Un colpo di
fucile seguito da una raffica di mitra fu il
segnale di allarme che un gruppo di partigiani
della 17^ Brigata Garibaldi “Felice
Cima” lanciò alle luci dell’alba del
2 luglio 1944.
Stava infatti
iniziando uno dei più feroci rastrellamenti
contro i partigiani garibaldini dislocati nella
zona del colle del Lys, ad opera di un migliaio
di soldati tedeschi e fascisti che risalivano la
strada con autoblindo e motociclette armate di
mitragliatrici.
I partigiani
non riuscirono a contenere l’attacco e dovettero
ripiegare.
La maggior
parte riuscì a sottrarsi alla cattura
disperdendosi e trovando salvezza nei
boschi,negli anfratti della montagna,nella
nebbia. Ma non tutti. Nove garibaldini furono
uccisi in combattimento e 23, alcuni dei quali
appena aggregati alla Brigata, furono
catturati,seviziati e trucidati.
Solamente
2 giorni dopo, a rastrellamento concluso, alcuni
partigiani, aiutati dai contadini e dai due
parroci della zona ,poterono ricomporre le salme
e seppellirle in una fossa comune, lungo la
strada che congiunge il colle del Lys con
Niquidetto. |