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La marcia su Roma

 

Il 24 ottobre, al congresso di Napoli del Pnf, Mussolini accetta l’istituto della monarchia e si candida a riorganizzare l’intero schieramento reazionario del Paese.

Tre giorni dopo, 50.000 fascisti marciano su Roma e la occupano senza incontrare resistenza, poiché il re Vittorio Emanuele III rifiuta di firmare il decreto di stato d’assedio presentatogli dal primo ministro Facta.

Il 28, Mussolini è convocato dal monarca, che gli conferisce l’incarico di formare il governo, ed il 31 costituisce il suo primo esecutivo, che annovera ministri fascisti, ma anche liberali e popolari, oltre a due generali, uno dei quali è Armando Diaz.

In molte altre città d’Italia, le violenze squadristiche esplodono. Ad esempio, a Torino sono devastate e saccheggiate alcune sedi comuniste, la Camera del lavoro, la redazione de L’Ordine nuovo e l’Alleanza cooperativa torinese. Il 18, 19 e 20 dicembre, le “squadre d’azione” si scatenano nei quartieri operai: saccheggi e