D'AMICO  GINO

Nato a Lanzo Torinese (TO)   il 02.11.1921 – residente a Grugliasco  (TO) - 3^ DIV GARIBALDI Tonani 17^ BRG CIMA

 caduto in combattimento il 30 marzo 1945 a Pra del Colle (Rubiana) (TO)

 

 

Dalla testimonianza di Michelina Marietta Aleina, sorella di Gino rilasciata il 17/03/2004 presso la S.M.S. Primo Levi di Cascine Vica

Gino aveva vent'anni quando siamo andati ad abitare a Grugliasco nel ‘40. Era del ‘21, aveva diciannove anni ed è dovuto partire militare nel ‘41. Penso che era militare a Bardonecchia nella guardia…

Dopo l’’8 settembre è arrivato a casa con tutto, aveva le giberne, il moschetto.

E poi è cominciata la vita… della montagna. C'era anche Cesare Mondon assieme a lui.

Quando mio fratello veniva a casa lo faceva con molta prudenza. Al primo rastrellamento del 2 luglio del '44 al Colle del Lys quei ragazzi si sono sparpagliati tutti. Per un po' sono stati a casa e non era facile riorganizzarsi di nuovo. Mio fratello usciva magari di sera tardi, di notte, vestito camuffato, e la sua raccomandazione era sempre di non dire che lui era in casa.

Lui è mancato il 29 marzo del '45. Il mattino erano partiti da Val della Torre ed erano arrivati fino a Favella; dovevano andare al comando, forse a portare qualcosa da mangiare.....sono stati tutti circondati e hanno avuto parecchie ore di combattimento. Erano in sei, c'era anche il comandante Deo con tanti ragazzi che venivano da Cremona. Sono morti tutti, Gino è stato ferito con cinque colpi alla gamba.

Però lui si è sparato. Lo diceva sempre.

Lui aveva sempre le sue due pistole e il mitra e ogni abbraccio che faceva con mio padre e mia madre quando usciva di casa diceva: “Ricordati bene papà che a me vivo non mi prendono. Finché ho le gambe da correre, corro, ma se un giorno sarò colpito alle gambe e non potrò più correre l'ultimo colpo lo riservo per me”.

La pallottola è rimasta ferma nella tempia e questo lo sappiamo con certezza perché il professor Mossa che era direttore del manicomio di Grugliasco e che ha aiutato tanto questi ragazzi partigiani ha detto a mio padre che Gino si era ucciso da solo, perché aveva puntato la pistola contro la tempia e che se voleva avrebbe tolto la pallottola, ma mio padre ha detto di lasciarlo così come era morto.

Lui diceva sempre a mio padre: “Guarda papà, se dovessi morire in montagna non lasciare che mi mettano là sotto terra” e questa promessa mio padre gliel’ ha sempre fatta.

Quel brutto giorno il direttore della Frendo ha messo a disposizione diciassette litri di benzina, quel tanto che era necessario per andare a prenderlo. Mio padre è andato con l'autista dell’impresa di pompe funebri di Baudano e con la figlia di questi. Alle sette di sera abbiamo sentito arrivare il furgone nel cortile di casa nostra. Noi eravamo tutti spaventati e i vicini ci hanno presi e portati via.

È morto il venerdì santo e l' hanno sotterrato il giorno di Pasqua. Gli amici più cari sono stati lì a passare la veglia, hanno aiutato mio padre a lavarlo e a vestirlo e la domenica gli hanno fatto il funerale, rischiando anche la vita per portarlo fino al cimitero di Grugliasco.

 

 
 
 

Biografia tratta dalla testimonianza di Michelina Marietta Aleina

 
 
 

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