione, le bande si impegnano a dar battaglia lontano dai paesi al fine di evitare le rappresaglie e si istituisce un Comitato per i danni di guerra, il cui compito è di rifondere con criteri omogenei coloro che sono stati colpiti

   

19. I partigiani uccidono don Amateis, prevosto di Coassolo, accusato di essere una spia dei nazifascisti

24. A Roma, con una bomba e un attacco con armi leggere, i Gap uccidono 33 tedeschi in Via Rasella; per rappresaglia, i nazifascisti fucilano 335 ostaggi alle Fosse ardeatine

   
   

26. I nazifascisti rastrellano Balangero, provocando la controffensiva partigiana, che si conclude con la cattura di 42 nemici

31. Il segretario del Pci Palmiro Togliatti, rientrato dopo 18 anni d’esilio a Parigi e Mosca, lancia un innovativo programma politico: in seguito a quella che sarà ricordata come la “svolta di Salerno”, il partito riceve un radicale cambiamento, sia d’indirizzo politico (verso la democrazia progressista anziché la rivoluzione socialista) sia di composizione (un partito di massa, di operai e contadini, ma anche di intellettuali e ceti medi, invece che di soli militanti di professione).

A Torino, i nazifascisti catturano l’intero Comando militare del Cln regionale piemontese

Le formazioni partigiane della bassa valle si riorganizzano: nel vallone del Lys, sopra Rubiana, s’insedia la 17^ Brigata Garibaldi “Felice Cima”, comandata da Carlo Ambrino; nell’area tra Mocchie e Foresto e, sul versante opposto, in quella sopra San Giorio, s’installa la 42^ Brigata Garibaldi “Walter Fontan”, guidata da Alessandro Ciamei; il tratto tra Foresto e il Moncenisio è assegnato alla formazione di Mompantero-Mattie, ancora affidata a Vittorio Moroni e Giovanni Ghiano

Gli Alleati effettuano due lanci aerei di armi ed equipaggiamento sui monti di Mezzenile.

Continuano le razzie e gli incendi dei nazifascisti nella zona di Balangero

   

Felice Mautino, Pedro Ferreira (comandante di una banda in val Grande) e Giulio Bolaffi (comandante di una banda in val d’Ala) ridislocano i propri uomini, dando vita a formazioni che fanno riferimento a “Giustizia e Libertà”, rispettivamente posizionate in val d’Aosta e in val Cenischia

APRILE

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

   

Tutte le formazioni partigiane delle valli di Lanzo e alcune del Canavese sono inquadrate come Brigate d’assalto “Giuseppe Garibaldi” e suddivise in battaglioni, distaccamenti e squadre. L’11^ Brigata “Torino” presidia la valle d’Ala; la 19^ “Eusebio Giambone” è in valle di Viù; la 20^ “Paolo Braccini” è in val Grande; la 18^ “Saverio Papandrea” è schierata a Corio e a Pian d’Audi; l’80^ “Michelangelo Peroglio”, tra Traves e Chiaves; la 47^ “Carlo Monzani” tra Pont e Ronco; la 49^ “Domenico Viano” a Canischio; la 50^ “Mario Zemo” ad Alpette.

Nel solo Canavese agiscono inoltre formazioni d’orientamento politico diverso: la VI Divisione alpina “Giustizia e libertà”, la Divisione Matteotti “Giorgio Davito” e l’VIII Divisione alpina autonoma

   

1. I nazifascisti intensificano il rastrellamento a Balangero, con l’arrivo di nuovi reparti. Il parroco del paese prova ad avviare una trattativa, ma i nazifascisti raggruppano la popolazione sulla piazza ed uccidono nove civili. Per ritorsione, i partigiani fucilano 42 prigionieri e mettono in atto imboscate a Fiano, San Francesco al Campo, Caselle e Venaria

4. A Torino, i nazifascisti fucilano la maggioranza dei membri del Comando militare regionale del Piemonte che sono stati catturati

   

11. Le autorità militari tedesche pianificano un’offensiva in grande stile contro le formazioni partigiane, in particolare nelle valli piemontesi

Giulio Bolaffi, proveniente dalle valli di Lanzo, prende il comando della banda di Mompantero-Mattie, che assume la denominazione di IV Divisione Gl “Stellina – Duccio Galimberti”

 
   

13. Nicola Prospero, comandante di una banda autonoma operante nei dintorni di Coassolo, don Squizzatto e il tenente Silvestri sono arrestati con l’accusa di aver stipulato un accordo con i tedeschi per la creazione di una zona franca in valle dell’Orco. Processati, sono riconosciuti colpevoli e fucilati

22. Dopo che la “svolta di Salerno” ha indicato come obiettivi immediati del Pci l’unità delle forze antifasciste nella lotta di liberazione, la formazione di un governo composto dai rappresentanti del Cln ed il rinvio della questione istituzionale a guerra finita, Badoglio forma il suo secondo esecutivo, un governo d’unità nazionale antifascista nel quale molti leader del Cln ottengono la carica di ministro

   
   

24. Inizia un altro duro rastrellamento nelle valli di Lanzo. I nazifascisti avanzano lungo la Stura e da Coassolo e Chiaves. Giunti a Ceres si attestano, spingendosi fino a Chialamberto nel tentativo di bloccare i passi principali tra la val Grande e la valle d’Ala

   

25. Rastrellamento nazifascista a Forno Canavese

 

26. La zona del colle del Lys è sottoposta a rastrellamento nazifascista

I nazifascisti arrestano il parroco di Chiaves, don Rolle

MAGGIO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

 

1-8. Provenienti dalla valle di Viù, i nazifascisti rastrellano Col San Giovanni, Niquidetto, il colle del Lys, spingendosi fino a Favella e catturando venti partigiani

1-8. I nazifascisti avanzano in val di Viù e, per impedire ripiegamenti nelle valli di Lanzo, rastrellano Col San Giovanni, Niquidetto, il colle del Lys, spingendosi fino a Favella e catturando venti partigiani.

Nella valle di Ala, dopo aver bruciato le frazioni Monti e Rangiroldo, tra Traves e Mezzenile, si spingono fino a Balme.

Per alleggerire la pressione sulle valli gli operai scioperano a Rivarolo, Venaria e Rivara Canavese, mentre le Brigate attaccano improvvisamente (fuori dai paesi) per poi dileguarsi in alta montagna; durante gli scontri trovano la morte Massimo Vassallo e Giuseppe Rigola.

I nazifascisti, concluso il rastrellamento, si ritirano dalle valli

 

10. La banda Marcellin crea una zona libera partigiana nelle alte valli di Susa e del Chisone, protetta da un imponente sistema difensivo che va dal monte del Fraitève al colle delle Finestre

 

14. Mentre gli Alleati sfondano la linea Gustav, i tedeschi creano un secondo sistema difensivo (forte di campi minati, fossati anticarro, reticolati di filo spinato, fortificazioni di cemento armato e postazioni d’artiglieria) lungo la cosiddetta linea Gotica, tra La Spezia e Rimini

   
 

15. La banda Marcellin si costituisce come Brigata Autonoma “Val Chisone”

 

GIUGNO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

2. Il Clnai, valutando prossima la sconfitta dei tedeschi in Italia, invita le formazioni ad assumere il controllo del territorio e ad instaurare organismi d’autogoverno: si apre la stagione delle zone libere (o repubbliche) partigiane

 

Intere stazioni e tenenze dei Carabinieri disertano contemporaneamente a Ciriè, Caselle, Venaria e Torino, salendo in montagna. Cento militari equipaggiati sono smistati tra le Brigate e, in poco tempo, formano nuclei di conciliatura e ordine pubblico a Ceres, Ala e Balme,Cantoira e Viù.

4. Roma è liberata, dopo che i tedeschi hanno perso trentamila soldati, tra morti, feriti e prigionieri

La 42^ Brigata “W. Fontan” diventa matrice della 115^ Brigata Garibaldi “Bruno Peirolo”, operante in val Clarea, a monte di Giaglione

 

5. Vittorio Emanuele III affida la luogotenenza del regno al figlio Umberto

   

6. Dopo aver ritirato diverse divisioni dal fronte italiano, gli Alleati sbarcano truppe in Normandia, con il proposito di accelerare l’occupazione della Germania

   

7. Il Cln, ritirata la fiducia al governo Badoglio, ottiene che il proprio presidente, Ivanoe Bonomi, sia incaricato di formare il nuovo esecutivo.

Il comandante delle forze alleate in Italia, generale Harold Alexander, emana un proclama via radio che incita gli italiani alla rivolta

Ancora dalla 42^ Brigata “Walter Fontan” si stacca la 114^ Brigata Garibaldi “Marcello Albertazzi”, che s’insedia sopra Borgone

Nasce la II Divisione “Giuseppe Garibaldi”: il comandante è Battista Gardoncini, commissario politico Antonio Giolitti. La Divisione raggruppa l’11^ Brigata “Torino”(comandante Pietro Sulis, commissario politico Gianni Dolino, 203 uomini), la 19^ Brigata “Eusebio Giambone” (comandante Natale Rolando, commissario politico Francesco Borla, 207 uomini) e la 20^ Brigata “Paolo Braccini” (comandante Alberto Tibaldi, commissario politico Guido Berruto, 117 uomini).

Non inquadrati nella II Divisione, 100–150 uomini insediati nel convalle tra Coassolo e Chiaves andranno a costituire la 46^ Brigata “Massimo Vassallo”.

Nel Canavese viene organizzata la IV Divisione “Giuseppe Garibaldi” Il comandante è Giovanni Picat Re, commissario politico Mario Batistini.E’ composta dalla 18^ Brigata “Saverio Papandrea”, la 47^ “Carlo Monzani”, la 49^ “Domenico Viano”, la 50^ “Mario Zemo”, l’80^ “Michelangelo Peroglio”. Successivamente si formeranno la Brigata “Aldo Grivet”, e la “Spartaco II”

9. A Roma è fondata la Cgil, il primo sindacato libero dopo il ventennio fascista.

Si forma il Corpo volontari della libertà (Cvl), un organismo tecnico militare, incaricato dal Clnai di coordinare le formazioni partigiane e gestire i rapporti con il governo Bonomi e con gli Alleati

 

Il territorio delle valli, libero da presidi permanenti nazifascisti, conosce le prime esperienze politico amministrative per e con la popolazione. Si discutono modalità per il rimborso dei buoni di requisizione, per l’assunzione di prestiti, per il risarcimento dei danni alle vittime della rappresaglia. Si reprimono abusi e atti di prepotenza compiuti da partigiani nei confronti della popolazione (fucilazione di due partigiani). Si nominano i commissari civili che, liberi da ogni incarico militare e interferenze dei Comandi di Brigata, devono preparare con la popolazione i nuovi Cln, dai quali nasceranno le giunte comunali: presidente è Augusto Prioglio; altri membri sono Carlo Borgeisa, i partigiani: Francesco Pesando e Riccardo Goitre. Emanuele Luria, già alto funzionario dell’Intendenza di Finanza di Torino assume la gestione della riscossione delle tasse e imposte, necessaria per garantire gli stipendi ai dipendenti comunali, e sostentare le forze combattenti partigiane e le persone prive di mezzi.

10. Si forma la zona libera partigiana di val Ceno (Emilia)

   

11. Si forma la zona libera partigiana della val Sesia (Piemonte)

   
 

13. Dopo una riunione preparatoria dell’unificazione delle formazioni in val Sangone, Eugenio Fassino decide di spostare in bassa val di Susa (tra Avigliana e Sant’Antonino) la propria banda, che tra aprile e maggio ha assunto la denominazione di 41^ Brigata Garibaldi “Carlo Carli”

 

15. Si formano le zone libere partigiane della val di Taro e delle valli dell’Enza e del Parma (Emilia)

   

17. Si forma la zona libera partigiana di Montefiorino (Emilia)

   

18. Dopo aver ottenuto il beneplacito degli Alleati, garantendo loro l’accettazione dell’”armistizio lungo” ed il rinvio alla fine del conflitto di ogni decisione in merito alla forma istituzionale del Paese, Bonomi annuncia la formazione del governo, in cui sono inclusi come ministri tutti i segretari dei partiti del Cln

   

19. A Torino, è proclamato lo sciopero generale contro la minaccia tedesca di trasferire i macchinari in Germania: aderiscono circa centomila lavoratori

Lo sciopero generale coinvolge i lavoratori dell’Assa di Susa e della Fiat Ferriere di Avigliana

Gli operai del Canavese e delle valli di Lanzo partecipano allo sciopero generale

   

22. Una squadra della 18^ Brigata “Saverio Papandrea”, d’accordo con un gruppo autonomo locale, preleva due carri armati dalle officine Spa di Caselle e li conduce a Forno Canavese.

Una compagnia cecoslovacca, arruolata a forza dai tedeschi, diserta e, perfettamente equipaggiata, raggiunge le formazioni partigiane

23. L’esercito dell’Urss passa all’offensiva contro i tedeschi in Finlandia

   
 

24. Con la complicità del parroco di Champlas du Col, don Marabotto è arrestato a Cesana e tradotto alle carceri di Torino

 

25. Il governo Bonomi delibera che, alla fine della guerra, sia eletta a suffragio universale un’Assemblea costituente, incaricata di stilare la Carta che sostituirà lo Statuto albertino.

Si forma la zona libera partigiana delle valli di Lanzo

   

26. A sostegno degli scioperi di Torino, il Cln pianifica una serie d’azioni contro i presidi nazifascisti, dalla val Chisone alle valli di Lanzo.

La 17^ Brigata “Felice Cima” assalta la caserma di Rivoli, ma è respinta e costretta a ritirarsi all’arrivo di autoblindo da Torino; la 41^ Brigata “Carlo Carli” occupa lo stabilmento Valloja del Dinamitificio Nobel ad Avigliana, ma il sopraggiungere dei rinforzi nemici la obbliga a ripiegare, dopo che Fassino è stato ferito e catturato ed un altro partigiano ucciso; la 42^ Brigata “Walter Fontan” attacca il presidio di Bussoleno, impegnando combattimenti che causano al nemico 15 morti, otto feriti e 22 prigionieri, prima di doversi ritirare il pomeriggio del 26 per l’arrivo di una colonna tedesca di carri armati ed autoblindo

La II e la IV Divisione attaccano Lanzo. L’assedio dura 11 ore, nonostante la città sia protetta da carri armati, truppe dotate di artiglieria e un aereo, che mitraglia le formazioni partigiane. Nell’azione di ripiegamento sono fatte saltare mine di sbarramento sulla strada per Germagnano. La battaglia costa 3 morti e 15 feriti contro 20 morti e 40 feriti nazifascisti

 

27. La rappresaglia nazifascista provoca l’arresto di circa trecento abitanti di Bussoleno (la maggior parte dei quali sono poi deportati in Germania) e l’incendio della frazione Giordani di Mattie e delle borgate Travers a Mont ed Airassa di San Giorio

I comandanti partigiani, analizzando la battaglia di Lanzo, riscontrano scarso addestramento e carenza di conoscenze tecnico-militari da parte delle Brigate

 

28. Grazie ad uno scambio tra prigionieri, Fassino è liberato e, di nascosto, ricoverato nell’ospedale di Giaveno. Il comando della 41^ Brigata “Carlo Carli” è provvisoriamente assunto da Rinaldo Baratta

 

30. Mussolini militarizza il Pfr: tutti gli iscritti entrano a far parte delle Brigate nere, incaricate di coadiuvare la Gnr nelle funzioni d’ordine pubblico.

Si formano le zone libere partigiane del Friuli orientale e delle valli Maira e Varaita (Piemonte)

   
 

A Margone, in val di Viù, presso la villa Cibrario requisita, è aperto un ospedale partigiano diretto dal dottor Attilio Bersano Begey; della struttura sanitaria si serviranno anche le formazioni insediate sul versante orografico sinistro della bassa valle di Susa

La zona libera si dota di un sistema sanitario militare. A Margone è requisita villa Cibrario, nella quale è aperto un ospedale, con 60 posti letto, sala operatoria, stanze d’isolamento, affidato al dottor Attilio Bersano Begey; serve la 19^ Brigata “Eusebio Giambone”, ma è utilizzato anche dai partigiani della valle di Susa. L’ospedale della 11^ Brigata “Torino”si trova a Balme, in frazione Cornetti. L’ospedale della 20^ Brigata “Paolo Braccini”si trova a Pialpette.

La zona libera provvede anche al rifornimento alimentare, perchè i tedeschi impediscono il passaggio dei viveri oltre Lanzo: sono organizzate le corvèes in pianura da vari gruppi, fra cui spicca la ”colonna delle formiche” guidata da don Guglielmotto, parroco di Balme

LUGLIO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

A monte di Trana, di fatto la val Sangone diviene zona libera partigiana

 

Per tutta l’estate, anziché ritirare fondi dal Comando di divisione, l’11^ Brigata “Torino”preleva certificati del prestito lanciato dal Cln per la lotta di Liberazione, che il commissario politico Dolino recapita a famiglie benestanti con casa a Voragno, Ala, Martassina, Mondrone e Balme, trasformandoli in contanti, per un importo medio di 10.000 lire al mese

   

1-2. Una squadra dell’11^ Brigata “Torino” studia un piano per nascondere esplosivi nel magazzino della filiale Fiat di Ciriè. Insieme con alcuni cannoni prelevati dal Centro per riparazioni di San Francesco al Campo, gli esplosivi sono caricati su sei vagoni, spediti a Ceres e nascosti in val d’Ala

 

2. I nazifascisti operano un rastrellamento contro la 17^ Brigata “Felice Cima”. La manovra accerchiante e la grave inferiorità numerica e dell’armamento costringono i partigiani alla ritirata: 6 di loro sono uccisi in combattimento ed altri 26 massacrati dopo la cattura; diversi superstiti si riuniscono sotto la cresta tra il monte Rognoso e il Civrari, sopravvivendo grazie all’ospitalità dei pastori negli alpeggi

 
   

3-5. Spedizione dei nazifascisti per recuperare i pezzi d’artiglieria. A Chiampernotto si registrano violenti scontri;. a Balme sono uccisi tre partigiani ricoverati nell’ospedale. Nel frattempo Lanzo è attaccata dalla 46^ Brigata “Massimo Vassallo”e dall’80^ Brigata “Michelangelo Peroglio” per indebolire l’aggressione alla valle

7. Formazione della zona libera partigiana di Bobbio (Emilia)

Rastrellamenti nazifascisti si abbattono su Susa, Meana, Chiomonte ed altri paesi vicini: tutti gli uomini d’età compresa tra i 15 e i 60 anni sono arrestati e condotti a Susa; molti di loro saranno deportati in Germania, insieme con altri abitanti della valle (circa duemila in tutto); vari giovani salgono verso il colle dell’Assietta e si uniscono alla Brigata Autonoma “Val Chisone”

L’Istituto Salesiano di Lanzo è trasformato in fortezza dei nazifascisti, malgrado la mediazione da parte del direttore don Ulla

 

8. Le Brigate nere sferrano da Bussoleno un attacco alla 42^ Brigata “Walter Fontan”, schierata alle pendici della Grand’Uja e nel vallone del torrente Prebech. I partigiani respingono la manovra a tenaglia diretta verso gli alpeggi Balmafol e Strobiette e destinata a congiungersi alle Combe: i fascisti, che hanno subito 21 morti, due prigionieri e una cinquantina di feriti, durante la ritirata incendiano gli alpeggi Pianfé e Strobiette

 

10. Cade la zona libera partigiana della val Sesia (Piemonte)

   

11. Inizia l’offensiva nazifascista contro le zone libere partigiane poste nei pressi della Linea gotica, a partire da quella della val Ceno (Emilia)

   

12. I nazifascisti passano per le armi 68 internati nel campo di concentramento di Fossoli

   

15. Si formano le zone libere partigiane del Cansiglio (Veneto) e della Carnia (Friuli)

   

17. Il governo Bonomi si trasferisce a Roma

Nell’ambito dell’offensiva contro i partigiani della val Chisone e dell’alta valle di Susa, i nazifascisti attaccano la postazione difensiva della Divisione (ex Brigata) Autonoma “Val Chisone” sul monte Triplex. L’attacco è rintuzzato da una squadra proveniente dal Moucrons e respinto all’arrivo di ulteriori rinforzi; le perdite sono numerose da entrambe le parti

Si costituiscono Giunte comunali a Pessinetto, Mezzenile, Ceres, Ala, Balme, Cantoira, Chialamberto e Groscavallo, senza preclusioni per tecnici e funzionari già in carica durante il fascismo.

Le tasse sono distinte tra quelle comunali, destinate ai singoli Comuni, e quelle erariali, incamerate dal Comando di Divisione per essere poi rimesse o giustificate al governo Bonomi.

Il Commissariato Civile promuove due riunioni di valle, a ciascuna delle quali partecipa una quarantina fra contadini e allevatori che, pur non accettando di fare parte dei Cln, dichiarano di voler collaborare; sono insediate due commissioni, una per la val d’Ala e val Grande, l’altra per la valle di Viù

   

21. Per rappresaglia dopo l’uccisione di due ufficiali tedeschi di stanza a Caselle, è bombardata San Maurizio Canavese: muoiono cinque civili.

In un combattimento alle Maddalene di Viù, perdono la vita alcuni partigiani della 19^ Brigata “Eusebio Giambone”

24. Cadono le zone libere partigiane della val di Taro e delle valli dell’Enza e del Parma (Emilia)

 

Il Canavese, occupato dai nazifascisti, è un campo di battaglia. Mentre si presume imminente un attacco, il Comando della IV Divisione chiede rinforzi alla II, perché tenga sgombri i passi in vista di una ritirata.

AGOSTO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

1. Cade la zona libera partigiana di Montefiorino (Emilia)

La 17^ Brigata “Felice Cima”, riorganizzatasi dopo il rastrellamento del 2 luglio, stampa e distribuisce il giornale “Saetta garibaldina”

Nel corso di un rastrellamento nel Canavese e nella valle dell’Orco, i nazifascisti attaccano la IV Divisione a Corio e Coassolo, ma sono respinti

 

2. I nazifascisti, partendo da Sauze d’Oulx, tornano ad attaccare la cresta spartiacque tra le alte valli di Susa e del Chisone, prendendo di mira le postazioni della Divisione Autonoma “Val Chisone” sul monte Génévris; l’attacco è respinto per la reazione delle squadre del Triplex e del Moucrons, con numerose perdite da entrambe le parti; i nazifascisti devono tornare alla base di partenza, ma portano con sé due partigiani che impiccheranno a Salbertrand

La IV Divisione partecipa a violenti scontri nei dintorni di Noasca, nei quali rimangono feriti Junio Valerio Borghese, comandante della X Mas, e il ministro della Rsi Pavolini

3-13. Firenze è liberata dalle formazioni partigiane, tre giorni prima dell’arrivo degli Alleati

   
 

10. L’offensiva nazifascista costringe la Divisione Autonoma “Val Chisone” a ritirarsi in Francia attraverso il col Clapier: cade così la “zona libera” tra le alte valli di Susa e del Chisone

 

12. I nazifascisti trucidano 560 abitanti di Sant’Anna di Stazzema, in provincia di Lucca, e nei giorni seguenti 185 civili nel pistoiese

   
   

13-14. Quasi al termine del ripiegamento partigiano in valle dell’Orco, alcuni distaccamenti della II Divisione salgono al colle della Crocetta e sorprendono una colonna fascista, provocando 17 morti e altrettanti feriti. Il colle e il passo della Piccola rimangono presidiati per settimane dai partigiani della II Divisione

15. Gli Alleati effettuano un massiccio sbarco di truppe in Provenza, allo scopo di indebolire le difese tedesche nella Francia settentrionale

 

Una squadra di partigiani attacca i fascisti nelle vicinanze di Feletto Canavese. Per rappresaglia il paese è bruciato, e sono fucilati sei ostaggi e diversi partigiani della 49^ Brigata “Domenico Viano”

 

17. La 42^ Brigata “Walter Fontan” fa saltare il ponte sul torrente Frangerello, interrompendo la strada statale n°24 presso Villarfocchiardo; inoltre, abbatte diversi pali della linea elettrica

 
 

18. 170 partigiani, la maggior parte dei quali appartenente alla 17^ Brigata “Felice Cima”, penetrano all’interno del Campo Volo di Collegno, sabotando gli aerei parcheggiati. Quindi, dopo aver neutralizzato il presidio di vigilanza nazifascista, entrano nello stabilimento Fiat Aeronautica di Torino, danneggiando il materiale bellico e distruggendo documenti e progetti. Infine, caricati diversi autocarri con carburante, armi e munizioni, tornano in montagna

 
   

19. Processo a Ceres contro tre partigiani dell’11^ Brigata “Torino”, accusati di promuovere una rivolta armata contro il comando della II Divisione. Uno dei tre è fucilato il giorno dopo

 

20. La 42^ Brigata “Walter Fontan” assale un autocarro di tedeschi presso Bussoleno. Nel primo pomeriggio, per rappresaglia, i tedeschi mettono in postazione una batteria di cannoni colpendo ripetutamente le borgate sopra Chianocco e Bruzolo; quindi, incendiano l’abitato di Bruzolo, distruggendo i due terzi delle case

 

21. Il Comando militare regionale del Piemonte dispone la suddivisione del territorio di sua competenza in nove zone, ognuna delle quali sarà affidata ad un proprio comando con il compito di “dirigere, perfezionare e affinare istruzione e addestramento, definire atteggiamento e condotta da tenere in rapporto alla situazione militare della zona, ideare le operazioni e stabilire il concorso delle diverse formazioni, precisare le rispettive zone di utilizzazione logistica”.

Cade la zona libera partigiana delle valli Maira e Varaita (Piemonte)

 

Il Canavese occidentale e le valli di Lanzo sono incluse nella III zona militare del Piemonte

22. Gli Alleati liberano Grenoble

   
 

23. La 42^ Brigata “W. Fontan” fa saltare il ponte stradale sulla Dora a Borgone. In questi stessi giorni, la 42^ è rinforzata da un folto gruppo di ferrovieri di Bussoleno, che ha abbandonato il servizio per impedire al nemico l’uso della ferrovia, e si sdoppia, dando origine alla 106^ Brigata Garibaldi “Giordano Velino”, che si attesta tra Villarfocchiardo e Meana

 

24. Gli Alleati liberano Parigi

 

Autocolonne nazifasciste si dirigono verso le valli per rastrellare. A Pessinetto è ucciso Vincenzo Geninatti Neni e ferito Gino Fonti. La 19^ Brigata “Eusebio Giambone” resiste e contrattacca

 

26. Due compagnie di Ss italiane si mettono in marcia da Susa, in caccia della IV Divisione “Stellina – Duccio Galimberti”. Attaccate da due partigiani in avanscoperta presso le Grange Sevine, i nazisti si asserragliano nei casolari, prendendo in ostaggio le famiglie dei pastori; all’arrivo di due squadre della 42^ Brigata “Walter Fontan” a rinforzo degli assedianti, i fascisti s’arrendono; gli ufficiali tedeschi sono liberati, ma 120 soldati sono fatti prigionieri e tutto le armi sono sequestrate

Dopo che il direttore, don Ulla, è stato preavvisato, i partigiani della 46^ Brigata “Massimo Vassallo” bombardano con i mortai il collegio dei Salesiani di Lanzo. Una colonna di nazifascisti, partita da Susa e diretta al colle della Croce di Ferro per cogliere alle spalle la 19^ Brigata “Eusebio Giambone” in val di Viù, è fermata alle grange Sevine dai partigiani della 42^ Brigata “Walter Fontan”, operante a monte di Bussoleno

27. Cade la zona libera partigiana di Bobbio (Emilia)

 

Le Ss, in val di Viù, chiedono e ottengono una tregua: Natale Rolando tratta con il capitano Wolf e ottiene la liberazione di partigiani feriti ricoverati all’ospedale di Lanzo contro la restituzione di 150 prigionieri internati a Malciaussia, il ritiro dalle valli e il risarcimento dei danni ai Comuni. Collaborazione tra la IV Divisione Garibaldi, la VI Divisione alpina Gl e la Divisione Matteotti “G. Davito” per difendere il Canavese nord-occiden tale.

   

A fine agosto, la maggior parte dei Comuni deve ancora ritirare a Torino i rifornimenti alimentari degli ultimi due mesi; intervento del Comando partigiano con le corvées

SETTEMBRE

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

 

Le Brigate Garibaldi si raggruppano in Divisioni, per meglio coordinarsi: la 17^, la 42^ e la 114^ divengono parte della III Divisione, mentre la 41^, la 106^ e la 115^ formano la XIII Divisione.

Una banda, comandata da Alberto Salmoni e attiva nella zona tra Savoulx e Beaulard, aderisce alla IV Divisione “Stellina – Duccio Galimberti”, assumendo il nome di Colonna “Franco Dusi”

Nei primi giorni del mese, affluiscono da Torino e dintorni truppe nazifasciste per preparare i rastrellamenti. Le operazioni di guerra si spostano dall’alto al basso Canavese e alle valli di Lanzo

 

1. Si forma il Comando militare della IV zona del Piemonte, comprendente le valli di Susa, del Sangone, del Chisone, del Germanasca e del Pellice. Comandante è l’autonomo Antonio Guermani, commissari sono il garibaldino Osvaldo Negarville e il giellista Carlo Mussa Ivaldi. Nella valle agiscono circa duemila partigiani

 

3. Gli Alleati liberano Lione

   
 

5. Fallisce un attacco lanciato contro la polveriera di Caselette dalla 17^ Brigata “Felice Cima”

Da diversi giorni, tutta la zona canavesana è attaccata dalle formazioni fasciste di Milano, Varese e Cremona. Si scatena la battaglia del monte Soglio, che vede impegnata la IV Divisione Garibaldi.

Partono i rastrellamenti verso Coassolo, Monastero e Chiaves, con lo scopo di impedire ogni transito fra il Canavese e le valli di Lanzo

7. Gli Alleati liberano Besançon

   
   

9. Ceres è bombardata dai nazifascisti con i cannoni posizionati a Lanzo, dov’è imposto il coprifuoco. Mentre la IV Divisione Garibaldi ripiega in val Grande, i nazifascisti scatenano saccheggi e violenze a Chiaves e Monastero

10. Formazione delle zone libere partigiane dell’Ossola e dell’Alto Monferrato (Piemonte)

 

Pessinetto è occupata dai nazifascisti

   

13-14. Il vicario di Ceres, don Filippello, tenta uno scambio di prigionieri con i nazifascisti; trattenuto in ostaggio, è poi rilasciato. I partigiani tentano di liberare Chiaves, ma falliscono.

Duemila uomini della IV Divisione Garibaldi, dalla val Grande, svallano in Francia, dove saranno disarmati e internati dalle Forces françaises de l’interieur

15. Cade la zona libera partigiana del Cansiglio (Veneto)

 

I partigiani delle brigate 11^ “Torino” e 80^ “Michelangelo Peroglio” si scontrano con i nazifascisti a Ceres, per rallentarne l’avanzata. I nazifascisti avanzano in val di Viù

 

17. Un gruppo di guastatori della 42^ Brigata “Walter Fontan” è sorpreso dai tedeschi dopo aver fatto saltare i binari della linea ferroviaria in regione Paluc di Chianocco. Con l’arrivo di rinforzi da entrambe le parti, lo scontro diventa una battaglia che si protrae per l’intera giornata del 18 e si conclude con la vittoria dei partigiani

L’11^ Brigata “Torino” inizia il ripiegamento verso la Francia, attraverso il passo del Collerin. Arrivati a Bonneval le Forces françaises de l’interieur intendono disarmarli ed internarli. Nei giorni successivi, parte della Brigata rientrerà in Italia attraverso il colle dell’Autaret

 

18. La 41^ Brigata “Carlo Carli” sabota la linea elettrica che serve le Ferriere Fiat ad Avigliana

 

22. Si formano le zone libere partigiane di Varzi (Lombardia) e dell’Alto tortonese (Piemonte)

 

Dopo alcuni giorni di resistenza agli attacchi nazifascisti, la 19^ Brigata “Eusebio Giambone”è costretta a ripiegare a monte di Lemie. Parte della Brigata nei giorni successivi passerà in val di Susa; sono evacuati in Francia i quaranta feriti ricoverati presso l’ospedale partigiano di Margone

   

24. Le truppe nazifasciste iniziano il ritiro dalle valli, mentre molti partigiani sbandati scendono in pianura

 

25. La 41^ Brigata “Carlo Carli” sabota la linea elettrica che serve lo stabilimento Allemandi del Dinamitificio Nobel ad Avigliana

 
   

26. I nazifascisti si ritirano dalla val di Viù

28. Marzabotto, paese dell’Appennino bolognese, è raso al suolo e 1.836 suoi abitanti sono massacrati dai nazifascisti.

Cadono le zone libere partigiane delle valli di Lanzo (Piemonte) e del Friuli orientale.

Si forma la zona libera partigiana dell’entroterra d’Imperia

   
   

29. Battista Gardoncini e Pino Casana sono arrestati a Balme; saranno fucilati a Torino il 12 ottobre

OTTOBRE

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

 

3. La 42^ Brigata “Walter Fontan” è attaccata nel corso di un rastrellamento attuato dai nazifascisti in val di Viù. Dapprima, è sottoposta al cannoneggiamento incrociato delle postazioni di San Giorio e Margone, poi è assalita da una colonna delle Brigate nere al colle delle Coupe. Dopo aver impedito per ore al nemico di ascendere la sommità del colle, avendo osservato una seconda colonna nazifascista salire da Chianocco, i partigiani si salvano effettuando uno sganciamento

Pattuglie della X Mas occupano il rifugio Gastaldi per impedire lo sconfinamento dei partigiani

   

4. I partigiani della 19^ Brigata “Eusebio Giambone”, con la guida alpina Giovanni Ferro Famil, varcano il col dell’Autaret e scendono in Francia. Il comando di Brigata tratta con il comando francese il trasferimento degli uomini a Grenoble; in seguito, parte della Brigata si trasformerà nel battaglione straniero alleato 21/15 V. E., impegnato nella liberazione di Vinadio e Borgo san Dalmazzo, mentre il comandante Natale Rolando con la squadra comando rientrerà in Italia

8. In tutto il nord Italia, i tedeschi scatenano una violenta offensiva contro le forze della Resistenza

A Sant’Ambrogio, muore in uno scontro a fuoco con i tedeschi il vicecomandante della 41^ Brigata “Carlo Carli”, Rinaldo Baratta.

L’offensiva tedesca in valle di Viù costringe a sgomberare l’ospedale partigiano di Margone; per supplire tale perdita, le formazioni della valle di Susa organizzeranno un’altra struttura sanitaria, installata in uno scantinato dell’ospedale di Rivoli

Nella prima quindicina del mese, quasi tutti i reparti fascisti lasciano il Canavese, sostituiti da truppe tedesche

   

9. Nel presidio di Lanzo, i nazisti sostituiscono le truppe tedesche con una compagnia di russi

10. Cadono le zone libere partigiane della Carnia (Friuli) e dell’entroterra d’Imperia.

Si forma la zona libera partigiana delle Langhe (Piemonte)

La 41^ Brigata “Carlo Carli” realizza il proprio giornale, “Quelli di col Bione”.

La 17^ Brigata “Felice Cima” organizza un’infermeria in una villa requisita a Mompellato, frazione di Rubiana. In questo stesso periodo, si costituisce il distaccamento femminile “Anita Garibaldi “, insediato in borgata Favella di Rubiana e prevalentemente incaricato di effettuare servizi di staffetta e di sartoria

 
   

11. Cade un aereo alleato Liberator sull’Uja di Mondrone: muoiono otto soldati inglesi

20. La Resistenza jugoslava libera Belgrado

Eugenio Fassino, guarito dalle ferite subite, riprende il comando della 41^ Brigata Garibaldi “Carlo Carli”

I comandanti superstiti della II Divisione Garibaldi si riuniscono a Ceres, facendo autocritica circa la carenza d’intesa con gli Alleati. Il comando di Divisione è affidato a Pietro Sulis, quello dell’11^ Brigata “Torino” a Giovanni Sandre, quello della 20^ Brigata “Paolo Braccini” a Paolo Cat e quello della 46^ Brigata “Massimo Vassallo” ad Aldo Giardino. In accordo con il Comando della II Divisione, Bruno Tuscano costituisce la colonna Gl “Renzo Giua” a Chialamberto in val Grande. I giovani valligiani sono organizzati in una Squadra d’azione patriottica (Sap), con compiti di collegamento, salvaguardia delle centrali idroelettriche e polizia

23. Cade la zona libera partigiana dell’Ossola (Piemonte)

Si costituisce il Cln di Susa, con giurisdizione sull’alta valle

 
 

27. La 41^ Brigata “Carlo Carli” conclude una serie di requisizioni durata l’intero mese: a Torino e a Rivoli sono sequestrati 5 tonnellate di cuoio, 2.300 litri di carburante, un furgoncino Fiat 1100 ed un forte quantitativo di farina, zucchero e gallette

 
 

29. Eugenio Fassino scinde la 41^ Brigata “Carlo Carli”, riportando un centinaio di uomini tra le formazioni autonome della val Sangone. Il comando della 41^ Brigata “Carlo Carli” è assunto da Vincenzo Blandino

Walter Alessi, vicecomandante della II Divisione Garibaldi incolpato d’aver tentato di organizzare i garibaldini sbandati in formazioni Gl, è processato nel cinema di Ceres. L’accusa è sostenuta da Mario Batistini, la difesa da Massimo Ottolenghi. Alessi è degradato, espulso dalle formazioni garibaldine ed allontanato dalle valli di Lanzo

NOVEMBRE

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

 

1. Mario Castagno assume il comando della 17^ Brigata “Felice Cima”

 

2. Cade la zona libera partigiana delle Langhe (Piemonte)

   

4. Il governo della Rsi annuncia l’amnistia per i renitenti alla leva

   
   

10. I Comandi delle Divisioni II, III e IV Garibaldi si riuniscono per concordare i piani d’azione, consistenti nel tenere il più possibile le posizioni e disturbare il nemico nelle retrovie, per consentire l’evacuazione del grosso dei partigiani delle valli d’Ala e Grande in quelle del Canavese e di Viù. S’intensificano le misure di sicurezza, con il pattugliamento fra Coassolo e Traves e l’allestimento di un presidio in località Cudine di Corio, formato da un distaccamento di carabinieri ceduto dall’80^ Brigata “Michelangelo Peroglio” alla 46^ “Massimo Vassallo”; sono approntate due linee di difesa con mitragliatrici e fucili mitragliatori, in parte recuperati dal carico del Liberator precipitato; per rinforzare la val di Viù, si spostano alcuni distaccamenti nella zona tra il colle del Lys e il col san Giovanni; il collegamento è garantito da telefoni, staffette e dalla linea “amica” delle centrali idroelettriche

13. Il comandante delle forze alleate in Italia, generale Harold Alexander, emana un proclama via radio che invita le formazioni partigiane a sospendere le azioni su larga scala fino alla primavera successiva

E’ catturato e deportato dai tedeschi a Mauthausen (dove morirà il 24 aprile del 1945) don Carlo Prinetto, cappellano partigiano della 42^ Brigata “Walter Fontan”

 
 

15. Amedeo Tonani assume il comando della 17^ Brigata “Felice Cima”

 
   

17. In località Cudine di Corio, i nazifascisti catturano l’intero distaccamento di carabinieri: quindici di essi con ventuno partigiani sono trucidati sul posto. Le frazioni Cudine e San Giovanni sono saccheggiate e incendiate.

Nei giorni seguenti, i nazifascisti attaccano la IV Divisione Garibaldi tra Corio, Rocca, Levone, Rivara e Forno Canavese. Mentre i partigiani ripiegano verso la cima del monte Soglio, i nazifascisti raggiungono la frazione Pian Audi di Corio: molti civili sono uccisi, feriti e presi in ostaggio; il villaggio è dato alle fiamme

 

22. Vittorio Blandino assume il comando della 113^ Brigata Garibaldi, nata per filiazione dalla 17^ Brigata “Felice Cima”. La nuova formazione, che agisce sopra Condove ed è intitolata a Giovanni Rocci (caduto partigiano della 17^ Brigata “Felice Cima”), è incorporata nella III Divisione Garibaldi

 

26. Dopo una fase di forte instabilità, causata dal disaccordo con lo Psiup e il Pd’a riguardo all’epurazione dei vertici della Pubblica amministrazione dai fascisti, al referendum istituzionale chiesto dai moderati prima dell’elezione dell’Assemblea costituente ed alla sostituzione dei prefetti nominati dal Cln con quelli indicati dall’esecutivo nelle città liberate, Bonomi, appoggiato dagli Alleati, apre la crisi di governo.

Un rastrellamento tedesco pone fine alla zona libera della val Sangone

Si costituisce il Cln di Condove, con giurisdizione sulla bassa valle fino a Sant’Ambrogio

 

29. Cade la zona libera partigiana di Varzi (Lombardia)

   

DICEMBRE

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

1. Ravenna è liberata dall’azione congiunta degli Alleati e delle formazioni partigiane

La 17^ Brigata “Felice Cima” affianca il giornale “Saetta garibaldina” con altre pubblicazioni: “Le tre vedette”, “Il partigiano”, “Cavalieri della macchia”, “Col del Lys” e, soprattutto, il quindicinale “Sentinella garibaldina”, organo del Comando di Brigata.

La 115^ Brigata “Bruno Peirolo”, già operante in val Clarea, divide i suoi uomini: una parte svalla in pianura, un’altra si distribuisce tra Mattie (aggregandosi alla 106^ Brigata “Giordano Velino”), Pavaglione (riunendosi alla 42^ Brigata “Walter Fontan”), Mocchie (facendo riferimento alla 113^ Brigata “Giovanni Rocci”) e Rubiana (inserendosi nella 17^ Brigata “Felice Cima”).

La IV Divisione “Stellina – Duccio Galimberti” protegge i propri effettivi, nascondendoli tra Susa e le pendici del Rocciamelone.

La maggior parte dei partigiani operanti nell’alta valle, inquadrati tra la Divisione Autonoma “Val Chisone”, torna alle proprie case. Diversamente, la Colonna “Franco Dusi” della IV Divisione “Stellina – Duccio Galimberti” si dedica a stabilire contatti con gli Alleati in Maurienne e nel Briançonnais.

In bassa valle, i nazifascisti prendono a colpire i distaccamenti isolati, organizzando spedizioni rapide e capaci di infliggere perdite non numerose, ma continue

Al ritorno di Natale Rolando dalla Francia, si ristruttura il comando della II Divisione Garibaldi, che è affidato a Piero Maggi, con Pietro Sulis vicecomandante, Nicola Grosa commissario politico e Attilio Pegoraro capo di stato maggiore. Il distaccamento di Chiaves dalla 46^ Brigata “Massimo Vassallo” passa con la 20^ “Paolo Braccini”, schierata fra Procaria e Chiaves. L’11^ Brigata “Torino” si disloca tra Mezzenile e Pugnetto.

I nazifascisti scoprono il rifugio della colonna Gl “Renzo Giua” nella frazione Fé di Ceres ed arrestano venti partigiani, tra cui il comandanto Bruno Tuscano, che fucileranno il 14 gennaio 1945 a San Maurizio Canavese

2. Cadono le zone libere partigiane dell’Alto Monferrato e dell’Alto Tortonese (Piemonte)

   

7. Gli Alleati e il Clnai raggiungono un accordo riguardo al Cvl: da un lato, i primi riconoscono quest’organismo e s’impegnano a sostenerlo; dall’altro, il secondo accetta il generale Raffaele Cadorna come comandante del Cvl e garantisce di operare in modo militarmente subordinato agli anglo-americani, oltre che di mantenere la legge e l’ordine nelle zone liberate fino alla cessione dei poteri al governo militare alleato e di sciogliere e disarmare le formazioni partigiane a fine conflitto

 

La 6^ Divisione tedesca Alpenjager, spostata dalla val d’Aosta e dalle valli di Lanzo nelle Alpi Giulie, è sostituita dalla Divisione alpina fascista “Monte Rosa”

12. Bonomi forma il suo secondo governo, sostenuto da demolaburisti, liberali, democristiani e comunisti, ma non da azionisti e socialisti; il vero sconfitto di questo passaggio politico è il Cln, che vede vanificare la propria originale esperienza e le potenzialità innovative che questa ha rivelato

   
 

24. Un gruppo di partigiani, guidato da Franco Faldella e installatosi dall’autunno nel Gran Bosco di Salbertrand sopra Exilles, confluisce nella Brigata Monte Assietta della Divisione Autonoma “Val Chisone”

 
   

27. Arrivo a Ceres di una missione militare delle Forces françaises de l’interieur, che reca la proposta di stabilire contatti permanenti tra il Comando alleato in Savoia e la II Divisione Garibaldi e di far transitare i rifornimenti d’armi dai valichi alpini

   

30. Attraverso il col d’Arnas, accompagnata dalla guida alpina Giovanni Ferro Famil, la missione francese rientra in patria con una delegazione di partigiani della quale fanno parte i comandanti della II e della IV Divisione Garibaldi, incaricati d’incontrare i vertici alleati e trattare l’acquisto d’armi e munizioni. L’11 gennaio, la spedizione raggiunge la val d’Isère, sede del Comando francese per l’Alta Savoia, ed è accolta da ufficiali alleati e dal rappresentante del Cln Dugoni, che autorizzano la II Divisione al rilascio dei lasciapassare per l’attraversamento dei valichi alpini. La delegazione partigiana torna in Italia a metà mese


1945

GENNAIO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

   

2. Rastrellamento fascista contro la 18^ Brigata “Saverio Papandrea”; il distaccamento della frazione Pian Audi di Coria è in particolare attaccato dal capoluogo e dalla Testa Brusà

 

6. La 17^ Brigata “Felice Cima”, avvisata dal Servizio d’informazione militare che i nazifascisti stanno preparando un rastrellamento, sposta circa 400 dei suoi uomini divisi per distaccamenti, a Torino, Collegno, Pianezza, Alpignano, Druento, San Gillio e Varisella

Rastrellamento fascista in val di Viù, con allestimento di un presidio di 150 uomini a Viù

 

11. Scatta il rastrellamento contro la 17^ Brigata “Felice Cima”, operato da circa cinquemila nazifascisti. Provoca perdite limitate tra i partigiani rimasti sul posto (un morto e undici prigionieri), ma assai gravi quanto all’armamento e, soprattutto, agli altri materiali immagazzinati

 

12. L’esercito sovietico lancia l’offensiva che libera la Polonia

   
   

14. Rastrellamento fascista in val d’Ala, con allestimenti di presidi di 150 uomini ognuno a Ceres e Ala. Le formazioni partigiane si ritirano, lasciando sul territorio solo il distaccamento Baldo, composto dal gruppo ebraico del Comando dell’11^ Brigata “Torino” (Bruno Fernex, Franco Valabrega, Aldo e Pia Luzzato) e da valligiani di Mezzenile e Pessinetto

   

15. Il rastrellamento fascista avanza in val Grande; l’80^ Brigata “Michelangelo Peroglio” si ritira prima verso la valle dell’Orco e poi verso Levone

 

21. Un secondo attacco nazifascista costa la cattura e la fucilazione a tre partigiani della 17^ Brigata “Felice Cima”

 
 

22. Il comandante della 41^ Brigata “Carlo Carli”, Vincenzo Blandino, è catturato dai nazifascisti

 
   

24. Uomini della IV Divisione Garibaldi attaccano la polveriera di Lombardore, sottraendo un cannone e molte munizioni. Rastrellamenti fascisti in tutta la pianura canavesana

27. L’esercito sovietico libera i deportati del campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia

   

31. Il governo Bonomi delibera il suffragio universale, riconoscendo il diritto di voto alle donne per la prima volta nella storia del nostro Paese

   

FEBBRAIO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

   

Mentre proseguono i rastrellamenti nelle valli di Lanzo, tra fine gennaio e metà febbraio i fascisti occupano la valle dell’Orco fino allo spartiacque alpino.

Natale Rolando si trasferisce con i suoi uomini nel Monferrato e gran parte dell’11^ Brigata “Torino” si sposta nella collina torinese, a Marentino.

Oltre al distaccamento Baldo, che munito di lasciapassare svolge compiti di contatto e d’informazione, nelle valli si riaggregano altri gruppi di partigiani: tra Chiaves e Coassolo (35 uomini della 20^ Brigata “Paolo Braccini”), tra Traves e Mezzenile, ad Ala di Stura (un nucleo dell’11^ Brigata “Torino” comandato da Attilio Pegoraro) e a Forno Alpi Graie (una cinquantina di uomini).

Almeno una dozzina di volte, missioni garibaldine e gielliste riescono a transitare per i valichi delle alte valli di Lanzo, mentre imboscate e sabotaggi colpiscono il nemico nel Canavese

 

1. Andrea Coletto diventa comandante della 41^ Brigata “Carlo Carli”

1500 uomini della “Monte Rosa” presidiano Ceres, Balme, Forno Alpi Graie e Viù; in tutto, nelle valli di Lanzo, la Rsi schiera circa 3500 uomini, che, anche in borghese, effettuano continui rastrellamenti.

In totale la II Divisione Garibaldi conta su 228 uomini; i rastrellamenti impediscono presidi fissi e costringono il Comando alla mobilità, mentre aumenta la difficoltà a farsi ospitare dai montanari

 

7. La 17^ Brigata “Felice Cima” subisce la perdita di un partigiano, in uno scontro a fuoco con i fascisti della “Monte Rosa” provenienti da Viù

 

13. L’esercito sovietico libera Budapest

   

14. Il Comando militare regionale del Piemonte dispone la fusione di tutte le formazioni partigiane del Cvl in un unico organismo, capace di superare le divisioni riconducibili ai diversi orientamenti politici

   
 

17. Circa tremila nazifascisti operano un rastrellamento contro la 42^ Brigata “Walter Fontan”, schierata alle pendici della Grand’Uja e nel vallone del torrente Prebech; i partigiani, non più di un’ottantina, sostengono il combattimento per circa otto ore, poi riescono ad effettuare uno sganciamento che limita le perdite a sei morti, tre feriti e tre prigionieri

 
   

21. A Barbania, nel Canavese,10 partigiani prelevati dalle carceri di Ciriè sono uccisi per rappresaglia

   

23. 6 partigiani di Pugnetto, inviati a Givoletto per un’azione, cadono vittime di un’imboscata

 

27. La 106^ Brigata “Giordano Velino” sabota la ferrovia tra Bussoleno e Meana ed attacca la scorta tedesca di un convoglio, costretto a fermarsi per il danneggiamento dei binari

6 uomini dell’ 11^ Brigata “Torino”, guidati da Guido Palareti e travestiti da militi fascisti, rapinano 27 milioni di lire all’esattoria torinese per finanziare le formazioni partigiane; un altro commando, di cui fanno parte tra gli altri Pietro Sulis e Giovanni Sandre, prende poi in consegna il bottino, ma è intercettato dai fascisti: nello scontro muore un partigiano, ma il denaro riesce ad essere recapitato a Mario Batistini e a Nicola Grosa, a Forno Canavese

MARZO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

   

3. I fascisti rastrellano per diversi giorni la zona tra Corio e Forno Canavese, provocando molti morti; Mario Batistini è ferito e catturato, ma in seguito sarà fatto fuggire dall’ospedale di Ciriè

 

9. Il Comando militare della IV zona organizza l’unificazione delle formazioni partigiane: la Divisione Autonoma “Val Chisone” e la IV Divisione “Stellina – D. Galimberti” costituiscono la 41^ Divisione, mentre la III e la XIII Divisione Garibaldi si trasformano rispettivamente nella 42^ e nella 46^ Divisione

 
   

10-12. I fascisti rastrellano il Canavese.

Diversi uomini del distaccamento Baldo e del gruppo di Traves, accompagnati dalle guide alpine di Balme, passano in Francia dove sono accolti dagli Alleati

   

12. La 18^ Brigata “Saverio Papandrea” si scontra con i fascisti, che tentano di occupare Corio per poter aggredire alle spalle le formazioni operanti in pianura.

Scontri al col d’Arnas fra i fascisti, provenienti da Usseglio, e le Forces françaises de l’interieur

 

14. In uno scontro con i nazifascisti, a San Gillio cadono due partigiani della 17^ Brigata “Felice Cima”

 
   

17. La Brigata “Manovra” della IV Divisione Garibaldi si sposta nel Monferrato; rimane nel Canavese solo un distaccamento

   

20. Gruppi di partigiani della II Divisione Garibaldi, in collaborazione con le Forces françaises de l’interieur, fanno saltare il motore della teleferica che serve il rifugio Gastaldi, dove c’è un presidio fascista. Continuano le corvées con la val d’Isére per approvvigionare armi e munizioni

   

21-28. Distaccamenti della IV Divisione Garibaldi, al Comando di Giovanni Burlando, attaccano il presidio fascista di Rocca Canavese; anche se devono ritirarsi, dopo alcuni giorni i fascisti lasciano il presidio e rendono libera la strada per Cirié. In tutta la zona, i partigiani sabotano le linee telefoniche ed i depositi militari.

Due partigiani, incaricati di stabilire contatti per la diserzione di gruppi della “Monte Rosa”, sono scoperti e fucilati a Pessinetto

24. Gli Alleati occupano la sponda orientale del Reno

   

28. Da Milano parte un’ondata di scioperi che si estende a tutto il territorio occupato dai tedeschi

   

29. Il Clnai emana il piano d’insurrezione generale in accordo con il governo Bonomi, prevedendo una fase preparatoria politica, rappresentata dallo sciopero generale, ed una successiva azione militare congiunta dei Gap, delle Sap e delle Divisioni unificate

Durante un rastrellamento nazifascista tra Favella e Mompellato, cadono il comandante e il vicecomandante della 17^ Brigata “Felice Cima”, Amedeo Tonani e Sergio Rapuzzi, oltre a sei partigiani; altri due partigiani sono catturati e saranno in seguito fucilati

 
   

31. Si decide di accorpare le forze partigiane stanziate nelle valli di Lanzo in un’unica Brigata, comandata da Piero Maggi e Mario Batistini

APRILE

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

 

I. Pietro Rolle assume il comando della 17^ Brigata “Felice Cima”

Un manifesto del Cln si rivolge ai militi delle Divisioni “Littorio” e “Monte Rosa” per incitarli a disertare e ad unirsi ai partigiani

 

4. In uno scontro a fuoco con i Tedeschi nella zona di Rubiana, il comandante della 17^ Brigata “Felice Cima”, Pietro Rolle, muore con due compagni. Mario Castagno riprende il comando della formazione

 
 

7. I tedeschi fucilano otto civili rastrellati nella zona di Condove

Le valli di Lanzo e del Canavese sono unificate sotto il Comando della III zona territoriale, insediato nella frazione Pian Audi di Corio: il garibaldino Giovanni Picat Re è comandante e il giellista Massimo Mila è commissario di guerra. I 2.432 uomini sono ripartiti tra la Brigata “Valli di Lanzo” (300), la IV Divisione Garibaldi “Piemonte” (782), la Divisione Matteotti “Giorgio Davito” (600), la VI Divisione alpina Gl (300) e l’VIII Divisione alpina autonoma (450). Il Comandante chiede al Comando alleato di intensificare i lanci d’armi ed esplosivi.

9. Gli Alleati scatenano un’offensiva contro la linea Gotica, con attacchi aerei, bombardamenti d’artiglieria e avanzamenti di truppe terrestri

   
 

10. I tedeschi rastrellano la zona di Mocchie, ma sono respinti dalla 42^ Divisione unificata

Alcuni uomini del Comando della Brigata “Valli di Lanzo” cadono in un’imboscata fascista in località Pesci Vivi di Corio. Il vicecomandante Oreste Pajetta ed altri 5 partigiani sono uccisi, mentre Gianni Dolino riesce a fuggire con i piani dell’insurrezione

   

11. I fascisti sorprendono una missione in partenza per la Francia in località Catelli di Mezzenile, uccidendo la guida alpina di Balme, Bartolomeo Castagneri; la popolazione della borgata è arrestata e trasferita a Ceres, dove nei giorni successivi è fucilato un partigiano arrestato in quella circostanza

13. Il generale Clark, comunicando ai partigiani che è iniziata la “battaglia finale”, chiede loro di restare sulle montagne e sulle colline senza lanciarsi in “azioni premature”

 

Il Comando della III zona territoriale impartisce disposizioni per attuare il piano insurrezionale. Il presidio di Cuorgnè, abbandonato dai nazisti, è occupato dai militi della “Monte Rosa”; numerosi membri di questa Divisione, di presidio a Rivarolo, si consegnano al distaccamento “Baldo”, mentre altri passano il confine e si arrendono agli Alleati; una compagnia è catturata a Castellamonte. Ci sono scontri in tutta la pianura canavesana, per gli attacchi partigiani utili ad effettuare sabotaggi e a procurare armi e automezzi.Le rappresaglie di entrambe le parti provocano diversi morti e feriti

14. Gli Alleati circondano la regione tedesca della Ruhr, intrappolando circa 300.000 soldati della Wehrmacht

   

15. In previsione dell’insurrezione, il Clnai delibera di assumere i poteri sia militari, con la delega al Cvl del mantenimento dell’ordine pubblico e l’istituzione dei tribunali di guerra per giudicare gli autori di furti e sabotaggi, sia civili, con l’incarico ai Cln provinciali e regionali di nominare prefetti, questori e sindaci

In previsione della ritirata tedesca, il Comando militare della IV zona adotta provvedimenti atti ad impedire il sabotaggio delle vie di comunicazione e degli impianti industriali (in valle, gli stabilimenti delle Officine Moncenisio a Condove e del Cotonificio Vallesusa a Susa, Bussoleno, Borgone e Sant’Antonino, oltre alle centrali idroelettriche della Gran Scala, Venaus, Mompantero, Chiomonte e Susa), affidando tale compito alle Divisioni unificate ed alle Sap.

Per precauzione, è svuotato dall’acqua il bacino della Ramat che serve la centrale idroelettrica di Chiomonte e distrutto il fabbricato di quella della Scala, previa protezione dei macchinari

I partigiani fanno saltare parte della centrale elettrica di Ciriè ed un tratto della linea ferroviaria Ciriè-Lanzo, per impedire ai fascisti di mantenere i collegamenti con le valli

18. Inizia lo sciopero generale preinsurrezionale a Torino

I nazifascisti tornano a rastrellare la zona di Mocchie, costringendo i partigiani a ritirarsi verso la cresta spartiacque e riuscendo a circondarne una parte: nello scontro soccombono sedici combattenti della 42^ Divisione unificata

 
   

19. Ai Piani di Ceres, è ucciso Gianni Teppati Losè, partigiano della Brigata“Valli di Lanzo”.

21. Gli Alleati liberano Bologna

   

23. Genova insorge contro i nazifascisti

 

Il Comando della III zona territoriale dà inizio all’insurrezione di Lanzo, Viù e Ceres

24. Berlino è circondata dall’esercito sovietico.

Il Clnai emana l’ordine dell’insurrezione generale.

Milano insorge contro i nazifascisti

La 41^ Divisione unificata attacca il nemico in fuga ad Exilles e il giorno successivo ripete l’operazione a Salbertrand; la battaglia infuria fino al 27, perché i tedeschi, per proteggere l’evacuazione, piazzano postazioni di cannoni, mortai e mitragliere ad Exilles e prendono ostaggi tra la popolazione civile. La stessa 41^ Divisione unificata riesce a respingere gli attacchi dei sabotatori tedeschi contro la centrale di Venaus e la diga di Rochemolles

I presìdi fascisti della valle dell’Orco e Cuorgnè s’arrendono alla IV Divisione Garibaldi e alla VI Divisione alpina Gl; i prigionieri sono avviati al campo di Canischio. A Lanzo si apre la trattativa per la resa dei nazifascisti, con don Ulla che funge da intermediario

25. Genova e Milano sono liberate.

Dopo aver cercato inutilmente un compromesso con il Clnai ricorrendo alla mediazione dell’arcivescovo di Milano, Mussolini fugge verso la Svizzera insieme con i tedeschi.

Torino insorge contro i nazifascisti

La 42^ e la 46^ Divisione unificata convergono su Torino, occupando l’imbocco della valle di Susa ed il I settore della città, compreso tra Borgo San Paolo e il Martinetto, dove badano in particolare a proteggere lo stabilimento della Fiat Aeronautica

 

27. Mussolini, travestito da soldato tedesco, è riconosciuto dai partigiani a Dongo, nei pressi del confine svizzero, arrestato e consegnato al rappresentante del Clnai, Walter Audisio, che lo giustizia; il cadavere è poi trasportato a Milano ed esposto in pubblico a piazzale Loreto, nello stesso luogo in cui, nell’agosto del 1944, erano stati mostrati dai nazifascisti i cadaveri di 15 ostaggi fucilati

I tedeschi uccidono cinque partigiani a Susa

 

28. I tedeschi distruggono la Risiera di San Sabba, per non lasciar prove del campo di sterminio in cui hanno trovato la morte circa cinquemila persone, tra ebrei e partigiani

In valle di Susa, undici sono le vittime dei tedeschi in fuga

 

29. L’armata tedesca in Italia si arrende agli Alleati.

Le truppe tedesche in fuga dal Piemonte uccidono 67 persone, tra partigiani e civili, a Grugliasco; in seguito a quest’episodio, il I maggio saranno fucilati 29 militi fascisti

Sebbene molti ponti siano efficacemente protetti dai partigiani, altri sono danneggiati o distrutti dai tedeschi a Cesana, Oulx, Bardonecchia ed Exilles.

La maggioranza delle fabbriche della valle non subisce danni e solo alle Officine Moncenisio di Condove i sappisti, rinforzati da uomini della 42^ Divisione unificata, devono intervenire contro i tedeschi.

Tra gli impianti ferroviari, gli unici a subire lievi manomissioni sono le sottostazioni di trasformazione elettrica di Oulx, Bardonecchia e Chiomonte

 

30. Hitler si suicida a Berlino.

Torino è liberata

   

MAGGIO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

1. Udine e Trieste sono liberate rispettivamente dai partigiani italiani e jugoslavi

   

2. Berlino è occupata dall’esercito sovietico.

Entra in vigore la capitolazione tedesca in Italia

   

7. La Germania si arrende agli Alleati

   

8. La Germania si arrende all’Urss

   

AGOSTO

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

6-9. Gli Usa sganciano bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, in Giappone

   

SETTEMBRE

EVENTI GENERALI

EVENTI IN VALLE DI SUSA

EVENTI NELLE VALLI DI LANZO

2. Il Giappone si arrende. Finisce la Seconda guerra mondiale