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Dopo
essersi laureato in Legge, orientò i suoi
interessi allo studio di Giuseppe Mazzini e,
poi, del marxismo. A questo s'ispirò nella
realizzazione del suo libro più famoso (Storia
della grande industria moderna in Italia,
edito nel 1931 da Laterza). Mentre lavorava
a quest'opera, Morandi maturò la sua
coscienza antifascista, che lo portò ad
aderire prima al movimento "Giustizia e
Libertà" e poi al Partito socialista
clandestino. Organizzato il "Centro interno"
del PSI a Milano, Morandi non esitò a
mettersi in contatto, con spirito unitario,
col Partito Comunista d'Italia, che era già,
in quegli anni, una grande forza organizzata
dell'antifascismo. Il dirigente socialista
svolse la sua attività politica,
inframmezzata dalla professione forense,
sino a che non si rese conto di essere stato
individuato dalla polizia. Decise così di
riparare in Francia. A Parigi Morandi entrò
a far parte del "Centro estero" del PSI,
diresse il giornale clandestino Fronte
Rosso, collaborò a Politica
socialista e ad altre pubblicazioni
antifasciste. Rientrato in Italia, contribuì
alla formazione del "Fronte unico
antifascista" fino a che, nel 1937, fu
arrestato con un gruppo di compagni.
Deferito al Tribunale speciale e condannato
a 10 anni di reclusione, Morandi ne scontò
sei nelle carceri di Castelfranco Emilia e
di Saluzzo.
Riottenuta la libertà nei quarantacinque
giorni del governo Badoglio, riprese
l'attività politica come membro della
Direzione del PSI. Dopo l'8 settembre 1943,
il dirigente socialista fu costretto, per le
malferme condizioni di salute, ad espatriare
in Svizzera. Nella Confederazione elvetica
continuò, però, a tenere i collegamenti
politici e nel giugno del 1944 rientrò
clandestinamente a Milano.
Passò
poi a Torino, come membro della Direzione
del suo partito per l'Alta Italia e, in
quanto tale, concorse (come dirigente del
CLN regionale piemontese),
all'organizzazione dei grandi scioperi
preinsurrezionali. Rientrato a Milano nella
fase conclusiva della lotta contro i
nazifascisti, il 23 aprile 1945 Rodolfo
Morandi fu nominato presidente del CLN
dell'Alta Italia.
Il 25
aprile, insieme a Sandro Pertini, firmò a
nome del PSI il decreto col quale i partiti
del CLN Alta Italia assumevano i poteri di
governo. Nel difficile momento seguito alla
Liberazione, Morandi fu eletto segretario
del PSI, incarico che conservò dal dicembre
1945 all'aprile 1946. Membro della Consulta,
poi eletto alla Costituente, entrò a far
parte del 2° e del 3° Gabinetto De Gasperi
come ministro all'Industria e Commercio. Dal
1948 fu senatore di diritto nel primo
Parlamento repubblicano. Vice segretario
generale del PSI dal gennaio 1951, con le
elezioni del 1953 Morandi tornò al Senato, a
due anni dalla sua prematura scomparsa per
malattia. Oltre alla citata storia
dell'industria italiana, Rodolfo Morandi (al
quale sono intitolate piazze e strade a
Milano e in altri luoghi d'Italia e un
Istituto a Torino), ha lasciato molti saggi
di politica ed economia.
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