CASSINELLI  GIUSEPPE  detto “Pinu”

Nato Castagnito (Cuneo) il 29 dicembre 1922, fucilato alle Casermette di Rivoli il 10 marzo 1945.

Trascorre la gioventù a Grugliasco; nel 1941 viene chiamato alle armi e presta servizio in Artiglieria, distaccamento di Racconigi (Cn) fino al 1943. La sua storia da Partigiano comincia più per caso  che per scelta consapevole. L’otto settembre del 1943, grazie al Maresciallo dei Carabinieri di Rivoli, Giuseppe ottiene un permesso speciale per recarsi al Vecchio Ospedale di Rivoli, dove si trova sua madre affetta da un cancro. Purtroppo la madre muore tra le sue braccia al suo arrivo in ospedale.

Il 10 settembre nel giorno del funerale della madre, terminata la cerimonia, mentre rincasava con il padre, viene fermato da una pattuglia di Tedeschi che senza troppi complimenti lo fanno salire su di un autocarro e lo portano alla caserma di Alpignano. Visto il regolare permesso speciale viene rilasciato. L’evento scatena in Giuseppe il malessere dell’occupazione nazista e la voglia di reagire. In quel momento nelle caserme inizia la diserzione di massa dei soldati a seguito dell’ armistizio  annunciato l’8 settembre dal Maresciallo Pietro Badoglio.

Giuseppe con altri suoi amici decide allora di unirsi ai Partigiani della 46° Brigata Garibaldi sulle montagne del Colle del Lys.

Milita con i suoi amici fino alla primavera del 1944 quando, a seguito di un rastrellamento da parte della Folgore Fascista nel quale vengono uccisi molti partigiani, è costretto a scappare attraversando le montagne fino in Francia, per unirsi ai Partigiani francesi.

Purtroppo il piccolo gruppo di partigiani italiani non trova accoglienza in Francia, quindi torna nelle Valli di Lanzo a Lemie.

Più volte traditi i giovani scappano da una valle all’altra fino all’inverno del 1944 dove a Val della Torre, in  un rastrellamento da parte dei tedeschi, viene catturato insieme ad alcuni suoi amici. I tedeschi, per rappresaglia, avevano precedentemente dato alle fiamme le case di alcuni montanari del posto.

Vengono portati alla scuola di Brione dove sono torturati e picchiati per avere informazioni sui nascondigli degli altri partigiani.

Viene poi trasferito a Bussoleno ed infine alle Casermette di Rivoli dove il 10 marzo 1945 alle 18 e 45 viene fucilato insieme con altri sei partigiani (Luciano Berton, Renato Molinari, Luigi Lucco Borlera, Luigi Moschini, Francesco Novelli e Giuseppe Tartaglione).

Decorato con Medaglia di Bronzo al Valor Militare.