"Domenica
sera 29 aprile u.s. verso le
ore 21.30, irrompeva
improvvisamente nell’abitato
un reparto di truppe
tedesche, che risultava
essere l’avanguardia di una
colonna motorizzata in
ritirata dal Pinerolese.
Primo gesto della truppa,
che appariva letteralmente
abbruttita dall’alcol, fu
quello di sparare
all’impazzata per le vie del
paese. In questa prima
sparatoria rimanevano uccisi
due giovani in servizio
presso la locale S.A.P. i
cui cadaveri, resi
irriconoscibili per le
sevizie subite, venivano
reperiti nelle adiacenze del
campanile. Verso mezzanotte
arrivava il grosso della
colonna che risultava
fortemente armata, munita di
mezzi corazzati e di
artiglierie di ogni calibro.
Nella notte
stessa le truppe irrompevano
nella Casa del Popolo
prelevando tutti quelli che
in essa si trovavano.
Intanto venivano
sistematicamente
saccheggiate abitazioni
civili e negozi: tutto
quanto poteva a loro servire
veniva asportato
(commestibili vari, vini,
liquori, biciclette, capi di
vestiario, lenzuola, stoffe
nonché cavalli e muli) il
resto veniva vandalicamente
distrutto. Furono sottratte
anche somme di danaro:
alcune famiglie vennero
private di tutto il loro
avere. Verso le due la
soldataglia penetrava nel
convento dei Fratelli
Maristi, ex sede del locale
presidio tedesco, e
catturava tre giovani del
servizio d’ordine che
custodivano alcuni materiali
che il nemico aveva
abbandonato nella fuga. Il
direttore della Casa, frate
simpaticamente noto ed
apprezzato da tutti per
l’illuminata e benefica
opera svolta in particolari
e delicate situazioni
durante il periodo
dell’oppressione
nazifascista, fu
obbligatominacciato dalle
armi, ad accompagnarli in
Municipio dove, non trovando
altri, catturarono il
Segretario comunale ed il
custode che furono condotti
in piazza ed ammassati con
gli altri in precedenza
catturati. Anche il frate fu
messo sotto sorveglianza. Al
mattino ebbero inizio le
esecuzioni. Condotti gruppi
compatti sui luoghi
designati, dopo che gli
energumeni si furono
sfogati con torture e
sevizie di ogni genere, gli
infelici furono abbattuti
con raffiche di mitraglia.
Venivano pure
fucilati altri ostaggi
prelevati a Collegno. Niente
giustifica questi crimini
perché da accurate
indagini risulta che nessun
colpo è stato sparato dai
patrioti e nessun cittadino
si rendeva comunque
responsabile di atti o
provocazioni atti a offrire
un pretesto alla
rappresaglia. Un
salesiano, cappellano
militare, che, trovandosi a
Grugliasco, aveva cercato di
interporre i suoi buoni
uffici per evitare la
carneficina, si sentiva
rispondere che loro ormai si
sentivano condannati a morte
e che a loro poco importava
che morissero anche dei
cittadini di Grugliasco. Il
sacerdote veniva quindi
legato con gli altri,
dileggiato, battuto a sangue
e infine passato per le
armi.
Occorre
aggiungere che al saccheggio
delle abitazioni
parteciparono anche degli
ufficiali.
I cadaveri
dei nostri Martiri venivano
spogliati del danaro e degli
oggetti preziosi.
Mentre stiamo
stilando la presente
relazione si sta procedendo
al riconoscimento delle
salme che vengono
trasportate nel salone
municipale fra le lacrime ed
il cordoglio di tutta una
popolazione terrorizzata.
Quattro
giovani che le raffiche dei
criminali avevano solo
ferito sono stati raccolti
da pietose persone ed
avviate all’ospedale di
Rivoli.
Si stanno
raccogliendo tutti gli
elementi atti ad
identificare il reparto a
cui appartenevano le belve
naziste per potere così
raggiungere i criminali
responsabili e trascinarli
davanti ad una popolazione
colpita nei suoi affetti più
cari che chiede giustizia".
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